Ogni madre in gravidanza riesce a pensare il suo bimbo quando lo sente muovere in pancia e inizia a conoscerne riti e comportamenti, e con un po’ di sforzo può cercare di immaginarlo già nei primi mesi, quando i suoi movimenti seppur frenetici e continui sono silenziosi e impercettibili, ma cosa succede prima ancora di questo, ovvero nella primissima fase dell’impianto?
In realtà la gravidanza ha origine molto prima, anche prima del risultato positivo del test. Infatti a metà del ciclo mestruale, circa in 14^ giornata, l’ovulo liberato dall’ovaio materno inizia il suo viaggio attraverso una tuba di Falloppio; questo viaggio dura tre giorni, durante i quali per 24 ore mantiene la capacità di essere fecondato. Se in quelle 24 ore avviene un rapporto non protetto, il liquido seminale raggiunge le Tube di Falloppio con il suo carico di spermatozoi, e qui l’ovulo incontra tra miliardi lo spermatozoo che ne causerà la fecondazione: ancora all’interno della tuba, il processo ha inizio.
Come avviene l’annidamento
Da quando ovulo e spermatozoo si incontrano passa una settimana prima che l’embrione formato raggiunga l’utero. In questa settimana pian piano cresce e moltiplica le proprie cellule, ma soprattutto dà origine ad uno strato di cellule che sono in grado, una volta raggiunto l’utero, di infiltrarsi all’interno della parete uterina dove troverà nutrimento ed ossigeno.
Per comprendere il processo d’impianto bisogna sapere che la cavità dell’utero è ricoperta da un “cuscinetto” di cellule e vasi sanguigni denominato endometrio, che si ispessisce durante il ciclo ovarico e uterino proprio per predisporsi all’insediarsi di un eventuale embrione al suo interno.
Alla fine della prima settimana di gravidanza l’embrione è formato da circa 180 cellule, si appoggia all’endometrio come su un cuscino e inizia ad eroderne la superficie. Sommando i tempi si calcola di essere ancora in 23^-24^ giornata del ciclo. Questo processo avviene grazie ad un dialogo tra embrione ed endometrio, che si attivano a vicenda per ottenere il completo annidamento dell’embrione all’interno della parete uterina.
L’annidamento si completa intorno al 13° giorno dal concepimento, circa la 28^ giornata, siamo al salto mestruale. Da ora in poi, parte dell’embrione continua a trasformarsi per dar forma a quella che sarà la placenta, che è formata da un albero di vasi sanguigni che entrano in contatto con il sangue materno e ne assorbono nutrienti, ossigeno e altre sostanze di vario genere. Contemporaneamente le parti dell’embrione che devono organizzarsi in tessuti per dare forma agli organi fetali continuano incessantemente a trasformarsi e, nel giro delle prime 16 settimane di gravidanza, daranno origine ad un minuscolo individuo completo e pronto a crescere, maturare ed infine nascere.
Annidamento, i sintomi da osservare
In pochi mesi, dal nulla si genera un individuo, e quasi senza farsi accorgere, infatti ci sono mamme che, complice un’abitudine a salti mestruali o irregolarità si accorgono della gravidanza quando sono già nel secondo mese. Ma non sempre questo processo avviene in silenzio, vi sono infatti diversi sintomi di annidamento che possono aiutarci a seguire il cammino dell’embrione.
Il fatto è che fecondazione ed annidamento avvengono nella fase che la donna percepisce come premestruale, in un periodo in cui la futura mamma non è concentrata ad ascoltare i segnali del suo corpo, di cui inizia ad accorgersi solo quando il salto mestruale la mette in allerta.
Ma i segnali possono esserci, infatti durante l’impianto si possono percepire piccole fitte nella parte bassa del bacino e a livello del perineo, e ci possono essere perdite ematiche, dovute proprio all’erosione dell’endometrio ed alla risposta ormonale alla fecondazione. Subito dopo saranno evidenti la tensione mammaria e indolenzimento a livello del basso ventre. Questi sintomi spesso vengono interpretati a posteriori in quanto sono molto simili ai dolori premestruali cui molte donne sono abituate, e solo al sopraggiungere del salto mestruale e delle prime nausee prendono tutto il loro significato.
Le perdite ematiche in questa fase della gravidanza possono essere frequenti e dovute a numerosi fattori, le perdite da impianto ne sono una dimostrazione. In questa fase il corpo subisce sbalzi ormonali e modificazioni vascolari importanti che possono giustificare sintomi e perdite; è importante ascoltare se stesse senza ansia, e chiedere il parere al proprio ginecologo per capire se i sintomi sono legati a problematiche o sono solo segni fisiologici della gravidanza iniziale, da ascoltare e seguire nel tempo per comprendere e ammirare dall’esterno l’incredibile percorso del piccolo individuo che si sta formando e con straordinaria determinazione si fa strada fino a venire al mondo, da due cellule iniziali, grazie al corpo della sua mamma.
Se vuoi saperne di più su quello che succede nel corso della gestazione, leggi anche l’articolo Settimane di gravidanza, il diario mese per mese, la nostra guida step by step per conoscere l’evoluzione dello sviluppo del bambino e le trasformazioni del corpo femminile durante tutta la dolce attesa.
