Allattamento al seno sconsigliato: quando è meglio non allattare
A volte può accadere che il medico sconsigli l’allattamento al seno per alcune ragioni, ovvero quando la salute della madre e/o del bambino è compromessa o se si utilizzano particolari farmaci (come antitumorali o stupefacenti). In base a ciò, allattare è sconsigliato se la donna è affetta da: AIDS, patologie severamente debilitanti (nefrite cronica, sepsi, etc.), psicosi post-partum (ben diversa dalla depressione!) o da Herpes simplex bilaterale al capezzolo (solo fino alla sua scomparsa). Allo stesso modo, si sconsiglia l’allattamento solo se il bimbo soffre di galattosemia: una malattia genetica molto rara che comporta un difetto nel metabolismo del galattosio. Nei casi di Fenilchetonuria o di Malattia delle urine a sciroppo d’acero è possibile allattare ma solo con estrema moderazione.
Allattamento al seno: attente alle false controindicazioni!
Alle raccomandazioni “reali” si accompagno anche delle false controindicazioni, ovvero dei pregiudizi su alcuni eventi ritenuti erroneamente avversi all’allattamento. Questi “falsi miti” spesso possono provocare l’astensione o la sospensione da questa sana abitudine di alimentare il proprio bebè, per tale ragione cercheremo di individuarne i più comuni.
E’ falso non allattare o smettere di farlo se, ad esempio, la mamma: è affetta da Epatite C (tranne che la donna non abbia contratto anche l’AIDS), da lievi patologie (influenza, infezioni urinarie, etc.) o da ipotiroidismo; è in stato interessante; ha dei problemi oculari (astigmatismo, miopia, etc.); ha subito un’anestesia locale o generale; oppure ha visto la ricomparsa delle mestruazioni. Un’altra situazione che demotiva molte mamme dal proseguire l’allattamento al seno è la presenza di ittero da latte materno: in questo caso l’ittero, che è il risultato di un aumento dei livelli di bilirubina nel sangue, si risolve in modo fisiologico dopo breve tempo.
Fonte https://www.maternita.it/allattamento-al-seno-sconsigliato.html
A volte può accadere che il medico sconsigli l’allattamento al seno per alcune ragioni, ovvero quando la salute della madre e/o del bambino è compromessa o se si utilizzano particolari farmaci (come antitumorali o stupefacenti). In base a ciò, allattare è sconsigliato se la donna è affetta da: AIDS, patologie severamente debilitanti (nefrite cronica, sepsi, etc.), psicosi post-partum (ben diversa dalla depressione!) o da Herpes simplex bilaterale al capezzolo (solo fino alla sua scomparsa). Allo stesso modo, si sconsiglia l’allattamento solo se il bimbo soffre di galattosemia: una malattia genetica molto rara che comporta un difetto nel metabolismo del galattosio. Nei casi di Fenilchetonuria o di Malattia delle urine a sciroppo d’acero è possibile allattare ma solo con estrema moderazione.
Allattamento al seno: attente alle false controindicazioni!
Alle raccomandazioni “reali” si accompagno anche delle false controindicazioni, ovvero dei pregiudizi su alcuni eventi ritenuti erroneamente avversi all’allattamento. Questi “falsi miti” spesso possono provocare l’astensione o la sospensione da questa sana abitudine di alimentare il proprio bebè, per tale ragione cercheremo di individuarne i più comuni.
E’ falso non allattare o smettere di farlo se, ad esempio, la mamma: è affetta da Epatite C (tranne che la donna non abbia contratto anche l’AIDS), da lievi patologie (influenza, infezioni urinarie, etc.) o da ipotiroidismo; è in stato interessante; ha dei problemi oculari (astigmatismo, miopia, etc.); ha subito un’anestesia locale o generale; oppure ha visto la ricomparsa delle mestruazioni. Un’altra situazione che demotiva molte mamme dal proseguire l’allattamento al seno è la presenza di ittero da latte materno: in questo caso l’ittero, che è il risultato di un aumento dei livelli di bilirubina nel sangue, si risolve in modo fisiologico dopo breve tempo.
Fonte https://www.maternita.it/allattamento-al-seno-sconsigliato.html
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