Anche le donne che hanno fatto una tiroidectomia e vivono senza tiroide possono avere una gravidanza serena e avere un figlio. Certo, fertilità e buon esito della gravidanza richiedono per forza di cose un impegno e un’attenzione maggiori rispetto a ogni altra mamma. Anche immediatamente dopo la nascita dovranno seguire indicazioni specifiche. Ecco una guida per te che probabilmente della tiroide sai già molto perché è un problema che ti appartiene, ma speri di trovarti in dolce attesa al più presto e di portare a termine la gravidanza senza tiroide e senza brutte sorprese.
Iniziamo dalle basi.
La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla e si trova appoggiata nella parte anteriore del collo. Ma cosa sono le ghiandole (come quella tiroidea)? Per definizione, sono organi che producono un secreto, in particolare secernono ormoni. Gli ormoni sono messaggeri che appena prodotti si dirigono verso i loro “organi bersaglio” e ne modulano le funzioni.
In pratica, puoi immaginare tutto il nostro organismo come una grande autostrada dove corrono ormoni di ogni genere con innumerevoli compiti da portare a termine. Le loro funzioni sono tutte essenziali per il nostro benessere e per la nostra sopravvivenza.
La tiroide è una ghiandola che produce due diversi ormoni tiroidei (i loro nomi sono triiodiotironina e tetraiodiotironina). Gli ormoni tiroidei non hanno dei veri e propri organi bersaglio, ma agiscono su tutto l’organismo in molti modi. In particolare, lavorano sul metabolismo basale, ovvero il dispendio di energie “vitali” che un organismo ha anche quando è a riposo. Infatti, sebbene non ci si muova, stiamo comunque respirando, digerendo e abbiamo attivi il sistema circolatorio sanguigno e il sistema nervoso. Ecco, la tiroide eccita questo metabolismo e lo accelera. Non a caso, una scarsa produzione di questi ormoni (si parla di ipotiroidismo) porta sonnolenza, torpore mentale, stanchezza cronica e fa ingrassare. La tiroide serve anche a diventare grandi. Prima della nascita e durante l’infanzia gli ormoni secreti da questa ghiandola hanno un ruolo fondamentale nel differenziamento e nella crescita del sistema nervoso centrale e periferico.
Gli ormoni tiroidei sono prodotti grazie a cellule chiamate tireociti che generano e liberano queste sostanze sotto lo stimolo dell’ormone tireostimolante, il TSH, prodotto dall’ipofisi, a sua volta secreto su ordine del TRH che è prodotto dall’ipotalamo… Insomma, una lunga catena di comando per una funzione ormonale importantissima.
Quando viene rimossa la tiroide?
Ci sono numerose patologie (alcune congenite alla nascita e altre invece acquisite nella vita) che possono danneggiare la tiroide. In alcuni casi è necessario asportare tutta la ghiandola nel suo insieme tramite un intervento che si chiama tiroidectomia.
Questo però non deve spaventare, infatti esistono ormai da decenni farmaci che portano a un reintegro degli ormoni tiroidei carenti, in particolare la L-tiroxina.
La terapia con ormoni sostitutivi ha mostrato ottimi risultati su tutto l’organismo, ribilanciandone il funzionamento.
La tiroidectomia può essere parziale, anziché totale. In questo caso si può parlare di istmectomia quando la parte asportata è quella centrale, ovvero l’istmo (dove si “allacciano” le ali della farfalla) oppure di emitiroidectomia, quando viene tolta metà ghiandola (con o senza istmo incluso).
Gli ormoni “sintetici” delle cure farmacologiche che verranno prescritte aiuteranno tutte le donne sottoposte a questi interventi a vivere in condizioni di normalità.
Certo, c’è però un momento particolarmente importante della vita di una donna tiroidectomizzata: quello in cui decide di voler restare incinta. Il periodo di ricerca di un bimbo, così come tutta la durata della gravidanza, richiedono alcune accortezze. Sarà necessario porre grande attenzione al bilanciamento ottimale della terapia che si segue in questo periodo, sia per garantire la fertilità della mamma che la salute del piccolo.
Restare incinta è difficile, ma non impossibile.
