Fertilità e sovrappeso non vanno d’accordo. Non solo: alla vigilia del concepimento, i chili di troppo sono un preludio di problemi futuri. Ma anche essere sottopeso può rivelarsi un problema. “La condizione ottimale per cercare il concepimento e per portare avanti una gravidanza è quella di normopeso, cioè caratterizzata da un indice di massa corporea tra 18 e 25”, spiega la ginecologa Irene Cetin, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia presso l’Università degli Studi di Milano. “Quanto più ci si discosta da questo intervallo, in un verso o nell’altro, tanto più aumenta il rischio di conseguenze negative sia per la fertilità che per la salute della mamma e del nascituro”. Vediamo, con l’aiuto degli esperti, come peso e fertilità siano strettamente collegati e come adottare corrette abitudini alimentari quando si progetta una gravidanza.
Sottopeso o sovrappeso: più difficile il concepimento
Un marcato sottopeso può bloccare il ciclo ovulatorio. “È un meccanismo naturale che ha la funzione di proteggere la salute della donna: impedisce l’avvio di una gravidanza potenzialmente nociva, quando la riserva di tessuto adiposo è insufficiente”, spiega la ginecologa. “Si instaura uno stato di amenorrea e il concepimento è impossibile. Il sovrappeso o la marcata obesità, invece, interferiscono con la fertilità inducendo una condizione infiammatoria che rende la mucosa uterina inadatta all’annidamento dell’embrione”. Se nonostante il sottopeso o il sovrappeso la gravidanza prende il via, bisogna fare i conti con il rischio di complicanze. “Se l’ago della bilancia scende troppo, aumenta la probabilità di parto pretermine e basso peso alla nascita. Se sale troppo, c’è un maggior rischio di diabete gestazionale, ipertensione, preeclampsia e, anche in questo caso, parto pretermine e basso peso alla nascita”.
Peso e fertilità: meglio concepire quando sei in forma
Cosa dovrebbe fare, quindi, l’aspirante mamma sottopeso o sovrappeso che progetta una gravidanza? “La donna sottopeso, di solito, mangia poco di tutto: è carente sia di macronutrienti che di micronutrienti”, risponde Irene Cetin. “Deve incrementare l’apporto calorico giornaliero mangiando di tutto di più, in modo equilibrato. Invece la donna sovrappeso, in genere, oltre a mangiare in eccesso mangia anche male: assume troppi carboidrati ad alto indice glicemico, troppi grassi saturi ed è carente di vitamine e sali minerali. Deve quindi modificare il suo stile alimentare aumentando il consumo di frutta, verdura e legumi, riducendo drasticamente il burro e i fritti, a favore di un condimento di olio a crudo e consumando di preferenza carboidrati complessi, come la pasta integrale”.
Quando la gravidanza inizia, non è più tempo di dimagrire
“Durante l’attesa, è inevitabile guadagnare peso”, osserva la ginecologa. “L’incremento ponderale deve essere molto contenuto se la donna era in sovrappeso al concepimento, ma non si possono perdere chili in gravidanza: ne andrebbe dello sviluppo del nascituro. In particolare, nel primo trimestre non è necessario aumentare l’introito giornaliero di calorie, ma nel secondo e terzo trimestre è indispensabile. L’importante è mantenersi entro limiti prestabiliti d’accordo con il medico curante, che valuta la situazione caso per caso. Così facendo, il rischio di complicanze per mamma e futuro bebè si riduce”. Indipendentemente dalle condizioni iniziali di peso, bisogna anche evitare periodi prolungati di digiuno e frazionare più possibile i pasti nel corso della giornata. “In gravidanza, il metabolismo degli zuccheri cambia”, spiega la ginecologa. “Aumentano i picchi verso l’alto e quelli verso il basso e un digiuno di alcune ore può essere sufficiente a provocare ipoglicemia. Basta uno spuntino di frutta o uno yogurt per spezzare il digiuno e riequilibrare il livello di zucchero”.
