L’età femminile non incide più di tanto sulla fertilità
FALSO I casi recenti di gravidanze portate a buon fine in età avanzate hanno creato la credenza errata che si possa concepire oltre i 50 anni. In realtà, si tratta di casi eccezionali perché proprio l’età è il fattore prevalente nel determinare la fertilità femminile.
La donna raggiunge il picco massimo di fertilità tra i 18-28 anni. Tra i 28 e i 33-35 anni perde qualche punto, dopo i 35 anni la capacità riproduttiva declina irrimediabilmente. Passati i 42 anni, essa risulta estremamente ridotta e cessa dopo i 45 anni. In alcuni casi si può arrivare a 48-50 anni, ma sono casi eccezionali e non la norma.
Anche per i trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) l’età della donna rappresenta il fattore che più riduce la possibilità di avere un bambino. Le tecniche di PMA non possono modificare il fisiologico cambiamento, qualitativo e quantitativo, della riserva ovocitaria femminile correlato all’età, ma possono solo intervenire e risolvere alcuni problemi connessi al concepimento. Nelle tecniche omologhe, i tassi di successo per madri over 40 anni sono uguali o inferiori al 10-15% e diventano trascurabili dopo i 43 anni, mentre sono superiori se si ricorre alla donazione di ovociti da donne più giovani.
Se hai fatto il cesareo non potrai fare mai più gli addominali
FALSO
Il Collegio Americano di Ostetricia e Ginecologia raccomanda alle donne che hanno partorito di riprendere l’attività fisica gradualmente e quando si sentono pronte . Per le donne che hanno effettuato un taglio cesareo è necessario aspettare almeno 6 settimane, ovvero il tempo medio di guarigione della ferita se non ci sono state ulteriori complicazioni (ad esempio infezione della ferita) . Il processo di guarigione termina con la formazione della cicatrice che è composta da un tessuto molto resistente, il tessuto fibrotico. È preferibile e consigliabile, però, che le donne prime di riprendere l’attività fisica si rivolgano al proprio medico/ginecologo per sapere quando è più sicuro tornare a fare sport impegnativi . Nei primi mesi dopo il parto cesareo si raccomanda di non eseguire esercizi faticosi e sollevamenti di carichi pesanti . Si può iniziare con esercizi per il rafforzamento del pavimento pelvico per poi proseguire con il tonificare prima i muscoli del basso ventre e poi gli addominali superiori, per proseguire poi con attività aerobiche come jogging, nuoto etc. . Ricordiamo, inoltre, che una regolare attività fisica dopo la gravidanza comporta una serie di benefici tra cui la perdita di peso, il rafforzamento e tono dei muscoli, il miglioramento dell’umore, la riduzione dello stress e l’aiuto nella prevenzione della depressione post-partum
La birra fa produrre più latte
FALSO - Se bevo birra non è vero che produco più latte! Alcuni studi, infatti, dimostrano che il luppolo e il malto contenuto nella birra non hanno l’effetto di aumentare la produzione del latte nella donna . Dopo il parto, la montata lattea accade fisiologicamente, mentre il mantenimento della produzione di latte si ha soprattutto in risposta alla suzione del bambino. Allattare il piccolo con frequenza e regolarità in risposta alle sue necessità, senza seguire orari dittatoriali, è il miglior modo di mantenere una buona produzione di latte. Non esistono alimenti presunti induttori della produzione di latte. La donna produce la quantità di latte necessaria per soddisfare le esigenze nutritive del bambino , ma la produzione è influenzata da diversi fattori: l’inizio dell’allattamento, il numero delle poppate e l’assunzione di farmaci. È noto che dopo la nascita il neonato va attaccato spesso al seno consentendo lo svuotamento e la produzione di successivo latte: «più il bambino succhia, più latte si produce». Se, invece, il latte rimane nel seno, c’è inibizione della produzione.