In primo luogo, spieghiamo che la mancanza di tiroide significa un quadro clinico di ipotiroidismo (la stessa definizione che viene data a ha una tiroide che “lavora poco”). Difficoltà al concepimento sono comuni nelle donne ipotiroidee che possono avere frequenti cicli irregolari, scarsi e senza ovulazione (detti anovulatori). I cicli anovulatori li abbiamo tutti noi donne di tanto in tanto, ma in chi ha problemi di tiroide o è stata sottoposta ad asportazione della tiroide sono frequenti.
Esiste un rischio di aborto?
Se sono presenti anticorpi anti-tiroide, come nel caso della tiroidite di Hashimoto, la situazione infiammatoria che si genera potrebbe interferire con i meccanismi di impianto dell’embrione e formazione della placenta. Per questo alcuni specialisti ritengono che le malattie tiroidee possano essere implicate in un maggior rischio di aborto, ma attenzione, non significa che tutte le donne che hanno qualche disfunzione tiroidea andranno incontro a poliabortività (episodi ripetuti): molte di loro riusciranno ad avere comunque gravidanze normalissime.
Problemi di fertilità
Un altro meccanismo per cui la donna con disturbi della tiroide potrebbe avere problemi di fertilità riguarda l’invecchiamento precoce delle ovaie. Anche in questo caso, non significa che tutte le donne con disfunzioni tiroidee vanno in menopausa precoce, anche perché l’età della menopausa dipende molto da fattori genetici ed ereditari.
Sono incinta, e adesso? Una volta che la gravidanza si istaura la mamma dovrà continuare a restare sotto controllo per tutto il tempo della gravidanza. Un deficit di ormoni tiroidei durante la formazione del feto o nella prima infanzia può produrre una condizione detta cretinismo caratterizzata da incompleto sviluppo del sistema nervoso centrale e ritardo mentale. A tal proposito, ricordiamo come l’incrementato fabbisogno di tiroxina possa rendersi evidente già nelle prime 4 settimane dal concepimento. Proprio per questo motivo è consigliabile misurare i valori di TSH con immediatezza.
Nelle donne tiroidectomizzate sarà necessario un monitoraggio costante e preciso del TSH e della concentrazione di tiroxina in circolazione, questo per adeguare la terapia ogni volta che è necessario, settandola su misura in ogni fase della gravidanza e per ogni singola futura mamma.
In questo quadro c’è un lato positivo: le cure non saranno una novità e sarai ben seguita da un team medico. Il fatto che ti sia già stata fatta la diagnosi, che tu abbia già da tempo iniziato una terapia dopo l’intervento di tiroidectomia (così come nel caso di carenza tiroidea si stanno già seguendo cure specifiche), ti mette in condizione di essere ben monitorata. È invece molto più pericolosa la situazione di donne che soffrono senza saperlo di disturbi della funzionalità della ghiandola tiroide (condizione che viene definita distiroidismo subclinico o ignoto) e che senza capirne i motivi si ritrovano a non riuscire a rimanere incinte, arrovellandosi sulla propria infertilità. Le stesse che durante la gravidanza potrebbero poi trovarsi protagoniste di spiacevoli eventi di abortività e tutto perché ignare di avere problemi di ipotiroidismo. Certo, prima o poi si scoprirà che il problema risiede in questa ghiandola, ma il tempo che si impiega per fare una diagnosi e dettare una terapia adeguata provoca perdite di tempo e di opportunità preziose al fine di avere un figlio.
A tal proposito, ecco una cosa da tenere a mente! È importante aggiungere – agli esami che a ogni donna si consigliano periodicamente - la valutazione del TSH reflex, un semplice esame ematochimico che toglie molti dubbi e aiuta a risolvere i problemi in tempo.
La tiroide in una gravidanza “normale” cosa fa?
Per tutte le donne, proprio durante la gravidanza la tiroide si trova in un periodo di extra lavoro: ha un grande carico funzionale e si trova costretta ad aumentare la sintesi degli ormoni tiroidei per molte cause diverse. Ti facciamo un solo esempio: in gravidanza il nostro sangue cambia, si genera l’aumento di volume plasmatico con aumento della quantità di sangue circolante e la conseguenza è che le sostanze che circolano nel sangue sono più diluite - inclusi gli ormoni tiroidei - e quindi di riflesso devono essere sintetizzati in maggiori quantità per mantenere stabile la concentrazione nel plasma. Insomma, la tiroide in gravidanza è un argomento al quale prestare attenzione anche per chi ne ha una, e pure ben funzionante.
