Travaglio
Come inizia il travaglio? Molte mamme si chiedono se saranno in grado di riconoscerlo al momento opportuno; in questo contesto sono le contrazioni ed il loro ritmo a fare la differenza! Le contrazioni del travaglio si mostrano più o meno frequenti, ma soprattutto regolari e dolorose, in modo da permettere al collo dell’utero di modificarsi gradualmente e quindi al bambino di nascere.
È importante sottolineare che ogni mamma avrà un suo specifico ritmo di contrazioni, alternate a pause, che la porterà a conoscere suo figlio. Possono presentarsi contrazioni ogni dieci minuti, ogni cinque, ogni due, non esiste una legge universale in questo, l’importante è che vi sia una regolarità.
Ascoltare il proprio corpo e soffermarsi sulle proprie sensazioni è fondamentale per captare l’inizio del travaglio e quindi capire quando è il momento di recarsi nella struttura ospedaliera scelta o contattare l’ostetrica di fiducia.
Prodromico
Tra quelli che possiamo definire come sintomi pretravaglio o sintomi preparto, possiamo inserire il cosiddetto periodo prodromico, ovvero quello subito precedente il travaglio. In questa fase la preparazione muscolare dell’utero, iniziata già durante la gravidanza, raggiunge la sua massima espressione, un po’ come avviene per le prove generali prima di uno spettacolo.
Così, quelli che prima erano semplici indurimenti della pancia, divengono gradualmente dei veri e propri dolori all’utero, che hanno il compito di movimentare la mamma, di farla concentrare sul suo bambino e di iniziare a prendere confidenza con la sensazione dolorosa della contrazione, che sarà presente per tutto il travaglio.
Le contrazioni prodromiche possono essere quindi più o meno dolorose, ma sono fondamentalmente irregolari dal punto di vista temporale. Possono essere ravvicinate per un periodo, poi diradarsi, scomparire per un po’ e tornare successivamente.
Ecco perchè è consigliabile trascorrere questo periodo, che può durare ore o giorni, tra le mura domestiche, in un clima d’intimità che non può che favorire l’arrivo del travaglio vero e proprio. Per esempio, la donna può approfittare di questi momenti di preparazione per ultimare la valigia per il parto, dedicarsi ad attività che la rilassano o fare una doccia.
Contrazioni
In base alla settimana ostetrica o gestazionale le caratteristiche delle contrazioni possono cambiare. Per esempio alla 39 settimana di gravidanza avere la pancia dura può, come abbiamo detto, essere un sintomo preparatorio al parto; eventuali dolori al basso ventre a inizio gravidanza possono invece testimoniare l’avvenuto impianto dell’embrione all’interno dell’utero; quest’ultimo deve annidarsi e farsi spazio nella sua mucosa ed ecco perchè percepire piccole fitte alla pancia in gravidanza, nelle prime settimane, può essere assolutamente fisiologico.
I dolori al basso ventre come sintomo di gravidanza sono quindi da tenere in considerazione, soprattutto se presenti insieme ad altre condizioni come il ritardo mestruale, la nausea, la stanchezza, la tensione al seno, ecc…
Le contrazioni poi possono ripresentarsi sottoforma di piccoli indurimenti o dolori simil mestruali durante tutto l’arco della gravidanza, specialmente in risposta ai movimenti fetali ed in alcuni casi possono essere accompagnate da una sintomatologia più generalizzata che può comprendere fastidio a livello inguinale o dolore alla vagina o fitte alla vagina; questo si verifica perchè la gestazione è un processo che coinvolge l’intero organismo femminile e che quindi richiede alla madre un adattamento speciale.
Nono mese di gravidanza
Nell’arco del nono mese di gravidanza gli indurimenti della pancia preparatori al travaglio possono intensificarsi; questa particolare tipologia di contrazione viene denominata di Braxton-Hicks e normalmente si manifesta come indolore o lievemente fastidiosa per la mamma.
