Ad affermarlo è la stessa scienza grazie alla ricerca portata avanti da un team di ricercatori tutto italiano condotta dall’Università di Milano Bicocca e pubblicata sulla rivista inglese “Women and Birth”.
Questo studio ha visto coinvolte circa 170 future mamme che sono state seguite dalla loro 24 settimana gestazionale fino ad un mese dopo il parto.Gli studiosi le hanno sottoposte ad una serie di domande relative alle loro abitudini e ai loro comportamenti durante i nove mesi e dopo il parto, prestando attenzione alle loro abituale o meno tendenza a cantare al proprio piccolo.Le future mamme sono state poi suddivise in due gruppi: chi aveva l’abitudine a cantare al pancione e chi no.
I ricercatori hanno poi esaminato i bambini dopo la nascita e chiesto alle mamme di descrivere i comportamenti, il carattere e gli atteggiamenti dei loro bambini, ciò è servito ai ricercatori per capire se i bambini si comportavano tutti allo stesso modo o erano influenzati dal comportamento delle loro madri. Le risposte hanno messo in luce come il 25% dei bambini nati da madri “silenziose” presentavano maggiori vagiti e pianti rispetto ai piccoli nati da madri canterine, circa il 18%. Il canto nel periodo gestazionale ha avuto effetti positivi anche sulle coliche: i bambini che avevano avuto mamme canterine erano in grado di piangere circa 15 minuti in meno rispetto a chi aveva avuto madri silenziose.
Inoltre i ricercatori hanno valutato anche il tipo di attaccamento nella diade sia prima che dopo al nascita attraverso l’ausilio del Prenatal attachment inventory (Pai) mettendo in evidenza come nei 3 mesi successivi alla nascita i piccoli cresciuti con le ninne nanne presentavano un maggiore livello di attaccamento.
Fonte https://www.chedonna.it/2017/05/02/gravidanza-cantare-al-pancione-fara-piangere-meno-bebe/
Questo studio ha visto coinvolte circa 170 future mamme che sono state seguite dalla loro 24 settimana gestazionale fino ad un mese dopo il parto.Gli studiosi le hanno sottoposte ad una serie di domande relative alle loro abitudini e ai loro comportamenti durante i nove mesi e dopo il parto, prestando attenzione alle loro abituale o meno tendenza a cantare al proprio piccolo.Le future mamme sono state poi suddivise in due gruppi: chi aveva l’abitudine a cantare al pancione e chi no.
I ricercatori hanno poi esaminato i bambini dopo la nascita e chiesto alle mamme di descrivere i comportamenti, il carattere e gli atteggiamenti dei loro bambini, ciò è servito ai ricercatori per capire se i bambini si comportavano tutti allo stesso modo o erano influenzati dal comportamento delle loro madri. Le risposte hanno messo in luce come il 25% dei bambini nati da madri “silenziose” presentavano maggiori vagiti e pianti rispetto ai piccoli nati da madri canterine, circa il 18%. Il canto nel periodo gestazionale ha avuto effetti positivi anche sulle coliche: i bambini che avevano avuto mamme canterine erano in grado di piangere circa 15 minuti in meno rispetto a chi aveva avuto madri silenziose.
Inoltre i ricercatori hanno valutato anche il tipo di attaccamento nella diade sia prima che dopo al nascita attraverso l’ausilio del Prenatal attachment inventory (Pai) mettendo in evidenza come nei 3 mesi successivi alla nascita i piccoli cresciuti con le ninne nanne presentavano un maggiore livello di attaccamento.
Fonte https://www.chedonna.it/2017/05/02/gravidanza-cantare-al-pancione-fara-piangere-meno-bebe/
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