Fonte https://lines.it/ginecologia/gravidanza/vivere-senza-tiroide-si-puo-rimanere-incinta
Iniziamo dalle basi.
La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla e si trova appoggiata nella parte anteriore del collo. Ma cosa sono le ghiandole (come quella tiroidea)? Per definizione, sono organi che producono un secreto, in particolare secernono ormoni. Gli ormoni sono messaggeri che appena prodotti si dirigono verso i loro “organi bersaglio” e ne modulano le funzioni.
In pratica, puoi immaginare tutto il nostro organismo come una grande autostrada dove corrono ormoni di ogni genere con innumerevoli compiti da portare a termine. Le loro funzioni sono tutte essenziali per il nostro benessere e per la nostra sopravvivenza.
La tiroide è una ghiandola che produce due diversi ormoni tiroidei (i loro nomi sono triiodiotironina e tetraiodiotironina). Gli ormoni tiroidei non hanno dei veri e propri organi bersaglio, ma agiscono su tutto l’organismo in molti modi. In particolare, lavorano sul metabolismo basale, ovvero il dispendio di energie “vitali” che un organismo ha anche quando è a riposo. Infatti, sebbene non ci si muova, stiamo comunque respirando, digerendo e abbiamo attivi il sistema circolatorio sanguigno e il sistema nervoso. Ecco, la tiroide eccita questo metabolismo e lo accelera. Non a caso, una scarsa produzione di questi ormoni (si parla di ipotiroidismo) porta sonnolenza, torpore mentale, stanchezza cronica e fa ingrassare. La tiroide serve anche a diventare grandi. Prima della nascita e durante l’infanzia gli ormoni secreti da questa ghiandola hanno un ruolo fondamentale nel differenziamento e nella crescita del sistema nervoso centrale e periferico.
Gli ormoni tiroidei sono prodotti grazie a cellule chiamate tireociti che generano e liberano queste sostanze sotto lo stimolo dell’ormone tireostimolante, il TSH, prodotto dall’ipofisi, a sua volta secreto su ordine del TRH che è prodotto dall’ipotalamo… Insomma, una lunga catena di comando per una funzione ormonale importantissima.
Quando viene rimossa la tiroide?
Ci sono numerose patologie (alcune congenite alla nascita e altre invece acquisite nella vita) che possono danneggiare la tiroide. In alcuni casi è necessario asportare tutta la ghiandola nel suo insieme tramite un intervento che si chiama tiroidectomia.
Questo però non deve spaventare, infatti esistono ormai da decenni farmaci che portano a un reintegro degli ormoni tiroidei carenti, in particolare la L-tiroxina.
La terapia con ormoni sostitutivi ha mostrato ottimi risultati su tutto l’organismo, ribilanciandone il funzionamento.
La tiroidectomia può essere parziale, anziché totale. In questo caso si può parlare di istmectomia quando la parte asportata è quella centrale, ovvero l’istmo (dove si “allacciano” le ali della farfalla) oppure di emitiroidectomia, quando viene tolta metà ghiandola (con o senza istmo incluso).
Gli ormoni “sintetici” delle cure farmacologiche che verranno prescritte aiuteranno tutte le donne sottoposte a questi interventi a vivere in condizioni di normalità.
Certo, c’è però un momento particolarmente importante della vita di una donna tiroidectomizzata: quello in cui decide di voler restare incinta. Il periodo di ricerca di un bimbo, così come tutta la durata della gravidanza, richiedono alcune accortezze. Sarà necessario porre grande attenzione al bilanciamento ottimale della terapia che si segue in questo periodo, sia per garantire la fertilità della mamma che la salute del piccolo.
Restare incinta è difficile, ma non impossibile.
In primo luogo, spieghiamo che la mancanza di tiroide significa un quadro clinico di ipotiroidismo (la stessa definizione che viene data a ha una tiroide che “lavora poco”). Difficoltà al concepimento sono comuni nelle donne ipotiroidee che possono avere frequenti cicli irregolari, scarsi e senza ovulazione (detti anovulatori). I cicli anovulatori li abbiamo tutti noi donne di tanto in tanto, ma in chi ha problemi di tiroide o è stata sottoposta ad asportazione della tiroide sono frequenti.
