Tantissime coppie scelgono di affidarsi alla procreazione assistita per iniziare una gravidanza e realizzare il sogno di un bambino. Una delle tecniche più recenti è l‘Iniezione IntraCitoplasmatica di Spermatozoi (ICSI), considerata fra le più efficaci. Si tratta di una pratica di micromanipolazione degli spermatozoi realizzata per aiutare tutte quelle coppie che ricorrono alla fecondazione in vitro per via di un’infertilità maschile.
Cos’è l’ICSI
L’ICSI consiste nella microiniezione, tramite un sottile ago di vetro, di un solo spermatozoo nell’ovocita maturo in modo da ottenerne la fecondazione. In questa tecnica è fondamentale selezionare lo spermatozoo giusto da iniettare nell’ovocita. In questo caso la selezione, a differenza di ciò che accade nella FIVET, viene fatta dall’embriologo che ha il compito di scegliere fra tutti gli spermatozoi il migliore valutando mobilità e morfologia.
Quando va praticata l’ICSI
La fecondazione in vitro con l’ICSI dovrebbe essere praticata dalle coppie che presentano alcune caratteristiche:
Nella ICSI si possono utilizzare
Per sottoporsi alla ICSI la donna deve praticare una stimolazione ovarica assumendo gonadotropine. L’8° giorno del ciclo dovrà eseguire le analisi del sangue per valutare il dosaggio ormonale e delle ecografie con ultrasuoni, allo scopo di monitorare lo sviluppo dei follicoli. Quando i follicoli raggiungeranno i 20 cm di diametro si potrà sospendere la stimolazione ovarica, procedendo all’ICSI.
La fecondazione viene effettuata nel 50-80% degli ovociti trattati. Con l’ICSI le percentuali di successo sono superiori rispetto a quelle registrate per altre tecniche di fecondazione assistita. Per quanto riguarda i rischi dell’ICSI, fino ad oggi tutti gli studi compiuti non hanno registrato nessuna particolare correlazione fra malformazioni del feto e questa tecnica.
Fonte https://dilei.it/mamma/gravidanza-tecnica-icsi-come-funziona/476452/
Cos’è l’ICSI
L’ICSI consiste nella microiniezione, tramite un sottile ago di vetro, di un solo spermatozoo nell’ovocita maturo in modo da ottenerne la fecondazione. In questa tecnica è fondamentale selezionare lo spermatozoo giusto da iniettare nell’ovocita. In questo caso la selezione, a differenza di ciò che accade nella FIVET, viene fatta dall’embriologo che ha il compito di scegliere fra tutti gli spermatozoi il migliore valutando mobilità e morfologia.
Quando va praticata l’ICSI
La fecondazione in vitro con l’ICSI dovrebbe essere praticata dalle coppie che presentano alcune caratteristiche:
- un basso numero di spermatozoi mobili
- un teratospermia grave (spermatozoi con forma anomala)
- incapacità degli spermatozoi di legarsi all’ovocita e penetrarlo
- bassa quantità e bassa qualità degli spermatozoi congelati
- insuccesso con altre tecniche di fecondazione in vitro
- ostruzione del tratto riproduttivo maschile
- Come funziona l’ICSI
Nella ICSI si possono utilizzare
- spermatozoi eiaculati
- spermatozoi epididimari
- spermatozoi testicolari
- spermatidi.
Per sottoporsi alla ICSI la donna deve praticare una stimolazione ovarica assumendo gonadotropine. L’8° giorno del ciclo dovrà eseguire le analisi del sangue per valutare il dosaggio ormonale e delle ecografie con ultrasuoni, allo scopo di monitorare lo sviluppo dei follicoli. Quando i follicoli raggiungeranno i 20 cm di diametro si potrà sospendere la stimolazione ovarica, procedendo all’ICSI.
La fecondazione viene effettuata nel 50-80% degli ovociti trattati. Con l’ICSI le percentuali di successo sono superiori rispetto a quelle registrate per altre tecniche di fecondazione assistita. Per quanto riguarda i rischi dell’ICSI, fino ad oggi tutti gli studi compiuti non hanno registrato nessuna particolare correlazione fra malformazioni del feto e questa tecnica.
Fonte https://dilei.it/mamma/gravidanza-tecnica-icsi-come-funziona/476452/
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