Se il problema è lieve, basta il buon senso
L’aspirante mamma in leggero sovrappeso, che ha cioè solo 4 o 5 chili da perdere prima di mettere in cantiere un bebè, può fare da sé. “Non deve necessariamente rivolgersi a uno specialista per l’indicazione di un regime alimentare”, dice Stefania Ruggeri, nutrizionista, autrice delle linee guida per l’alimentazione di mamme e bambini del Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria. “L’importante è che adotti una dieta equilibrata. La migliore è quella mediterranea: tanta frutta e verdura, pesce, legumi, carboidrati complessi, la giusta quantità di carne, senza eccedere con gli zuccheri e i grassi saturi. È ricca di vitamine e sali minerali necessari allo sviluppo del feto, di folati, ferro, acidi grassi omega-3, iodio. Se l’obiettivo è calare di peso, bisogna naturalmente contenere le porzioni e associare alla dieta l’attività fisica. Così, l’organismo arriverà al concepimento con ampie riserve di tutto ciò che servirà alla madre e al piccolo durante l’attesa”.
Diete “urto”? Sì ma con cautela
Le cose cambiano se il sovrappeso è significativo o se c’è un problema di vera e propria obesità. “In tal caso, la cosa migliore da fare è rimandare temporaneamente il progetto della gravidanza e rivolgersi a un medico specialista che possa prescrivere un regime alimentare ipocalorico in grado di determinare il calo di peso desiderato in tempi brevi”, spiega Ruggeri. “Sotto stretto controllo clinico, il medico può prescrivere anche una dieta fortemente ipocalorica e non equilibrata, come la dieta iper-proteica. Raggiunto il peso desiderato, prima di cercare il concepimento l’aspirante mamma dovrà passare a una dieta moderata ed equilibrata, come quella mediterranea, e seguirla almeno per tre mesi, per ripristinare nell’organismo le riserve di tutti i nutrienti necessari in gravidanza”. Per adottare un simile trattamento d’urto sono però indispensabili la guida e il controllo costante di uno specialista.
Vietato il fai da te
È sempre bene ricordare, infatti, che il fai da te può essere rischioso e va quindi evitato, in qualunque epoca della vita. “Le diete squilibrate, come l’iper-proteica, la dieta del minestrone o la sua variante estiva, la dieta dell’insalata, consentono effettivamente risultati rapidi, ma impoveriscono l’organismo di principi essenziali: di folati e vitamine nel primo caso, di proteine, iodio, ferro, acidi grassi omega-3 nel secondo”, osserva Stefania Ruggeri. “È pericoloso tentare un approccio simile e contemporaneamente cercare il concepimento. È necessario, quindi, sospendere per qualche tempo la ricerca della gravidanza e riprendere solo dopo aver riportato l’organismo in una condizione di equilibrio. Non dimentichiamo che nelle prime settimane di attesa l’alimentazione materna condiziona lo sviluppo del metabolismo dell’embrione con una sorta di imprinting che ha effetti duraturi sulla sua salute futura”.
La protagonista del cambiamento sei tu
“La donna in attesa di un bimbo è sottoposta a forti pressioni sociali. Tutti intorno a lei si sentono in dovere di darle consigli, indicazioni, prescrizioni: parenti, amici, conoscenti, medici”, dice Mirta Mattina, psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice del gruppo di lavoro sulla psicologia e la salute perinatale dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. “Alcune indicazioni sono corrette, altre no. Tutto questo può generare confusione, ansia e perdita della fiducia nella propria capacità di fare il meglio per il bebè. Anche per quel che riguarda i consigli alimentari, l’approccio prescrittivo e un atteggiamento giudicante si rivelano controproducenti”. Che cosa può fare la futura mamma per sottrarsi a questo meccanismo e prendere in mano in autonomia la gestione della propria salute e di quella del nascituro? “Informarsi da fonti attendibili, come le linee guida dell’OMS, e ascoltare se stessa”, risponde la psicologa. “La ricerca di una gravidanza e, poi, l’attesa di un figlio, sono preziosi stimoli per migliorare il proprio stile di vita. Ma il desiderio di cambiamento e l’impegno devono venire dalla diretta interessata e non essere imposti dall’esterno”.