Esiste un rischio di aborto?
Se sono presenti anticorpi anti-tiroide, come nel caso della tiroidite di Hashimoto, la situazione infiammatoria che si genera potrebbe interferire con i meccanismi di impianto dell’embrione e formazione della placenta. Per questo alcuni specialisti ritengono che le malattie tiroidee possano essere implicate in un maggior rischio di aborto, ma attenzione, non significa che tutte le donne che hanno qualche disfunzione tiroidea andranno incontro a poliabortività (episodi ripetuti): molte di loro riusciranno ad avere comunque gravidanze normalissime.
Problemi di fertilità
Un altro meccanismo per cui la donna con disturbi della tiroide potrebbe avere problemi di fertilità riguarda l’invecchiamento precoce delle ovaie. Anche in questo caso, non significa che tutte le donne con disfunzioni tiroidee vanno in menopausa precoce, anche perché l’età della menopausa dipende molto da fattori genetici ed ereditari.
Sono incinta, e adesso? Una volta che la gravidanza si istaura la mamma dovrà continuare a restare sotto controllo per tutto il tempo della gravidanza. Un deficit di ormoni tiroidei durante la formazione del feto o nella prima infanzia può produrre una condizione detta cretinismo caratterizzata da incompleto sviluppo del sistema nervoso centrale e ritardo mentale. A tal proposito, ricordiamo come l’incrementato fabbisogno di tiroxina possa rendersi evidente già nelle prime 4 settimane dal concepimento. Proprio per questo motivo è consigliabile misurare i valori di TSH con immediatezza.
Nelle donne tiroidectomizzate sarà necessario un monitoraggio costante e preciso del TSH e della concentrazione di tiroxina in circolazione, questo per adeguare la terapia ogni volta che è necessario, settandola su misura in ogni fase della gravidanza e per ogni singola futura mamma.
In questo quadro c’è un lato positivo: le cure non saranno una novità e sarai ben seguita da un team medico. Il fatto che ti sia già stata fatta la diagnosi, che tu abbia già da tempo iniziato una terapia dopo l’intervento di tiroidectomia (così come nel caso di carenza tiroidea si stanno già seguendo cure specifiche), ti mette in condizione di essere ben monitorata. È invece molto più pericolosa la situazione di donne che soffrono senza saperlo di disturbi della funzionalità della ghiandola tiroide (condizione che viene definita distiroidismo subclinico o ignoto) e che senza capirne i motivi si ritrovano a non riuscire a rimanere incinte, arrovellandosi sulla propria infertilità. Le stesse che durante la gravidanza potrebbero poi trovarsi protagoniste di spiacevoli eventi di abortività e tutto perché ignare di avere problemi di ipotiroidismo. Certo, prima o poi si scoprirà che il problema risiede in questa ghiandola, ma il tempo che si impiega per fare una diagnosi e dettare una terapia adeguata provoca perdite di tempo e di opportunità preziose al fine di avere un figlio.
A tal proposito, ecco una cosa da tenere a mente! È importante aggiungere – agli esami che a ogni donna si consigliano periodicamente - la valutazione del TSH reflex, un semplice esame ematochimico che toglie molti dubbi e aiuta a risolvere i problemi in tempo.
La tiroide in una gravidanza “normale” cosa fa?
Per tutte le donne, proprio durante la gravidanza la tiroide si trova in un periodo di extra lavoro: ha un grande carico funzionale e si trova costretta ad aumentare la sintesi degli ormoni tiroidei per molte cause diverse. Ti facciamo un solo esempio: in gravidanza il nostro sangue cambia, si genera l’aumento di volume plasmatico con aumento della quantità di sangue circolante e la conseguenza è che le sostanze che circolano nel sangue sono più diluite - inclusi gli ormoni tiroidei - e quindi di riflesso devono essere sintetizzati in maggiori quantità per mantenere stabile la concentrazione nel plasma. Insomma, la tiroide in gravidanza è un argomento al quale prestare attenzione anche per chi ne ha una, e pure ben funzionante.
Fonte https://lines.it/ginecologia/gravidanza/vivere-senza-tiroide-si-puo-rimanere-incinta
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