Purché ben lavata, la frutta e la verdura entrano a pieno titolo nelle diete consigliate alle donne in gravidanza. Il loro apporto di vitamine è l’ideale per la salute della donna e del feto.
Ma uno studio su Jama rimette tutto in discussione e invita le donne in gravidanza o desiderose di avere un bambino a non fidarsi troppo di frutta e verdura.
Il problema è nei pesticidi: chi mangia frutta o verdura con alti residui delle sostanze antiparassitarie ha minori probabilità di rimanere incinta o di portare a termine la gravidanza. Lo studio è stato condotto su 325 donne seguite presso un centro di procreazione assistita di Boston tra il 2007 e il 2016.
Tutte le donne, reclutate dallo studio Environment and Reproductive Health (Earth), prima di sottoporsi ai cicli di fecondazione, avevano compilato alcuni questionari sulle loro abitudini alimentari.
I ricercatori hanno misurato la presenza dei pesticidi nella frutta e nelle verdura ricorrendo ai sistemi di monitoraggio del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense. E hanno poi confrontato i valori ottenuti con il numero di gravidanze e di nascite successive a ogni trattamento per la fertilità.
L’associazione tra pesticidi e difficoltà di procreazione è stata giudicata dagli scienziati significativa e degna di venire indagata: le donne che avevano ingerito attraverso fragole o spinaci, per esempio, un’elevata quantità di sostanze chimiche avevano minori probabilità di concepimento rispetto a chi aveva assunto pesticidi in dosi più basse.
«In conclusione, l’assunzione elevata di residui di pesticidi nella frutta e nelle verdura era associata a una minore probabilità di gravidanze e di nascite tra le donne sottoposte a trattamenti per la fertilità», scrivono i ricercatori. «I nostri risultati sono coerenti con gli studi sugli animali che dimostrano che l’esposizione anche a basse dosi di pesticidi può avere un effetto negativo sulla capacità di portare avanti una gravidanza».
Il sospetto dei ricercatori nasce proprio da lì, da quegli studi sugli animali che avevano messo in evidenza gli effetti collaterali dei pesticidi sulla fertilità: gli animali esposti alle sostanza chimiche durante le prime fasi della gravidanza avevano minori possibilità di portare a termine la gestazione dando alla luce la prole.
Leggendo questi risultati gli scienziati di Boston hanno avuto il sospetto che i livelli consentiti dalla Environmental Protection Agency potessero essere ancora troppo alti per escludere eventi avversi simili anche negli esseri umani.
Questo studio, con tutti i limiti degli studi osservazionali impossibilitati a dimostrare un legame diretto tra due fenomeni, aggiunge però un nuovo capo d’accusa alla categoria dei cosiddetti interferenti endocrini, le sostanze chimiche in grado di mandare in tilt il sistema endocrino con conseguenze sulla fertilità. Per ora l’associazione tra pesticidi e infertilità nell’uomo è stata dimostrata con indizi indiretti. Sono necessarie ulteriori indagini per trovare nuove conferme.
Fonte http://www.healthdesk.it/ricerca/pesticidi-frutta-verdura-mandano-tilt-fertilit
Ma uno studio su Jama rimette tutto in discussione e invita le donne in gravidanza o desiderose di avere un bambino a non fidarsi troppo di frutta e verdura.
Il problema è nei pesticidi: chi mangia frutta o verdura con alti residui delle sostanze antiparassitarie ha minori probabilità di rimanere incinta o di portare a termine la gravidanza. Lo studio è stato condotto su 325 donne seguite presso un centro di procreazione assistita di Boston tra il 2007 e il 2016.
Tutte le donne, reclutate dallo studio Environment and Reproductive Health (Earth), prima di sottoporsi ai cicli di fecondazione, avevano compilato alcuni questionari sulle loro abitudini alimentari.
I ricercatori hanno misurato la presenza dei pesticidi nella frutta e nelle verdura ricorrendo ai sistemi di monitoraggio del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense. E hanno poi confrontato i valori ottenuti con il numero di gravidanze e di nascite successive a ogni trattamento per la fertilità.
L’associazione tra pesticidi e difficoltà di procreazione è stata giudicata dagli scienziati significativa e degna di venire indagata: le donne che avevano ingerito attraverso fragole o spinaci, per esempio, un’elevata quantità di sostanze chimiche avevano minori probabilità di concepimento rispetto a chi aveva assunto pesticidi in dosi più basse.
«In conclusione, l’assunzione elevata di residui di pesticidi nella frutta e nelle verdura era associata a una minore probabilità di gravidanze e di nascite tra le donne sottoposte a trattamenti per la fertilità», scrivono i ricercatori. «I nostri risultati sono coerenti con gli studi sugli animali che dimostrano che l’esposizione anche a basse dosi di pesticidi può avere un effetto negativo sulla capacità di portare avanti una gravidanza».
Il sospetto dei ricercatori nasce proprio da lì, da quegli studi sugli animali che avevano messo in evidenza gli effetti collaterali dei pesticidi sulla fertilità: gli animali esposti alle sostanza chimiche durante le prime fasi della gravidanza avevano minori possibilità di portare a termine la gestazione dando alla luce la prole.
Leggendo questi risultati gli scienziati di Boston hanno avuto il sospetto che i livelli consentiti dalla Environmental Protection Agency potessero essere ancora troppo alti per escludere eventi avversi simili anche negli esseri umani.
Questo studio, con tutti i limiti degli studi osservazionali impossibilitati a dimostrare un legame diretto tra due fenomeni, aggiunge però un nuovo capo d’accusa alla categoria dei cosiddetti interferenti endocrini, le sostanze chimiche in grado di mandare in tilt il sistema endocrino con conseguenze sulla fertilità. Per ora l’associazione tra pesticidi e infertilità nell’uomo è stata dimostrata con indizi indiretti. Sono necessarie ulteriori indagini per trovare nuove conferme.
Fonte http://www.healthdesk.it/ricerca/pesticidi-frutta-verdura-mandano-tilt-fertilit
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