E’ una ricerca clinica ampia, controllata, multicentrica (otto Centri nordamericani hanno aderito allo studio), randomizzata e in “doppio cieco” che ha coinvolto 174 coppie in cui il fattore maschile, valutato attraverso i tradizionali parametri del liquido seminale ed il test di frammentazione del DNA spermatico, sembrava essere la causa principale della loro infertilità.
Le coppie, così selezionate, venivano poi, a random, divise in due gruppi; al primo veniva data una compressa che conteneva diverse vitamine e fattori antiossidanti (Vitamina C, E, D3, Zinco, Selenio, L-Carnitina e Acido folico) mentre al secondo gruppo veniva somministrato una compressa senza queste sostanze e principi attivi, cioè un placebo.
Dopo tre mesi di terapia il quadro seminale e il test di frammentazione del DNA spermatico dei due gruppi sono stati rivalutati e si è visto che solo i parametri riferiti al numero e alla concentrazione degli spermatozoi per ml avevano subito un modesto miglioramento mentre nessuna significativa differenza è stata riscontrata negli altri parametri seminali considerati, come la motilità e la morfologia, ed anche nei test di frammentazione del DNA spermatico.
Pure il dato “gravidanze ottenute” non è risultato significativamente diverso tra i due gruppi: il 10,5% in quello che aveva avuto la terapia con vitamine e fattori antiossidanti e il 9,1% nel gruppo che aveva preso solo il placebo.
A differenza di altri precedenti studi, questa nuova ricerca, condotta in modo controllato e randomizzato, sembra negare l’utilità dell’impiego empirico ed indiscriminato di vitamine e antiossidanti nelle dispermie, soprattutto in coppie che pensano ad una gravidanza “naturale”, cioè senza il ricorso a tecniche di riproduzione assistita.
Altre ricerche corpose ed importanti sono ora necessarie per confermare questa significativa e diversa valutazione finale sulle terapie “antiossidanti".
Fonte:
https://www.eshre.eu/ESHRE2018/Media/ESHRE-2018-Press-releases/Steiner.aspx
Le coppie, così selezionate, venivano poi, a random, divise in due gruppi; al primo veniva data una compressa che conteneva diverse vitamine e fattori antiossidanti (Vitamina C, E, D3, Zinco, Selenio, L-Carnitina e Acido folico) mentre al secondo gruppo veniva somministrato una compressa senza queste sostanze e principi attivi, cioè un placebo.
Dopo tre mesi di terapia il quadro seminale e il test di frammentazione del DNA spermatico dei due gruppi sono stati rivalutati e si è visto che solo i parametri riferiti al numero e alla concentrazione degli spermatozoi per ml avevano subito un modesto miglioramento mentre nessuna significativa differenza è stata riscontrata negli altri parametri seminali considerati, come la motilità e la morfologia, ed anche nei test di frammentazione del DNA spermatico.
Pure il dato “gravidanze ottenute” non è risultato significativamente diverso tra i due gruppi: il 10,5% in quello che aveva avuto la terapia con vitamine e fattori antiossidanti e il 9,1% nel gruppo che aveva preso solo il placebo.
A differenza di altri precedenti studi, questa nuova ricerca, condotta in modo controllato e randomizzato, sembra negare l’utilità dell’impiego empirico ed indiscriminato di vitamine e antiossidanti nelle dispermie, soprattutto in coppie che pensano ad una gravidanza “naturale”, cioè senza il ricorso a tecniche di riproduzione assistita.
Altre ricerche corpose ed importanti sono ora necessarie per confermare questa significativa e diversa valutazione finale sulle terapie “antiossidanti".
Fonte:
https://www.eshre.eu/ESHRE2018/Media/ESHRE-2018-Press-releases/Steiner.aspx
Nessun commento:
Posta un commento