Fonte https://lines.it/ginecologia/gravidanza/come-inizia-una-gravidanza-limpianto
In realtà la gravidanza ha origine molto prima, anche prima del risultato positivo del test. Infatti a metà del ciclo mestruale, circa in 14^ giornata, l’ovulo liberato dall’ovaio materno inizia il suo viaggio attraverso una tuba di Falloppio; questo viaggio dura tre giorni, durante i quali per 24 ore mantiene la capacità di essere fecondato. Se in quelle 24 ore avviene un rapporto non protetto, il liquido seminale raggiunge le Tube di Falloppio con il suo carico di spermatozoi, e qui l’ovulo incontra tra miliardi lo spermatozoo che ne causerà la fecondazione: ancora all’interno della tuba, il processo ha inizio.
Come avviene l’annidamento
Da quando ovulo e spermatozoo si incontrano passa una settimana prima che l’embrione formato raggiunga l’utero. In questa settimana pian piano cresce e moltiplica le proprie cellule, ma soprattutto dà origine ad uno strato di cellule che sono in grado, una volta raggiunto l’utero, di infiltrarsi all’interno della parete uterina dove troverà nutrimento ed ossigeno.
Per comprendere il processo d’impianto bisogna sapere che la cavità dell’utero è ricoperta da un “cuscinetto” di cellule e vasi sanguigni denominato endometrio, che si ispessisce durante il ciclo ovarico e uterino proprio per predisporsi all’insediarsi di un eventuale embrione al suo interno.
Alla fine della prima settimana di gravidanza l’embrione è formato da circa 180 cellule, si appoggia all’endometrio come su un cuscino e inizia ad eroderne la superficie. Sommando i tempi si calcola di essere ancora in 23^-24^ giornata del ciclo. Questo processo avviene grazie ad un dialogo tra embrione ed endometrio, che si attivano a vicenda per ottenere il completo annidamento dell’embrione all’interno della parete uterina.
L’annidamento si completa intorno al 13° giorno dal concepimento, circa la 28^ giornata, siamo al salto mestruale. Da ora in poi, parte dell’embrione continua a trasformarsi per dar forma a quella che sarà la placenta, che è formata da un albero di vasi sanguigni che entrano in contatto con il sangue materno e ne assorbono nutrienti, ossigeno e altre sostanze di vario genere. Contemporaneamente le parti dell’embrione che devono organizzarsi in tessuti per dare forma agli organi fetali continuano incessantemente a trasformarsi e, nel giro delle prime 16 settimane di gravidanza, daranno origine ad un minuscolo individuo completo e pronto a crescere, maturare ed infine nascere.
Annidamento, i sintomi da osservare
In pochi mesi, dal nulla si genera un individuo, e quasi senza farsi accorgere, infatti ci sono mamme che, complice un’abitudine a salti mestruali o irregolarità si accorgono della gravidanza quando sono già nel secondo mese. Ma non sempre questo processo avviene in silenzio, vi sono infatti diversi sintomi di annidamento che possono aiutarci a seguire il cammino dell’embrione.
Il fatto è che fecondazione ed annidamento avvengono nella fase che la donna percepisce come premestruale, in un periodo in cui la futura mamma non è concentrata ad ascoltare i segnali del suo corpo, di cui inizia ad accorgersi solo quando il salto mestruale la mette in allerta.
Ma i segnali possono esserci, infatti durante l’impianto si possono percepire piccole fitte nella parte bassa del bacino e a livello del perineo, e ci possono essere perdite ematiche, dovute proprio all’erosione dell’endometrio ed alla risposta ormonale alla fecondazione. Subito dopo saranno evidenti la tensione mammaria e indolenzimento a livello del basso ventre. Questi sintomi spesso vengono interpretati a posteriori in quanto sono molto simili ai dolori premestruali cui molte donne sono abituate, e solo al sopraggiungere del salto mestruale e delle prime nausee prendono tutto il loro significato.
Le perdite ematiche in questa fase della gravidanza possono essere frequenti e dovute a numerosi fattori, le perdite da impianto ne sono una dimostrazione. In questa fase il corpo subisce sbalzi ormonali e modificazioni vascolari importanti che possono giustificare sintomi e perdite; è importante ascoltare se stesse senza ansia, e chiedere il parere al proprio ginecologo per capire se i sintomi sono legati a problematiche o sono solo segni fisiologici della gravidanza iniziale, da ascoltare e seguire nel tempo per comprendere e ammirare dall’esterno l’incredibile percorso del piccolo individuo che si sta formando e con straordinaria determinazione si fa strada fino a venire al mondo, da due cellule iniziali, grazie al corpo della sua mamma.
Se vuoi saperne di più su quello che succede nel corso della gestazione, leggi anche l’articolo Settimane di gravidanza, il diario mese per mese, la nostra guida step by step per conoscere l’evoluzione dello sviluppo del bambino e le trasformazioni del corpo femminile durante tutta la dolce attesa.
Fonte https://lines.it/ginecologia/gravidanza/come-inizia-una-gravidanza-limpianto
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