Come già detto è sintomo che la potente muscolatura dell’utero si sta preparando al travaglio ed all’arrivo del nuovo nato. Durante l’ultimo mese di gravidanza può verificarsi anche un altro fenomeno: la perdita del tappo mucoso, ossia di quella piccola quantità di muco che, durante la gravidanza, si trova a livello della cervice ed isola la cavità uterina dall’ambiente esterno, proteggendone il contenuto.
Se avviene sicuramente ci si sta avvicinando al momento della nascita, ma non può essere interpretata come segno assoluto di travaglio imminente.
Sempre riguardo al tappo mucoso, il colore può cambiare, a seconda che sia presente o meno qualche striatura di sangue rosso vivo; durante la gravidanza l’apparato genitale femminile riceve grandi quantità di sangue e la semplice rottura di un minuscolo capillare sul collo dell’utero può generale una lievissima perdita di sangue insieme al muco; anch’essa testimonia semplicemente l’iniziale trasformazione e preparazione del collo dell’utero a quello che sarà il travaglio.
Ad ogni modo la perdita del tappo mucoso senza sangue o con sangue rappresenta sempre e comunque un fenomeno fisiologico. Inoltre può anche darsi che la donna non si accorga di perderlo o che lo perda durante il travaglio.
Dolori mestruali in gravidanza
I dolori all’utero sono un fenomeno abbastanza comune durante la gravidanza. Ecco perchè le donne parlano spesso di dolori mestruali e gravidanza; nella maggior parte dei casi essi non sono sinonimo di patologia.
Qualora però diventino particolarmente fastidiosi per la donna o siano accompagnati da sangue (per esempio abbondanti perdite marroni a fine gravidanza) è bene rivolgersi al pronto soccorso per una valutazione al fine di escludere la presenza di problematiche, tra cui il travaglio pretermine o il distacco di placenta.
Considerando che nella maggior parte dei casi è normale avere dolori mestruali in gravidanza, è importante saper discriminare questa tipologia di dolore da quello di altra natura; talvolta le fitte al basso ventre o i mal di pancia che la mamma può percepire possono non essere correlati alla gravidanza, ma ad altre problematiche indipendenti.
Per esempio se sono presenti nausea e diarrea la sintomatologia dolorosa può essere simile a quella causata dalla contrazione, ma non dipendere da essa.
Inoltre l’utero in crescita può determinare lo schiacciamento degli ureteri e conferire alla donna un dolore al fianco sinistro o destro, in prossimità dei reni; qualora il dolore ai reni in gravidanza diventi costante o aumenti è bene rivolgersi ad uno specialista per valutare il da farsi.
Anche il dolore all’inguine in gravidanza è piuttosto diffuso per via dello stiramento di tutti i legamenti presenti intorno all’apparato genitale, conseguente all’aumento di dimensioni dell’utero. Tuttavia, se si verifica ad inizio gravidanza e diventa forte ed insopportabile è bene rivolgersi al medico per escludere l’eventualità di una gravidanza extrauterina.
Dolori parto
Il travaglio è caratterizzato dall’insorgenza di contrazioni ritmiche, dolorose e regolari, più o meno frequenti che agiscono sul collo dell’utero, insieme alla forza esercitata dalla mole fetale e dal sacco amniotico, determinandone il progressivo raccorciamento e la graduale dilatazione.
L’insieme di questi fenomeni provoca il cosiddetto dolore del parto, totalmente fisiologico ed importante veicolo di comunicazione tra la mamma ed il bambino.
Sono da evitare tutti quei rimedi drastici casalinghi sul come partorire prima e stimolare l’insorgenza del travaglio (per esempio olio di ricino o supposte di glicerina in gravidanza per aumentare la peristalsi intestinale) poiché possono generare inutili mal di pancia e non risultare ugualmente efficaci nell’indurre il parto.
