Il prurito è un sintomo piuttosto comune in gravidanza: "Compare nel 20% delle donne incinte (una su cinque), in genere nel terzo trimestre, e riguarda tipicamente l'addome" afferma Valentina Pontello, ginecologa e fitoterapeuta. Di solito è una condizione fisiologica e, a parte un po' di fastidio, non comporta problemi. Solo più raramente il prurito può essere spia di altre malattie: in questi casi di solito interessa anche altre parti del corpo o si accompagna a eruzioni cutanee.
Prurito in gravidanza, le cause
"Nella grande maggioranza dei casi il prurito compare nel terzo trimestre, quando la pancia comincia ad aumentare di volume in modo significativo e la pelle si stira e tende a seccarsi. Ecco perché interessa tipicamente la pancia" afferma Pontello. Il prurito "normale" della gravidanza può però interessare anche cosce e fianchi.
Come alleviarlo
"La prima cosa da fare è evitare di grattarsi, perché le microlesioni da grattamento creano a loro volta prurito” consiglia la ginecologa. Altra cosa da fare è valutare se non si sia sviluppata un'intolleranza o allergia a qualche prodotto cosmetico - creme o oli - che magari si sta utilizzando sulla pancia, per esempio per ridurre il rischio di smagliature. "Per verificarlo basta fare una semplice prova: sospendere il cosmetico per qualche giorno e vedere cosa succede. Se il sintomo migliora significa che è meglio non usare più quel cosmetico, se rimane invariato significa che le cause sono altre".
Per dare sollievo si possono utilizzare creme idratanti ed emollienti, magari contenenti mentolo, che ha un effetto rinfrescante. "E sempre per aiutare la pelle, evitare detergenti troppo schiumogeni, che tendono a seccarla, preferendo invece prodotti delicati per pelli sensibili e intolleranti" afferma Pontello.
L'ultimo consiglio riguarda l'abbigliamento: evitare il contatto con indumenti sintetici e preferire fibre naturali traspiranti.
Prurito in gravidanza, quando preoccuparsi
Come abbiamo detto, in genere il prurito in gravidanza è una condizione fisiologica, che non comporta alcun rischio né per la mamma né per il bambino. "Vale comunque sempre la pena di parlarne con il proprio medico, anche se si tratta di un sintomo lieve, per essere certi che non sia associato ad altre malattie" consiglia Pontello.
In alcuni casi, rari o decisamente rari, infatti, può essere sintomo di altre condizioni, dermatologiche o di altra natura, che possono dare origine a complicazioni ostetriche. Di sicuro il medico va interpellato se il prurito è intenso e riguarda altre parti del corpo oltre all'addome, e se si accompagna a un'eruzione cutanea.
Quando non si tratta di una condizione fisiologica il prurito in gravidanza può dipendere da alcune malattie in particolare. Tra queste:
Colestasi gravidica
È una malattia del fegato che colpisce circa l'1-2% delle donne in gravidanza e che, se trascurata, può provocare complicanze anche serie al bebè. Si manifesta alla fine del secondo o all'inizio del terzo trimestre di gravidanza e il sintomo tipico è un prurito molto intenso della pelle: all'inizio quella di mani e piedi, poi poco a poco di tutto il corpo. Le donne colpite da colestasi venvono attentamente monitorate durante la gravidanza e in genere si programma il parto già dalle 37 settimane.
Eruzioni atopiche della gravidanza
Il termine si riferisce a forme di eczema con prurito che si manifestano in genere nel primo o secondo trimestre di gravidanza, in donne che hanno una storia personale di dermatite atopica, anche se magari non ne soffrono più dall'infanzia. Per quanto possa essere fastidiosa non comporta rischi per la gravidanza, la mamma e il bebè.
PUPPP
Si tratta di un'orticaria abbastanza rara che si manifesta con la comparsa di placche e papule pruriginose tipicamente su pancia, sedere e cosce. Interessa in genere le prime gravidanza ma non le successive e non è pericolosa né per la mamma né per il nascituro.
Pemfigoide gestazionale
Malattia molto rara (un caso ogni 10 mila gravidanze) con base auto-immunitaria. Inizia con un intenso prurito al quale fa seguito la comparsa di caratteristiche lesioni della pelle (placche, papule), che infine diventano bolle. Può essere associato a rischi per il bambino, in particolare di parto pretermine e basso peso alla nascita. Poiché gli autoanticorpi prodotti dalla mamma passano attraverso la placenta, può esserne affetto anche il neonato, ma in modo lieve e temporaneo.
"A eccezione della colestasi gravidica, che prevede la terapia con acido ursodesossicolico, le altre malattie citate si curano in genere con antistaminici e creme cortisoniche per alleviare i sintom" spiega Pontello. "Solo in casi particolari possono essere necessari dei cortisonici orali".