La birra non solo non fa aumentare la produzione del latte ma, anzi, è necessario porre attenzione all’alcol in essa contenuto. È sconsigliata, infatti, l’assunzione di alcol durante la gravidanza e l’allattamento: se la mamma beve alcol, il bambino «beve» con lei ! Sono noti gli effetti dannosi dell’alcol anche durante la gravidanza poiché nel feto, che non è in grado di eliminarlo, può provocare danni ai tessuti in formazione (cervello, fegato) e può determinare neonati di basso peso. In Italia, purtroppo, il 25% delle donne in gravidanza consuma bevande alcoliche.
Allattare fa male alla vista: da evitare per chi soffre di miopia
FALSO - Molte donne temono che l’allattamento al seno faccia diminuire la vista o peggiori la miopia, ma non è così: si possono verificare soltanto delle lievi variazioni transitorie nella capacità visiva. L’allattamento non causa abbassamenti dell’acuità visiva e la miopia non è una controindicazione per l’allattamento È uno dei dubbi più frequenti per le neomamme: l’allattamento al seno può far perdere la vista? In effetti possono esserci dei cambiamenti, come un calo dell’acuità visiva, ma sono assolutamente fisiologici e temporanei.
Già durante la gravidanza si verificano modifiche importanti nell’elasticità e nel grado di idratazione dei tessuti che compongono l’occhio. Queste modifiche fanno sì che l’occhio cambi alcune delle sue proprietà, ma tutto rientra nella norma. Semplicemente, se la mamma allatta ci vuole un po’ di tempo in più per rientrare nei parametri. La miopia, quindi, non peggiora con l’allattamento e non rappresenta alcun rischio per la vista della mamma, neppure se questa “in partenza” è già miope .
È vero che, terminato il periodo dell’allattamento, alcune donne possono constatare che la loro miopia è peggiorata, ma questo è dovuto al fatto che la miopia è una malattia degenerativa dell’occhio che tende a peggiorare progressivamente nel tempo, non solo nella donna che allatta, ma anche in donne che non hanno allattato. Pertanto, le vere controindicazioni all’allattamento sono altre ! Se, però, la neomamma presenta già prima della gravidanza patologie oculari importanti è necessario rivolgersi allo specialista che valuterà, caso per caso, cosa fare.
In gravidanza bisogna stare attenti: ma non serve farlo prima
FALSO - Entro le prime 10 settimane di gravidanza l’organismo del bambino si è già formato ed è tardi per prevenire eventuali difetti congeniti. Pertanto, si deve pensare al proprio figlio già prima del concepimento . Tutte le donne, quando si rendono conto di aspettare un figlio, cominciano a prendere precauzioni e a curare di più la propria salute. È fondamentale, invece, che la coppia di futuri genitori si rivolga al proprio medico di fiducia per una consulenza preconcezionale, ossia prima del concepimento. Il colloquio con il medico servirà ad individuare la presenza di malattie ereditarie in famiglia e di altri possibili problemi legati alla gravidanza, a decidere gli esami da effettuare e a fornire alla coppia tutte le informazioni necessarie .
Nel caso in cui nella storia familiare dei genitori o nel loro stato di salute siano presenti elementi in grado di aumentare i rischi di difetti congeniti nel nascituro, il medico potrà proporre un’eventuale consulenza genetica . Le cause dei difetti congeniti possono essere molte e impreviste. Alcune, però, si possono prevenire eliminando fumo, alcol e seguendo un’alimentazione sana ed equilibrata.
Si può fare anche di più: esiste, infatti, una vitamina, l’acido folico, che permette di ridurre il rischio di malformazioni congenite come i difetti del tubo neurale ed alcune malformazioni di cuore, labbro, palato, rene ed arti ). La mamma dovrà semplicemente prendere una compressa di acido folico a partire da almeno un mese prima della gravidanza . L’obiettivo finale è: prendersi cura del proprio bimbo ancor prima che nasca!
