Durante la gestazione il dolore pelvico a cintura colpisce una donna su cinque e, quando avvertito in modo particolarmente intenso, può compromettere la mobilità della gestante e lo svolgimento delle attività ordinarie.
Questo è il tema dell’opuscolo recentemente pubblicato dal britannico Royal College of Obstetricians and Gynaecologists.
La “cintura pelvica” altro non è che un anello osseo posto alla base della colonna vertebrale e connesso agli arti inferiori; è composta dalle ossa che costituiscono il bacino, le quali sono connesse tra loro mediante specifiche articolazioni. Anche se le articolazioni del bacino offrono stabilità e sostegno strutturale alle ossa, diversamente da queste esse sono dotate di un certo grado di mobilità e costituite di un tessuto che risente delle oscillazioni ormonali.
Ebbene, proprio durante la gestazione entra in gioco l’azione di un ormone che rappresenta il principale responsabile del dolore pelvico a cintura: si tratta della relaxina, la cui funzione è quella di ammorbidire legamenti ed articolazioni allo scopo di renderli maggiormente lassi per garantire un minimo aumento di mobilità delle ossa della pelvi.
Il dolore pelvico tipico della gestazione è infatti principalmente avvertito laddove sono anatomicamente localizzate le articolazioni della sinfisi pubica, sacro-iliache e sacro-coccigee, ovvero presso l’area anteriore e/o posteriore del bacino (anche se non di rado esso tende a colpire ulteriori regioni quali anche, inguine e cosce).
Per questo motivo, esso si può immaginare come la conseguenza di un fenomeno totalmente funzionale al parto: un disturbo “parafisiologico”, frutto di “precauzioni speciali” che il corpo mette in atto per rendere più agevole e sicuro il parto.
Oltre all’azione della relaxina, durante la gravidanza entrano in gioco altri fattori quali ad esempio l’aumento ponderale, la crescita fetale, lo sviluppo del viscere uterino, i cambiamenti posturali e di deambulazione: tutti elementi che vanno ad integrarsi fra loro e, non di rado, fanno sì che la mobilizzazione articolare della pelvi non sia completamente uniforme e stabile e sia particolarmente dolorosa.
Il dolore compare prevalentemente negli ultimi mesi di gravidanza e tende a divenire più intenso con il movimento, ad esempio salendo e scendendo dalla macchina, entrando e uscendo dalla vasca, camminando su lunghe distanze o su superfici irregolari; allo stesso modo, il fastidio si intensifica quando si carica il peso del corpo su un solo arto e quindi anche quando ci si veste e si salgono le scale.
Provare ad alleviare questo disagio è una priorità per le future mamme, che vorrebbero assicurarsi di non essere indotte a rinunciare alle proprie attività quotidiane: il primo passo sta quindi nel riferire all’ostetrica/o o al medico di questa sintomatologia e diagnosticare il dolore pelvico a cintura, escludendo altre possibili cause di dolore pelvico.
In seconda battuta, è fondamentale che le mamme evitino di mettere in atto comportamenti che potrebbero indurre un aggravamento del quadro (come ad esempio sollevare pesi, accavallare o incrociare le gambe, sedersi in modo scomposto o sul pavimento) e si prendano cura del proprio corpo.
Potrebbe essere d’aiuto adottare quando possibile anche solo alcune delle seguenti misure: mantenersi attive ma ricordarsi di riposare molto; cambiare spesso posizione e cercare di non stare sedute per più di 30 minuti ogni volta; distribuire uniformemente il peso su ambedue le gambe; vestirsi e spogliarsi da sedute; scendere e salire dall’auto con le gambe unite; dormire sul fianco meno dolente, tenere le ginocchia vicine quando ci si gira nel letto e sfruttare i cuscini di sostegno (sotto la pancia e tra le gambe).
Anche il bagno caldo o, viceversa, il ghiaccio, spesso aiutano ad attenuare la sintomatologia. Qualora questi accorgimenti non fossero sufficienti è possibile affidarsi alle cure di un fisioterapista, osteopata, o chiropratico specializzati nel trattamento di gestanti o ad agopunturisti.
Ciò che è importante è che tutte le mamme sappiano che la precocità della diagnosi e l’adozione degli interventi correttivi/precauzionali è fondamentale in queste circostanze: abbiate fede, questo fenomeno per voi problematico è nella maggioranza dei casi transitorio e non ha conseguenze né sul vostro bambino né sulla modalità di espletamento del parto.
