«Ci è voluto un anno per capire che non bastavano i consigli. Un anno per capire che alla fine non bastavamo noi». Così a 35 anni in un algido studio ginecologico arriva la notizia che non avrebbe mai voluto ricevere: le probabilità di diventare mamma naturalmente sono quasi nulle. Da quel momento in poi, lei che era una dei quelle convinta di dovere aspettare il momento giusto, il lavoro sicuro, l’amore della vita, la casa perfetta, si ritrova con un’infinita lista di esami da fare e con la sensazione di essere diventata “Una fra tante”, una delle tante donne che vedono andare in fumo il loro desiderio più grande: quello di avere un figlio. “Una fra tante” è uno dei racconti che si trovano sul portale Parole fertili’, il nuovo progetto di storytelling, dedicato alla condivisione di storie sulla ricerca di un figlio, realizzato con il supporto non condizionante di Ibsa Pma.
«La metafora di Parolefertili.it - spiega Cristina Cenci, antropologa, fondatrice del Center for Digital Health Humanities - è il dono: della propria storia di vita, delle proprie emozioni, di come ci si può sentire sempre e comunque fertili, anche senza diventare madre o padre. L’invito è a donare ma anche ad adottare queste storie per rispecchiarsi e ritrovarsi nel racconto degli altri. Parolefertili.it è una delle modalità con cui le storie possono prendersi cura: offrendo significati, ispirazione, coraggio, forza, parole per dire la paura e lo sconforto». «Al momento - dichiara Cenci - tra le nostre storie il grande assente è l’uomo, intrappolato in un silenzio che nasce dal rifiuto del fallimento, che spesso porta anche al rifiuto della diagnosi».
Secondo uno studio pubblicato sull’Hasting Centre Report, il 50 per cento delle donne e il 15 per cento degli uomini considera l’infertilità l’evento più grave della loro vita. Le donne infertili in particolare presentano un quadro psicologico sovrapponibile alle pazienti affette da patologie come il cancro.
«La difficoltà o l’impossibilità a generare è vissuta come un tabù - afferma Cristina Cenci - A differenza di altre patologie, nell’infertilità si diventa ‘pazienti’ solo nel momento in cui si desidera un figlio. Senza il desiderio, si resta fertili, anche se medicalmente sterili. Le difficoltà a realizzare il desiderio di maternità/paternità sono vissute con colpa, dolore, frustrazione, invidia, emozioni difficilmente comunicabili, Spesso lo spazio digitale consente di uscire dalla solitudine, offre un’intimità anonima che facilita l’espressione e la condivisione del vissuto di infertilità».
Fonte http://www.healthdesk.it/cronache/infertilit-parolefertiliit-storie-coppie-cerca-figlio
«La metafora di Parolefertili.it - spiega Cristina Cenci, antropologa, fondatrice del Center for Digital Health Humanities - è il dono: della propria storia di vita, delle proprie emozioni, di come ci si può sentire sempre e comunque fertili, anche senza diventare madre o padre. L’invito è a donare ma anche ad adottare queste storie per rispecchiarsi e ritrovarsi nel racconto degli altri. Parolefertili.it è una delle modalità con cui le storie possono prendersi cura: offrendo significati, ispirazione, coraggio, forza, parole per dire la paura e lo sconforto». «Al momento - dichiara Cenci - tra le nostre storie il grande assente è l’uomo, intrappolato in un silenzio che nasce dal rifiuto del fallimento, che spesso porta anche al rifiuto della diagnosi».
Secondo uno studio pubblicato sull’Hasting Centre Report, il 50 per cento delle donne e il 15 per cento degli uomini considera l’infertilità l’evento più grave della loro vita. Le donne infertili in particolare presentano un quadro psicologico sovrapponibile alle pazienti affette da patologie come il cancro.
«La difficoltà o l’impossibilità a generare è vissuta come un tabù - afferma Cristina Cenci - A differenza di altre patologie, nell’infertilità si diventa ‘pazienti’ solo nel momento in cui si desidera un figlio. Senza il desiderio, si resta fertili, anche se medicalmente sterili. Le difficoltà a realizzare il desiderio di maternità/paternità sono vissute con colpa, dolore, frustrazione, invidia, emozioni difficilmente comunicabili, Spesso lo spazio digitale consente di uscire dalla solitudine, offre un’intimità anonima che facilita l’espressione e la condivisione del vissuto di infertilità».
Fonte http://www.healthdesk.it/cronache/infertilit-parolefertiliit-storie-coppie-cerca-figlio
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