sabato 3 ottobre 2020

Come avviene la fecondazione assistita?

 Per ricorrere al trattamento di fecondazione assistita si deve innanzitutto essere in possesso di un certificato che attesti in modo inequivocabile la condizione di sterilità o infertilità degli aspiranti genitori. Certificato alla mano è possibile effettuare concretamente questo intervento di aiuto alla gravidanza in strutture pubbliche o private, autorizzate dalle varie Regioni e iscritte in un apposito registro, custodito presso l’Istituto superiore di sanità.

Si chiamano centri di procreazione medicalmente assistita e sono a tutti gli effetti cliniche presso cui è possibile iniziare il proprio trattamento di fecondazione, che consiste in tecniche e pratiche cliniche con lo scopo di favorire la gravidanza attraverso il trattamento di ovociti, spermatozoi ed embrioni [2]. Le tecniche hanno diversi gradi di complessità e invasività e si va dalla fecondazione omologa a quella eterologa:


  • Inseminazione semplice (nel corpo della donna)
  • Fecondazione in vitro (all’esterno del corpo della donna)
  • Trasferimento embrionale
  • Trasferimento dei gameti
  • Microiniezione dello o degli spermatozoi
  • Crioconservazione di gameti e embrioni (congelamento)

Quando una coppia affronta il lungo e incerto processo di fecondazione assistita solitamente ha a che fare con più fasi:


  • La fase della stimolazione ovarica
  • La fase del pick up (il prelievo degli ovociti in day hospital)
  • La fase di transfer (trasferimento degli embrioni nell’utero, in day hospital)
  • La fase del riposo

Sono tutti step da seguire, che costringono la coppia ad esami, ricoveri in day hospital e alla necessità di stare a riposo per favorire l’impianto dell’embrione. Il processo è lungo e complesso. Come si fa quindi con il lavoro?

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