Fonte https://www.dolceattesa.com/rimanere-incinta/peso-e-fertilita-se-vuoi-un-bebe-consulta-la-bilancia_infertilita/
Sottopeso o sovrappeso: più difficile il concepimento
Un marcato sottopeso può bloccare il ciclo ovulatorio. “È un meccanismo naturale che ha la funzione di proteggere la salute della donna: impedisce l’avvio di una gravidanza potenzialmente nociva, quando la riserva di tessuto adiposo è insufficiente”, spiega la ginecologa. “Si instaura uno stato di amenorrea e il concepimento è impossibile. Il sovrappeso o la marcata obesità, invece, interferiscono con la fertilità inducendo una condizione infiammatoria che rende la mucosa uterina inadatta all’annidamento dell’embrione”. Se nonostante il sottopeso o il sovrappeso la gravidanza prende il via, bisogna fare i conti con il rischio di complicanze. “Se l’ago della bilancia scende troppo, aumenta la probabilità di parto pretermine e basso peso alla nascita. Se sale troppo, c’è un maggior rischio di diabete gestazionale, ipertensione, preeclampsia e, anche in questo caso, parto pretermine e basso peso alla nascita”.
Peso e fertilità: meglio concepire quando sei in forma
Cosa dovrebbe fare, quindi, l’aspirante mamma sottopeso o sovrappeso che progetta una gravidanza? “La donna sottopeso, di solito, mangia poco di tutto: è carente sia di macronutrienti che di micronutrienti”, risponde Irene Cetin. “Deve incrementare l’apporto calorico giornaliero mangiando di tutto di più, in modo equilibrato. Invece la donna sovrappeso, in genere, oltre a mangiare in eccesso mangia anche male: assume troppi carboidrati ad alto indice glicemico, troppi grassi saturi ed è carente di vitamine e sali minerali. Deve quindi modificare il suo stile alimentare aumentando il consumo di frutta, verdura e legumi, riducendo drasticamente il burro e i fritti, a favore di un condimento di olio a crudo e consumando di preferenza carboidrati complessi, come la pasta integrale”.
Quando la gravidanza inizia, non è più tempo di dimagrire
“Durante l’attesa, è inevitabile guadagnare peso”, osserva la ginecologa. “L’incremento ponderale deve essere molto contenuto se la donna era in sovrappeso al concepimento, ma non si possono perdere chili in gravidanza: ne andrebbe dello sviluppo del nascituro. In particolare, nel primo trimestre non è necessario aumentare l’introito giornaliero di calorie, ma nel secondo e terzo trimestre è indispensabile. L’importante è mantenersi entro limiti prestabiliti d’accordo con il medico curante, che valuta la situazione caso per caso. Così facendo, il rischio di complicanze per mamma e futuro bebè si riduce”. Indipendentemente dalle condizioni iniziali di peso, bisogna anche evitare periodi prolungati di digiuno e frazionare più possibile i pasti nel corso della giornata. “In gravidanza, il metabolismo degli zuccheri cambia”, spiega la ginecologa. “Aumentano i picchi verso l’alto e quelli verso il basso e un digiuno di alcune ore può essere sufficiente a provocare ipoglicemia. Basta uno spuntino di frutta o uno yogurt per spezzare il digiuno e riequilibrare il livello di zucchero”.