Se allatti non puoi rimanere incinta
Il mancato uso di metodi anticoncezionali comporta la possibilità di una gravidanza, anche durante l’allattamento. È, comunque, vero che in questa fase si riduce tale possibilità, ma non si azzera. È convinzione che non si possa rimanere incinta se si sta allattando e, quindi, che si possano avere rapporti sessuali senza rischio di gravidanza! La probabilità di rimanere incinta durante l’allattamento dipende dal fatto che in questo periodo si hanno variazioni ormonali tra cui un aumento della prolattina (necessario alla produzione di latte) che riduce la ripresa di un normale ciclo ovulatorio abbassando, senza escludere, la possibilità di una gravidanza.
I livelli di prolattina, al momento della nascita, rimangono essenzialmente elevati in alcune condizioni e cioè: se il bambino si alimenta solo con il latte materno, se le poppate sono regolari e frequenti, se l’intervallo di giorno (dalle 6.00 alle 22.00) non supera le 4 ore e se l’intervallo di notte (dalle 22.00 alle 6.00) non supera le 6 ore. In situazioni diverse si assiste ad una riduzione della concentrazione di prolattina e il rischio di gravidanza aumenta. L’allattamento non è, quindi, una forma sicura di contraccezione. Chi non desidera avere subito una nuova gravidanza dovrebbe scegliere, chiedendo al medico o al ginecologo, un contraccettivo efficace, compatibile con la prosecuzione dell’allattamento Chi non adotta alcuna forma di contraccezione deve sapere che l’ovulazione può verificarsi, improvvisamente, senza alcun segno o sintomo abituale
Se contrai una malattia infettiva in gravidanza è la fine
Contrarre alcune malattie infettive in gravidanza può comportare dei rischi per il nascituro, ma le mamme possono prendere le dovute precauzioni ancor prima di rimanere incinte!
Le mamme si domandano se le malattie infettive contratte in gravidanza siano sempre pericolose per il loro bambino. Non è così. Alcune, però, come rosolia, varicella e toxoplasmosi, comportano alti rischi per il feto, soprattutto se contratte nel primo trimestre di gravidanza . In questa fase, l’infezione potrebbe generare un aborto spontaneo, morte intra-uterina, gravi malformazioni fetali, difetti della vista, sordità e ritardo mentale .
È per questo che le mamme, prima della gravidanza, dovrebbero eseguire un esame del sangue per verificare la presenza di anticorpi contro tali malattie e, se necessario, prendere le dovute precauzioni. Per rosolia e varicella è disponibile la vaccinazione (da effettuare prima di intraprendere la gravidanza!), mentre per la toxoplasmosi è necessario adottare appropriate misure igieniche per evitare l’infezione (lavarsi sempre le mani, non mangiare carni crude o poco cotte, non mangiare insaccati, lavare accuratamente verdure crude e frutta, evitare i contatti con gatti randagi e le loro feci).
Le donne risultate prive di anticorpi per la toxoplasmosi dovranno ripetere l’esame del sangue durante la gravidanza per assicurarsi di non essersi ammalate senza accorgersene . Ad ogni modo, se la mamma dovesse contrarre una malattia infettiva in gravidanza dovrà sempre consultare il proprio medico per valutare le condizioni di salute del figlio e decidere eventuali terapie
Durante l’allattamento non si può fare sport
Lo sport non è vietato durante l’allattamento, sono altre le vere controindicazioni ! Non bisogna, però, esagerare per non affaticarsi troppo. L’allattamento al seno non ha controindicazioni per la mamma, anzi procura molti benefici ed è il miglior alimento per i neonati. Muoversi quotidianamente produce, infatti, effetti positivi sulla salute fisica e psichica della donna riducendo sintomi come ansia, stress e depressione . Dopo il parto lo sport, con la dieta, aiuta a smaltire i chili accumulati, a recuperare la forma fisica ed a migliorare l’umore. L’importante è non strafare! Le donne che allattano possono allenarsi, ma senza affaticarsi troppo poiché l’allattamento al seno richiede energie ed è bene che la mamma non esegua allenamenti eccessivi che potrebbero interferire con la produzione e la qualità del latte.
