Bisogna riconoscere che i cambiamenti ormonali possono portare con sé alcuni disturbi tipici della menopausa: ansia, irritabilità, palpitazioni, vampate di calore improvvise con sudorazione, disturbi del sonno, depressione, rallentamento del metabolismo e conseguente aumento di peso. A questi se ne aggiungono altri, più complessi, legati a patologie come l’osteoporosi, o più leggeri, ma sempre fastidiosi, come la disidratazione e l’assottigliamento della cute, che sappiamo essere dovuti soprattutto alla minore presenza di collagene, prodotto in abbondanza sotto lo stimolo degli estrogeni, o la secchezza delle mucose, in particolar modo la secchezza oculare.
Il benessere in menopausa
Come si riconosce la secchezza oculare? È un disturbo che può sorgere prima della menopausa; a volte è legato alla chirurgia laser, a volte all’uso di antistaminici, al diabete o all’atrofia delle ghiandole di Meibomio, ma la menopausa può acuire la situazione o essere la concausa della sua manifestazione poiché la diminuzione dei livelli di testosterone e di estradiolo hanno degli effetti sia sulla produzione e stabilità del film lacrimale.
Come si riconosce la secchezza oculare? In genere si inizia a percepire bruciore, pizzicore o la sensazione che ci siano dei corpi estranei nell’occhio, come se si avesse la sabbia nell’occhio. Questi primi sintomi sono il segno che l’occhio è poco idratato e si affatica più spesso di fronte alla luce: la fotosensibilità è un altro sintomo del disturbo che a lungo andare rischia di trasformarsi in sindrome dell’occhio secco. Per essere certi di aver sviluppato questa sindrome è necessario rivolgersi ad un oculista.
Durante questa fase della vita è comunque opportuno seguire una serie di accorgimenti che possono indurre a cambiare lo stile di vita per lenire il problema della secchezza oculare. Qualche consiglio? Innanzitutto bere almeno due litri di acqua al giorno per cercare di idratare l’organismo al meglio. Scegliere una dieta variegata che assicuri l’apporto di acidi grassi Omega 3, che si trovano in abbondanza nel pesce e nelle noci. Ridurre la polvere, evitare zone fortemente inquinate e umidificare correttamente gli ambienti dove si sosta. Anche gli impacchi caldo umidi possono favorire il corretto funzionamento delle ghiandole palpebrali. È utile, infine, anche cercare di dormire in modo regolare e profondo poiché l’insonnia può agire sulla diminuzione della secrezione lacrimale.
L’uso di lacrime artificiali possibilmente ipotoniche sono un utile ausilio per controllare i sintomi della secchezza oculare.Non tutte sono uguali: le linee guida internazionali consigliano quelle a base di acido ialuronico preferibilmente senza conservanti e in pratici flaconi multidose che sono più pratici da impugnare da tutte le persone. L’acido ialuronico promuove la protezione delle cellule della superficie oculare impedendo che si essicchino e favorendo la riparazione della barriera epiteliale corneale. Un prodotto che rispetta tutte queste caratteristiche è Hyabak di Théa, perfetto per chi porta le lenti a contatto senza conservanti in un pratico flacone multidose che mantiene la sterilità fino a tre mesi dall’apertura. È una soluzione ipotonica che idrata e lubrifica l’occhio grazie all’acido ialuronico. Continene inoltre actinochinolo, agente con proprietà anti UV utile per la protezione degli occhi dai raggi solari durante le fasi di esposizione al mare o in montagna (insieme agli abituali occhiali da sole). Hyabak è utile per prevenire l’affaticamento visivo per utilizzo protratto di lenti a contatto o di device elettronici come smartphone e computer.
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