Fonti
– Pelvic girdle pain and pregnancy
– RCOG release: Early diagnosis and treatment of pelvic girdle pain can improve a woman’s quality of life
Questo è il tema dell’opuscolo recentemente pubblicato dal britannico Royal College of Obstetricians and Gynaecologists.
La “cintura pelvica” altro non è che un anello osseo posto alla base della colonna vertebrale e connesso agli arti inferiori; è composta dalle ossa che costituiscono il bacino, le quali sono connesse tra loro mediante specifiche articolazioni. Anche se le articolazioni del bacino offrono stabilità e sostegno strutturale alle ossa, diversamente da queste esse sono dotate di un certo grado di mobilità e costituite di un tessuto che risente delle oscillazioni ormonali.
Ebbene, proprio durante la gestazione entra in gioco l’azione di un ormone che rappresenta il principale responsabile del dolore pelvico a cintura: si tratta della relaxina, la cui funzione è quella di ammorbidire legamenti ed articolazioni allo scopo di renderli maggiormente lassi per garantire un minimo aumento di mobilità delle ossa della pelvi.
Il dolore pelvico tipico della gestazione è infatti principalmente avvertito laddove sono anatomicamente localizzate le articolazioni della sinfisi pubica, sacro-iliache e sacro-coccigee, ovvero presso l’area anteriore e/o posteriore del bacino (anche se non di rado esso tende a colpire ulteriori regioni quali anche, inguine e cosce).
Per questo motivo, esso si può immaginare come la conseguenza di un fenomeno totalmente funzionale al parto: un disturbo “parafisiologico”, frutto di “precauzioni speciali” che il corpo mette in atto per rendere più agevole e sicuro il parto.
Oltre all’azione della relaxina, durante la gravidanza entrano in gioco altri fattori quali ad esempio l’aumento ponderale, la crescita fetale, lo sviluppo del viscere uterino, i cambiamenti posturali e di deambulazione: tutti elementi che vanno ad integrarsi fra loro e, non di rado, fanno sì che la mobilizzazione articolare della pelvi non sia completamente uniforme e stabile e sia particolarmente dolorosa.
Il dolore compare prevalentemente negli ultimi mesi di gravidanza e tende a divenire più intenso con il movimento, ad esempio salendo e scendendo dalla macchina, entrando e uscendo dalla vasca, camminando su lunghe distanze o su superfici irregolari; allo stesso modo, il fastidio si intensifica quando si carica il peso del corpo su un solo arto e quindi anche quando ci si veste e si salgono le scale.
Provare ad alleviare questo disagio è una priorità per le future mamme, che vorrebbero assicurarsi di non essere indotte a rinunciare alle proprie attività quotidiane: il primo passo sta quindi nel riferire all’ostetrica/o o al medico di questa sintomatologia e diagnosticare il dolore pelvico a cintura, escludendo altre possibili cause di dolore pelvico.
In seconda battuta, è fondamentale che le mamme evitino di mettere in atto comportamenti che potrebbero indurre un aggravamento del quadro (come ad esempio sollevare pesi, accavallare o incrociare le gambe, sedersi in modo scomposto o sul pavimento) e si prendano cura del proprio corpo.
Potrebbe essere d’aiuto adottare quando possibile anche solo alcune delle seguenti misure: mantenersi attive ma ricordarsi di riposare molto; cambiare spesso posizione e cercare di non stare sedute per più di 30 minuti ogni volta; distribuire uniformemente il peso su ambedue le gambe; vestirsi e spogliarsi da sedute; scendere e salire dall’auto con le gambe unite; dormire sul fianco meno dolente, tenere le ginocchia vicine quando ci si gira nel letto e sfruttare i cuscini di sostegno (sotto la pancia e tra le gambe).
Anche il bagno caldo o, viceversa, il ghiaccio, spesso aiutano ad attenuare la sintomatologia. Qualora questi accorgimenti non fossero sufficienti è possibile affidarsi alle cure di un fisioterapista, osteopata, o chiropratico specializzati nel trattamento di gestanti o ad agopunturisti.
Ciò che è importante è che tutte le mamme sappiano che la precocità della diagnosi e l’adozione degli interventi correttivi/precauzionali è fondamentale in queste circostanze: abbiate fede, questo fenomeno per voi problematico è nella maggioranza dei casi transitorio e non ha conseguenze né sul vostro bambino né sulla modalità di espletamento del parto.
Fonti
– Pelvic girdle pain and pregnancy
– RCOG release: Early diagnosis and treatment of pelvic girdle pain can improve a woman’s quality of life
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