Una moderata attività fisica aumenta, inoltre, la produzione di latte. È importante, poi, rispettare i tempi del piccolo. La mamma deve fare attività fisica fra un pasto e l’altro, senza sconvolgere i ritmi del bambino. In generale, durante la pratica dell’attività fisica è bene ricordarsi di bere molto perché muovendosi si suda e si perdono liquidi. L’acqua è la materia prima che serve per produrre il latte materno . Ad ogni modo, prima di dedicarsi ad uno sport durante l’allattamento è sempre opportuno chiedere il parere del proprio medico.
In gravidanza e con l’allattamento non si possono assumere farmaci
FALSO - I farmaci (ma non tutti!) possono avere effetti dannosi in gravidanza e durante l’allattamento. È per questo che, soprattutto in queste «situazioni», devono essere assunti solo quando necessario e sotto prescrizione e controllo medico. Una delle maggiori preoccupazioni delle mamme è che i farmaci assunti in gravidanza e durante l’allattamento possano essere pericolosi per il proprio bambino. Circa l’80% delle donne in gravidanza assume almeno un farmaco . I farmaci possono avere effetti dannosi sul feto in qualsiasi periodo della gestazione, ma solo il 2% degli effetti teratogeni è dovuto ai farmaci in gravidanza. Anche il loro passaggio nel latte materno può essere pericoloso per il lattante. L’atteggiamento ansioso delle mamme, tale da sospendere terapie croniche o l’allattamento al seno, viene incentivato dai foglietti illustrativi che spesso contengono la frase «controindicato in gravidanza ed in allattamento». Ecco perché prima del concepimento, in gravidanza e in corso di allattamento al seno si devono utilizzare farmaci solo se necessari e se consigliati dal medico . Prima e dopo il concepimento la donna deve assolutamente indicare al proprio medico curante le medicine che usa per farsi consigliare se e come continuare ad assumerle . I farmaci vanno evitati solo se vi sono motivi fondati che ne sconsiglino l’utilizzo e la sospensione dell’allattamento deve avvenire soltanto se c’è un fondato rischio di salute per il bambino , tenuto conto del bilancio tra questi rischi e i benefici che l’allattamento reca . In gravidanza e durante l’allattamento, quindi, i farmaci devono essere assunti quando necessario e sotto prescrizione medica, al fine di tutelare la salute di mamma e bambino.
Se sei incinta non puoi fare il bagno in mare
FALSO - Non esistono controindicazioni ad un’attività fisica come il nuoto durante la gravidanza, anzi è stato dimostrato in più studi che l’attività fisica durante questo periodo, se effettuata in modo corretto, ha effetti positivi sia sulla salute della mamma che su quella del nascituro. Esiste la convinzione in numerose donne che non sia possibile farsi una nuotata al mare quando si è in gravidanza per paura che lo sbalzo termico possa far male al bambino. Tale preoccupazione è riportata, spesso, perfino su vari forum on line di carattere generalista, non scientifico, in cui si condividono preoccupazioni ed esperienze, oltre ai classici “consigli della nonna”.
In particolare, il nuoto rappresenta un’ottima opportunità per fare esercizio fisico: l’acqua, infatti, riduce la gravità alleggerendo il carico per le articolazioni di schiena e arti e fornisce una leggera resistenza che favorisce la circolazione ed il ritorno venoso. Lo stile «rana» potrebbe risultare più semplice per chi ha il “pancione”. Naturalmente, quando ci si immerge basta non “strafare” ed avere l’accortezza di lasciare all’organismo il tempo di acclimatarsi. Da evitare le ore più calde, meglio al mattino presto o nel pomeriggio inoltrato. Bisogna, infine, ricordare ancora una volta che la gravidanza non è una malattia, ma un momento in cui avere maggiore cura di sé.