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/salute-e-benessere/prurito-in-gravidanza-come-alleviarlo-quando-preoccuparsi?fbclid=IwAR1Lp5dGSrwM2K_UZ-tW0H_wv92714G8CmP_bJkS-q5VuCKnY44unHr97_s
Prurito in gravidanza, le cause
"Nella grande maggioranza dei casi il prurito compare nel terzo trimestre, quando la pancia comincia ad aumentare di volume in modo significativo e la pelle si stira e tende a seccarsi. Ecco perché interessa tipicamente la pancia" afferma Pontello. Il prurito "normale" della gravidanza può però interessare anche cosce e fianchi.
Come alleviarlo
"La prima cosa da fare è evitare di grattarsi, perché le microlesioni da grattamento creano a loro volta prurito” consiglia la ginecologa. Altra cosa da fare è valutare se non si sia sviluppata un'intolleranza o allergia a qualche prodotto cosmetico - creme o oli - che magari si sta utilizzando sulla pancia, per esempio per ridurre il rischio di smagliature. "Per verificarlo basta fare una semplice prova: sospendere il cosmetico per qualche giorno e vedere cosa succede. Se il sintomo migliora significa che è meglio non usare più quel cosmetico, se rimane invariato significa che le cause sono altre".
Per dare sollievo si possono utilizzare creme idratanti ed emollienti, magari contenenti mentolo, che ha un effetto rinfrescante. "E sempre per aiutare la pelle, evitare detergenti troppo schiumogeni, che tendono a seccarla, preferendo invece prodotti delicati per pelli sensibili e intolleranti" afferma Pontello.
L'ultimo consiglio riguarda l'abbigliamento: evitare il contatto con indumenti sintetici e preferire fibre naturali traspiranti.
Prurito in gravidanza, quando preoccuparsi
Come abbiamo detto, in genere il prurito in gravidanza è una condizione fisiologica, che non comporta alcun rischio né per la mamma né per il bambino. "Vale comunque sempre la pena di parlarne con il proprio medico, anche se si tratta di un sintomo lieve, per essere certi che non sia associato ad altre malattie" consiglia Pontello.
In alcuni casi, rari o decisamente rari, infatti, può essere sintomo di altre condizioni, dermatologiche o di altra natura, che possono dare origine a complicazioni ostetriche. Di sicuro il medico va interpellato se il prurito è intenso e riguarda altre parti del corpo oltre all'addome, e se si accompagna a un'eruzione cutanea.
Quando non si tratta di una condizione fisiologica il prurito in gravidanza può dipendere da alcune malattie in particolare. Tra queste:
Colestasi gravidica
È una malattia del fegato che colpisce circa l'1-2% delle donne in gravidanza e che, se trascurata, può provocare complicanze anche serie al bebè. Si manifesta alla fine del secondo o all'inizio del terzo trimestre di gravidanza e il sintomo tipico è un prurito molto intenso della pelle: all'inizio quella di mani e piedi, poi poco a poco di tutto il corpo. Le donne colpite da colestasi venvono attentamente monitorate durante la gravidanza e in genere si programma il parto già dalle 37 settimane.
Eruzioni atopiche della gravidanza
Il termine si riferisce a forme di eczema con prurito che si manifestano in genere nel primo o secondo trimestre di gravidanza, in donne che hanno una storia personale di dermatite atopica, anche se magari non ne soffrono più dall'infanzia. Per quanto possa essere fastidiosa non comporta rischi per la gravidanza, la mamma e il bebè.
PUPPP
Si tratta di un'orticaria abbastanza rara che si manifesta con la comparsa di placche e papule pruriginose tipicamente su pancia, sedere e cosce. Interessa in genere le prime gravidanza ma non le successive e non è pericolosa né per la mamma né per il nascituro.
Pemfigoide gestazionale
Malattia molto rara (un caso ogni 10 mila gravidanze) con base auto-immunitaria. Inizia con un intenso prurito al quale fa seguito la comparsa di caratteristiche lesioni della pelle (placche, papule), che infine diventano bolle. Può essere associato a rischi per il bambino, in particolare di parto pretermine e basso peso alla nascita. Poiché gli autoanticorpi prodotti dalla mamma passano attraverso la placenta, può esserne affetto anche il neonato, ma in modo lieve e temporaneo.
"A eccezione della colestasi gravidica, che prevede la terapia con acido ursodesossicolico, le altre malattie citate si curano in genere con antistaminici e creme cortisoniche per alleviare i sintom" spiega Pontello. "Solo in casi particolari possono essere necessari dei cortisonici orali".
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/salute-e-benessere/prurito-in-gravidanza-come-alleviarlo-quando-preoccuparsi?fbclid=IwAR1Lp5dGSrwM2K_UZ-tW0H_wv92714G8CmP_bJkS-q5VuCKnY44unHr97_s
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