Fonte https://www.passionemamma.it/2017/08/dolori-mestruali-fine-gravidanza/
Come inizia il travaglio? Molte mamme si chiedono se saranno in grado di riconoscerlo al momento opportuno; in questo contesto sono le contrazioni ed il loro ritmo a fare la differenza! Le contrazioni del travaglio si mostrano più o meno frequenti, ma soprattutto regolari e dolorose, in modo da permettere al collo dell’utero di modificarsi gradualmente e quindi al bambino di nascere.
È importante sottolineare che ogni mamma avrà un suo specifico ritmo di contrazioni, alternate a pause, che la porterà a conoscere suo figlio. Possono presentarsi contrazioni ogni dieci minuti, ogni cinque, ogni due, non esiste una legge universale in questo, l’importante è che vi sia una regolarità.
Ascoltare il proprio corpo e soffermarsi sulle proprie sensazioni è fondamentale per captare l’inizio del travaglio e quindi capire quando è il momento di recarsi nella struttura ospedaliera scelta o contattare l’ostetrica di fiducia.
Prodromico
Tra quelli che possiamo definire come sintomi pretravaglio o sintomi preparto, possiamo inserire il cosiddetto periodo prodromico, ovvero quello subito precedente il travaglio. In questa fase la preparazione muscolare dell’utero, iniziata già durante la gravidanza, raggiunge la sua massima espressione, un po’ come avviene per le prove generali prima di uno spettacolo.
Così, quelli che prima erano semplici indurimenti della pancia, divengono gradualmente dei veri e propri dolori all’utero, che hanno il compito di movimentare la mamma, di farla concentrare sul suo bambino e di iniziare a prendere confidenza con la sensazione dolorosa della contrazione, che sarà presente per tutto il travaglio.
Le contrazioni prodromiche possono essere quindi più o meno dolorose, ma sono fondamentalmente irregolari dal punto di vista temporale. Possono essere ravvicinate per un periodo, poi diradarsi, scomparire per un po’ e tornare successivamente.
Ecco perchè è consigliabile trascorrere questo periodo, che può durare ore o giorni, tra le mura domestiche, in un clima d’intimità che non può che favorire l’arrivo del travaglio vero e proprio. Per esempio, la donna può approfittare di questi momenti di preparazione per ultimare la valigia per il parto, dedicarsi ad attività che la rilassano o fare una doccia.
Contrazioni
In base alla settimana ostetrica o gestazionale le caratteristiche delle contrazioni possono cambiare. Per esempio alla 39 settimana di gravidanza avere la pancia dura può, come abbiamo detto, essere un sintomo preparatorio al parto; eventuali dolori al basso ventre a inizio gravidanza possono invece testimoniare l’avvenuto impianto dell’embrione all’interno dell’utero; quest’ultimo deve annidarsi e farsi spazio nella sua mucosa ed ecco perchè percepire piccole fitte alla pancia in gravidanza, nelle prime settimane, può essere assolutamente fisiologico.
I dolori al basso ventre come sintomo di gravidanza sono quindi da tenere in considerazione, soprattutto se presenti insieme ad altre condizioni come il ritardo mestruale, la nausea, la stanchezza, la tensione al seno, ecc…
Le contrazioni poi possono ripresentarsi sottoforma di piccoli indurimenti o dolori simil mestruali durante tutto l’arco della gravidanza, specialmente in risposta ai movimenti fetali ed in alcuni casi possono essere accompagnate da una sintomatologia più generalizzata che può comprendere fastidio a livello inguinale o dolore alla vagina o fitte alla vagina; questo si verifica perchè la gestazione è un processo che coinvolge l’intero organismo femminile e che quindi richiede alla madre un adattamento speciale.
Nono mese di gravidanza
Nell’arco del nono mese di gravidanza gli indurimenti della pancia preparatori al travaglio possono intensificarsi; questa particolare tipologia di contrazione viene denominata di Braxton-Hicks e normalmente si manifesta come indolore o lievemente fastidiosa per la mamma.