Fonte https://www.corriere.it/salute/pediatria/cards/gravidanza-allattamento-tutti-falsi-miti-salute-donna/se-sei-incinta-non-puoi-fare-bagno-mare.shtml
FALSO I casi recenti di gravidanze portate a buon fine in età avanzate hanno creato la credenza errata che si possa concepire oltre i 50 anni. In realtà, si tratta di casi eccezionali perché proprio l’età è il fattore prevalente nel determinare la fertilità femminile.
La donna raggiunge il picco massimo di fertilità tra i 18-28 anni. Tra i 28 e i 33-35 anni perde qualche punto, dopo i 35 anni la capacità riproduttiva declina irrimediabilmente. Passati i 42 anni, essa risulta estremamente ridotta e cessa dopo i 45 anni. In alcuni casi si può arrivare a 48-50 anni, ma sono casi eccezionali e non la norma.
Anche per i trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) l’età della donna rappresenta il fattore che più riduce la possibilità di avere un bambino. Le tecniche di PMA non possono modificare il fisiologico cambiamento, qualitativo e quantitativo, della riserva ovocitaria femminile correlato all’età, ma possono solo intervenire e risolvere alcuni problemi connessi al concepimento. Nelle tecniche omologhe, i tassi di successo per madri over 40 anni sono uguali o inferiori al 10-15% e diventano trascurabili dopo i 43 anni, mentre sono superiori se si ricorre alla donazione di ovociti da donne più giovani.
Se hai fatto il cesareo non potrai fare mai più gli addominali
FALSO
Il Collegio Americano di Ostetricia e Ginecologia raccomanda alle donne che hanno partorito di riprendere l’attività fisica gradualmente e quando si sentono pronte . Per le donne che hanno effettuato un taglio cesareo è necessario aspettare almeno 6 settimane, ovvero il tempo medio di guarigione della ferita se non ci sono state ulteriori complicazioni (ad esempio infezione della ferita) . Il processo di guarigione termina con la formazione della cicatrice che è composta da un tessuto molto resistente, il tessuto fibrotico. È preferibile e consigliabile, però, che le donne prime di riprendere l’attività fisica si rivolgano al proprio medico/ginecologo per sapere quando è più sicuro tornare a fare sport impegnativi . Nei primi mesi dopo il parto cesareo si raccomanda di non eseguire esercizi faticosi e sollevamenti di carichi pesanti . Si può iniziare con esercizi per il rafforzamento del pavimento pelvico per poi proseguire con il tonificare prima i muscoli del basso ventre e poi gli addominali superiori, per proseguire poi con attività aerobiche come jogging, nuoto etc. . Ricordiamo, inoltre, che una regolare attività fisica dopo la gravidanza comporta una serie di benefici tra cui la perdita di peso, il rafforzamento e tono dei muscoli, il miglioramento dell’umore, la riduzione dello stress e l’aiuto nella prevenzione della depressione post-partum
La birra fa produrre più latte
FALSO - Se bevo birra non è vero che produco più latte! Alcuni studi, infatti, dimostrano che il luppolo e il malto contenuto nella birra non hanno l’effetto di aumentare la produzione del latte nella donna . Dopo il parto, la montata lattea accade fisiologicamente, mentre il mantenimento della produzione di latte si ha soprattutto in risposta alla suzione del bambino. Allattare il piccolo con frequenza e regolarità in risposta alle sue necessità, senza seguire orari dittatoriali, è il miglior modo di mantenere una buona produzione di latte. Non esistono alimenti presunti induttori della produzione di latte. La donna produce la quantità di latte necessaria per soddisfare le esigenze nutritive del bambino , ma la produzione è influenzata da diversi fattori: l’inizio dell’allattamento, il numero delle poppate e l’assunzione di farmaci. È noto che dopo la nascita il neonato va attaccato spesso al seno consentendo lo svuotamento e la produzione di successivo latte: «più il bambino succhia, più latte si produce». Se, invece, il latte rimane nel seno, c’è inibizione della produzione.
