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Infatti le ovaie femminili sono costituite proprio da cellule triple. In un secondo momento, in questo ovaio “bionico”, è stato inserito un ovocita immaturo, il quale non solo si è annidato perfettamente nell’organo artificiale, ma ha compiuto la sua maturazione nel giro di pochissimo tempo. La straordinarietà dell’impresa sta nel fatto che mai, prima d’ora, si era riusciti a ricreare in laboratorio dei tessuti tridimensionali così vitali.
Gli sviluppi pratici della ricerca americana permetteranno di comprendere cause, natura e origine delle varie forme di infertilità femminile e, soprattutto, forniranno una speranza a tutte quelle donne colpite da tumore – e quindi da infertilità temporanea causata anche da cure chemioterapiche o interventi chirurgici di tipo invasivo – alle quali sarà così possibile prelevare gli ovuli immaturi e portarli a sviluppo nell’ovaio artificiale.
Ad occuparsi di questo importante studio è stata la dott.ssa Sandra Carson, docente di Ginecologia e Ostetricia presso la Brown University, la quale ha guidato un team costituito da ricercatori e medici della stessa Università e del Woman & Infants Hospital di Rhode Island. I risultati dell’esperimento messo a punto dalla squadra della dott.ssa Carson sono stati pubblicati nella rivista “Journal of Assisted Reproduction and Genetics”.
Fonte https://mamma.pourfemme.it/articolo/infertilita-creato-in-laboratorio-il-primo-ovaio-artificiale/5219/
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