Come già detto è sintomo che la potente muscolatura dell’utero si sta preparando al travaglio ed all’arrivo del nuovo nato. Durante l’ultimo mese di gravidanza può verificarsi anche un altro fenomeno: la perdita del tappo mucoso, ossia di quella piccola quantità di muco che, durante la gravidanza, si trova a livello della cervice ed isola la cavità uterina dall’ambiente esterno, proteggendone il contenuto.
Se avviene sicuramente ci si sta avvicinando al momento della nascita, ma non può essere interpretata come segno assoluto di travaglio imminente.
Sempre riguardo al tappo mucoso, il colore può cambiare, a seconda che sia presente o meno qualche striatura di sangue rosso vivo; durante la gravidanza l’apparato genitale femminile riceve grandi quantità di sangue e la semplice rottura di un minuscolo capillare sul collo dell’utero può generale una lievissima perdita di sangue insieme al muco; anch’essa testimonia semplicemente l’iniziale trasformazione e preparazione del collo dell’utero a quello che sarà il travaglio.
Ad ogni modo la perdita del tappo mucoso senza sangue o con sangue rappresenta sempre e comunque un fenomeno fisiologico. Inoltre può anche darsi che la donna non si accorga di perderlo o che lo perda durante il travaglio.
Dolori mestruali in gravidanza
I dolori all’utero sono un fenomeno abbastanza comune durante la gravidanza. Ecco perchè le donne parlano spesso di dolori mestruali e gravidanza; nella maggior parte dei casi essi non sono sinonimo di patologia.
Qualora però diventino particolarmente fastidiosi per la donna o siano accompagnati da sangue (per esempio abbondanti perdite marroni a fine gravidanza) è bene rivolgersi al pronto soccorso per una valutazione al fine di escludere la presenza di problematiche, tra cui il travaglio pretermine o il distacco di placenta.
Considerando che nella maggior parte dei casi è normale avere dolori mestruali in gravidanza, è importante saper discriminare questa tipologia di dolore da quello di altra natura; talvolta le fitte al basso ventre o i mal di pancia che la mamma può percepire possono non essere correlati alla gravidanza, ma ad altre problematiche indipendenti.
Per esempio se sono presenti nausea e diarrea la sintomatologia dolorosa può essere simile a quella causata dalla contrazione, ma non dipendere da essa.
Inoltre l’utero in crescita può determinare lo schiacciamento degli ureteri e conferire alla donna un dolore al fianco sinistro o destro, in prossimità dei reni; qualora il dolore ai reni in gravidanza diventi costante o aumenti è bene rivolgersi ad uno specialista per valutare il da farsi.
Anche il dolore all’inguine in gravidanza è piuttosto diffuso per via dello stiramento di tutti i legamenti presenti intorno all’apparato genitale, conseguente all’aumento di dimensioni dell’utero. Tuttavia, se si verifica ad inizio gravidanza e diventa forte ed insopportabile è bene rivolgersi al medico per escludere l’eventualità di una gravidanza extrauterina.
Dolori parto
Il travaglio è caratterizzato dall’insorgenza di contrazioni ritmiche, dolorose e regolari, più o meno frequenti che agiscono sul collo dell’utero, insieme alla forza esercitata dalla mole fetale e dal sacco amniotico, determinandone il progressivo raccorciamento e la graduale dilatazione.
L’insieme di questi fenomeni provoca il cosiddetto dolore del parto, totalmente fisiologico ed importante veicolo di comunicazione tra la mamma ed il bambino.
Sono da evitare tutti quei rimedi drastici casalinghi sul come partorire prima e stimolare l’insorgenza del travaglio (per esempio olio di ricino o supposte di glicerina in gravidanza per aumentare la peristalsi intestinale) poiché possono generare inutili mal di pancia e non risultare ugualmente efficaci nell’indurre il parto.
Fonte https://www.passionemamma.it/2017/08/dolori-mestruali-fine-gravidanza/
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