La birra non solo non fa aumentare la produzione del latte ma, anzi, è necessario porre attenzione all’alcol in essa contenuto. È sconsigliata, infatti, l’assunzione di alcol durante la gravidanza e l’allattamento: se la mamma beve alcol, il bambino «beve» con lei ! Sono noti gli effetti dannosi dell’alcol anche durante la gravidanza poiché nel feto, che non è in grado di eliminarlo, può provocare danni ai tessuti in formazione (cervello, fegato) e può determinare neonati di basso peso. In Italia, purtroppo, il 25% delle donne in gravidanza consuma bevande alcoliche.
Allattare fa male alla vista: da evitare per chi soffre di miopia
FALSO - Molte donne temono che l’allattamento al seno faccia diminuire la vista o peggiori la miopia, ma non è così: si possono verificare soltanto delle lievi variazioni transitorie nella capacità visiva. L’allattamento non causa abbassamenti dell’acuità visiva e la miopia non è una controindicazione per l’allattamento È uno dei dubbi più frequenti per le neomamme: l’allattamento al seno può far perdere la vista? In effetti possono esserci dei cambiamenti, come un calo dell’acuità visiva, ma sono assolutamente fisiologici e temporanei.
Già durante la gravidanza si verificano modifiche importanti nell’elasticità e nel grado di idratazione dei tessuti che compongono l’occhio. Queste modifiche fanno sì che l’occhio cambi alcune delle sue proprietà, ma tutto rientra nella norma. Semplicemente, se la mamma allatta ci vuole un po’ di tempo in più per rientrare nei parametri. La miopia, quindi, non peggiora con l’allattamento e non rappresenta alcun rischio per la vista della mamma, neppure se questa “in partenza” è già miope .
È vero che, terminato il periodo dell’allattamento, alcune donne possono constatare che la loro miopia è peggiorata, ma questo è dovuto al fatto che la miopia è una malattia degenerativa dell’occhio che tende a peggiorare progressivamente nel tempo, non solo nella donna che allatta, ma anche in donne che non hanno allattato. Pertanto, le vere controindicazioni all’allattamento sono altre ! Se, però, la neomamma presenta già prima della gravidanza patologie oculari importanti è necessario rivolgersi allo specialista che valuterà, caso per caso, cosa fare.
In gravidanza bisogna stare attenti: ma non serve farlo prima
FALSO - Entro le prime 10 settimane di gravidanza l’organismo del bambino si è già formato ed è tardi per prevenire eventuali difetti congeniti. Pertanto, si deve pensare al proprio figlio già prima del concepimento . Tutte le donne, quando si rendono conto di aspettare un figlio, cominciano a prendere precauzioni e a curare di più la propria salute. È fondamentale, invece, che la coppia di futuri genitori si rivolga al proprio medico di fiducia per una consulenza preconcezionale, ossia prima del concepimento. Il colloquio con il medico servirà ad individuare la presenza di malattie ereditarie in famiglia e di altri possibili problemi legati alla gravidanza, a decidere gli esami da effettuare e a fornire alla coppia tutte le informazioni necessarie .
Nel caso in cui nella storia familiare dei genitori o nel loro stato di salute siano presenti elementi in grado di aumentare i rischi di difetti congeniti nel nascituro, il medico potrà proporre un’eventuale consulenza genetica . Le cause dei difetti congeniti possono essere molte e impreviste. Alcune, però, si possono prevenire eliminando fumo, alcol e seguendo un’alimentazione sana ed equilibrata.
Si può fare anche di più: esiste, infatti, una vitamina, l’acido folico, che permette di ridurre il rischio di malformazioni congenite come i difetti del tubo neurale ed alcune malformazioni di cuore, labbro, palato, rene ed arti ). La mamma dovrà semplicemente prendere una compressa di acido folico a partire da almeno un mese prima della gravidanza . L’obiettivo finale è: prendersi cura del proprio bimbo ancor prima che nasca!
