Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, ha permesso la realizzazione degli organoidi di placenta, modelli di organi semplificati e miniaturizzati, avendo a disposizione unità biologiche provenienti da placente nei primi tre mesi di gestazione. Ovviamente per raggiungere questi risultati ci sono voluti decenni e ora c’è la possibilità di stravolgere tutte le conoscenze del settore. Graham Burton, autore dello studio, ha commentato:
“La placenta fornisce tutto l’ossigeno e tutti i nutrienti essenziali alla crescita del feto e se non si sviluppa come dovrebbe può avere effetti molto gravi”.
Le mini-placente saranno utilizzato soprattutto in studi farmacologici per testare in sicurezza alcuni medicinali gravidanza. Inoltre, saranno utili per studiare alcune patologie infettive e soprattutto come passano la barriera della placenta. E non è tutto perché i ricercatori dell’Istituto Wellcome Sanger hanno sviluppato ‘CellPhone’, un nuovo strumento statico – proprio grazie alle mini-placente- in grado di prevedere le dinamiche che regolano l’interazione tra l’utero e la placenta.
Fonte http://scienzaesalute.blogosfere.it/post/584760/gravidanza-realizzata-in-laboratorio-la-prima-mini-placenta
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