Se il problema è lieve, basta il buon senso
L’aspirante mamma in leggero sovrappeso, che ha cioè solo 4 o 5 chili da perdere prima di mettere in cantiere un bebè, può fare da sé. “Non deve necessariamente rivolgersi a uno specialista per l’indicazione di un regime alimentare”, dice Stefania Ruggeri, nutrizionista, autrice delle linee guida per l’alimentazione di mamme e bambini del Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria. “L’importante è che adotti una dieta equilibrata. La migliore è quella mediterranea: tanta frutta e verdura, pesce, legumi, carboidrati complessi, la giusta quantità di carne, senza eccedere con gli zuccheri e i grassi saturi. È ricca di vitamine e sali minerali necessari allo sviluppo del feto, di folati, ferro, acidi grassi omega-3, iodio. Se l’obiettivo è calare di peso, bisogna naturalmente contenere le porzioni e associare alla dieta l’attività fisica. Così, l’organismo arriverà al concepimento con ampie riserve di tutto ciò che servirà alla madre e al piccolo durante l’attesa”.
Diete “urto”? Sì ma con cautela
Le cose cambiano se il sovrappeso è significativo o se c’è un problema di vera e propria obesità. “In tal caso, la cosa migliore da fare è rimandare temporaneamente il progetto della gravidanza e rivolgersi a un medico specialista che possa prescrivere un regime alimentare ipocalorico in grado di determinare il calo di peso desiderato in tempi brevi”, spiega Ruggeri. “Sotto stretto controllo clinico, il medico può prescrivere anche una dieta fortemente ipocalorica e non equilibrata, come la dieta iper-proteica. Raggiunto il peso desiderato, prima di cercare il concepimento l’aspirante mamma dovrà passare a una dieta moderata ed equilibrata, come quella mediterranea, e seguirla almeno per tre mesi, per ripristinare nell’organismo le riserve di tutti i nutrienti necessari in gravidanza”. Per adottare un simile trattamento d’urto sono però indispensabili la guida e il controllo costante di uno specialista.
Vietato il fai da te
È sempre bene ricordare, infatti, che il fai da te può essere rischioso e va quindi evitato, in qualunque epoca della vita. “Le diete squilibrate, come l’iper-proteica, la dieta del minestrone o la sua variante estiva, la dieta dell’insalata, consentono effettivamente risultati rapidi, ma impoveriscono l’organismo di principi essenziali: di folati e vitamine nel primo caso, di proteine, iodio, ferro, acidi grassi omega-3 nel secondo”, osserva Stefania Ruggeri. “È pericoloso tentare un approccio simile e contemporaneamente cercare il concepimento. È necessario, quindi, sospendere per qualche tempo la ricerca della gravidanza e riprendere solo dopo aver riportato l’organismo in una condizione di equilibrio. Non dimentichiamo che nelle prime settimane di attesa l’alimentazione materna condiziona lo sviluppo del metabolismo dell’embrione con una sorta di imprinting che ha effetti duraturi sulla sua salute futura”.
La protagonista del cambiamento sei tu
“La donna in attesa di un bimbo è sottoposta a forti pressioni sociali. Tutti intorno a lei si sentono in dovere di darle consigli, indicazioni, prescrizioni: parenti, amici, conoscenti, medici”, dice Mirta Mattina, psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice del gruppo di lavoro sulla psicologia e la salute perinatale dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. “Alcune indicazioni sono corrette, altre no. Tutto questo può generare confusione, ansia e perdita della fiducia nella propria capacità di fare il meglio per il bebè. Anche per quel che riguarda i consigli alimentari, l’approccio prescrittivo e un atteggiamento giudicante si rivelano controproducenti”. Che cosa può fare la futura mamma per sottrarsi a questo meccanismo e prendere in mano in autonomia la gestione della propria salute e di quella del nascituro? “Informarsi da fonti attendibili, come le linee guida dell’OMS, e ascoltare se stessa”, risponde la psicologa. “La ricerca di una gravidanza e, poi, l’attesa di un figlio, sono preziosi stimoli per migliorare il proprio stile di vita. Ma il desiderio di cambiamento e l’impegno devono venire dalla diretta interessata e non essere imposti dall’esterno”.
Fonte https://www.dolceattesa.com/rimanere-incinta/peso-e-fertilita-se-vuoi-un-bebe-consulta-la-bilancia_infertilita/
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