Se allatti non puoi rimanere incinta
Il mancato uso di metodi anticoncezionali comporta la possibilità di una gravidanza, anche durante l’allattamento. È, comunque, vero che in questa fase si riduce tale possibilità, ma non si azzera. È convinzione che non si possa rimanere incinta se si sta allattando e, quindi, che si possano avere rapporti sessuali senza rischio di gravidanza! La probabilità di rimanere incinta durante l’allattamento dipende dal fatto che in questo periodo si hanno variazioni ormonali tra cui un aumento della prolattina (necessario alla produzione di latte) che riduce la ripresa di un normale ciclo ovulatorio abbassando, senza escludere, la possibilità di una gravidanza.
I livelli di prolattina, al momento della nascita, rimangono essenzialmente elevati in alcune condizioni e cioè: se il bambino si alimenta solo con il latte materno, se le poppate sono regolari e frequenti, se l’intervallo di giorno (dalle 6.00 alle 22.00) non supera le 4 ore e se l’intervallo di notte (dalle 22.00 alle 6.00) non supera le 6 ore. In situazioni diverse si assiste ad una riduzione della concentrazione di prolattina e il rischio di gravidanza aumenta. L’allattamento non è, quindi, una forma sicura di contraccezione. Chi non desidera avere subito una nuova gravidanza dovrebbe scegliere, chiedendo al medico o al ginecologo, un contraccettivo efficace, compatibile con la prosecuzione dell’allattamento Chi non adotta alcuna forma di contraccezione deve sapere che l’ovulazione può verificarsi, improvvisamente, senza alcun segno o sintomo abituale
Se contrai una malattia infettiva in gravidanza è la fine
Contrarre alcune malattie infettive in gravidanza può comportare dei rischi per il nascituro, ma le mamme possono prendere le dovute precauzioni ancor prima di rimanere incinte!
Le mamme si domandano se le malattie infettive contratte in gravidanza siano sempre pericolose per il loro bambino. Non è così. Alcune, però, come rosolia, varicella e toxoplasmosi, comportano alti rischi per il feto, soprattutto se contratte nel primo trimestre di gravidanza . In questa fase, l’infezione potrebbe generare un aborto spontaneo, morte intra-uterina, gravi malformazioni fetali, difetti della vista, sordità e ritardo mentale .
È per questo che le mamme, prima della gravidanza, dovrebbero eseguire un esame del sangue per verificare la presenza di anticorpi contro tali malattie e, se necessario, prendere le dovute precauzioni. Per rosolia e varicella è disponibile la vaccinazione (da effettuare prima di intraprendere la gravidanza!), mentre per la toxoplasmosi è necessario adottare appropriate misure igieniche per evitare l’infezione (lavarsi sempre le mani, non mangiare carni crude o poco cotte, non mangiare insaccati, lavare accuratamente verdure crude e frutta, evitare i contatti con gatti randagi e le loro feci).
Le donne risultate prive di anticorpi per la toxoplasmosi dovranno ripetere l’esame del sangue durante la gravidanza per assicurarsi di non essersi ammalate senza accorgersene . Ad ogni modo, se la mamma dovesse contrarre una malattia infettiva in gravidanza dovrà sempre consultare il proprio medico per valutare le condizioni di salute del figlio e decidere eventuali terapie
Durante l’allattamento non si può fare sport
Lo sport non è vietato durante l’allattamento, sono altre le vere controindicazioni ! Non bisogna, però, esagerare per non affaticarsi troppo. L’allattamento al seno non ha controindicazioni per la mamma, anzi procura molti benefici ed è il miglior alimento per i neonati. Muoversi quotidianamente produce, infatti, effetti positivi sulla salute fisica e psichica della donna riducendo sintomi come ansia, stress e depressione . Dopo il parto lo sport, con la dieta, aiuta a smaltire i chili accumulati, a recuperare la forma fisica ed a migliorare l’umore. L’importante è non strafare! Le donne che allattano possono allenarsi, ma senza affaticarsi troppo poiché l’allattamento al seno richiede energie ed è bene che la mamma non esegua allenamenti eccessivi che potrebbero interferire con la produzione e la qualità del latte.
Una moderata attività fisica aumenta, inoltre, la produzione di latte. È importante, poi, rispettare i tempi del piccolo. La mamma deve fare attività fisica fra un pasto e l’altro, senza sconvolgere i ritmi del bambino. In generale, durante la pratica dell’attività fisica è bene ricordarsi di bere molto perché muovendosi si suda e si perdono liquidi. L’acqua è la materia prima che serve per produrre il latte materno . Ad ogni modo, prima di dedicarsi ad uno sport durante l’allattamento è sempre opportuno chiedere il parere del proprio medico.
In gravidanza e con l’allattamento non si possono assumere farmaci
FALSO - I farmaci (ma non tutti!) possono avere effetti dannosi in gravidanza e durante l’allattamento. È per questo che, soprattutto in queste «situazioni», devono essere assunti solo quando necessario e sotto prescrizione e controllo medico. Una delle maggiori preoccupazioni delle mamme è che i farmaci assunti in gravidanza e durante l’allattamento possano essere pericolosi per il proprio bambino. Circa l’80% delle donne in gravidanza assume almeno un farmaco . I farmaci possono avere effetti dannosi sul feto in qualsiasi periodo della gestazione, ma solo il 2% degli effetti teratogeni è dovuto ai farmaci in gravidanza. Anche il loro passaggio nel latte materno può essere pericoloso per il lattante. L’atteggiamento ansioso delle mamme, tale da sospendere terapie croniche o l’allattamento al seno, viene incentivato dai foglietti illustrativi che spesso contengono la frase «controindicato in gravidanza ed in allattamento». Ecco perché prima del concepimento, in gravidanza e in corso di allattamento al seno si devono utilizzare farmaci solo se necessari e se consigliati dal medico . Prima e dopo il concepimento la donna deve assolutamente indicare al proprio medico curante le medicine che usa per farsi consigliare se e come continuare ad assumerle . I farmaci vanno evitati solo se vi sono motivi fondati che ne sconsiglino l’utilizzo e la sospensione dell’allattamento deve avvenire soltanto se c’è un fondato rischio di salute per il bambino , tenuto conto del bilancio tra questi rischi e i benefici che l’allattamento reca . In gravidanza e durante l’allattamento, quindi, i farmaci devono essere assunti quando necessario e sotto prescrizione medica, al fine di tutelare la salute di mamma e bambino.
Se sei incinta non puoi fare il bagno in mare
FALSO - Non esistono controindicazioni ad un’attività fisica come il nuoto durante la gravidanza, anzi è stato dimostrato in più studi che l’attività fisica durante questo periodo, se effettuata in modo corretto, ha effetti positivi sia sulla salute della mamma che su quella del nascituro. Esiste la convinzione in numerose donne che non sia possibile farsi una nuotata al mare quando si è in gravidanza per paura che lo sbalzo termico possa far male al bambino. Tale preoccupazione è riportata, spesso, perfino su vari forum on line di carattere generalista, non scientifico, in cui si condividono preoccupazioni ed esperienze, oltre ai classici “consigli della nonna”.
In particolare, il nuoto rappresenta un’ottima opportunità per fare esercizio fisico: l’acqua, infatti, riduce la gravità alleggerendo il carico per le articolazioni di schiena e arti e fornisce una leggera resistenza che favorisce la circolazione ed il ritorno venoso. Lo stile «rana» potrebbe risultare più semplice per chi ha il “pancione”. Naturalmente, quando ci si immerge basta non “strafare” ed avere l’accortezza di lasciare all’organismo il tempo di acclimatarsi. Da evitare le ore più calde, meglio al mattino presto o nel pomeriggio inoltrato. Bisogna, infine, ricordare ancora una volta che la gravidanza non è una malattia, ma un momento in cui avere maggiore cura di sé.
Fonte https://www.corriere.it/salute/pediatria/cards/gravidanza-allattamento-tutti-falsi-miti-salute-donna/se-sei-incinta-non-puoi-fare-bagno-mare.shtml
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