I miomi sono estrogeno sensibili, nonostante non sia stata dimostrata un'associazione causale tra livelli estrogenici ematici e rischio di tali tumori.
La prevalenza dei fibromi aumenta con l'età, essendo molto bassa prima dei 20 anni, e crescendo gradualmente sino a raggiungere un picco in epoca pre-menopausale, tra i 40 e i 50 anni.
Le stime di prevalenza sono molto variabili in base alla metodica diagnostica (esame fisico, ecografia transvaginale, esame istologico su utero asportato) e all'attenzione dell'esaminatore nei confronti delle lesioni di limitate dimensioni, in linea generale, da un terzo a metà delle donne ultraquarantenni è portatrice di miomi uterini.
I miomi possono causare aumento della quantità del flusso mestruale e interferire con la riproduzione. Dopo il taglio cesareo, i fibromi sono la principale indicazione chirurgica nelle donne e la prima voce di spesa sanitaria in ambito ginecologico.
Ogni anno in Italia decine di migliaia di donne sono sottoposte a interventi conservativi (miomectomia) o demolitivi (isterectomia) a causa di miomi. Non sono stati individuati efficaci interventi di prevenzione primaria dei fibromi.
Il trattamento dei fibromi è di tipo chirurgico (miomectomia) e si impone quando sono presenti sintomi importanti o quando le dimensioni del fibroma sono maggiori di 4-5 cm, tali da determinare un rischio di complicanze future.
Nelle donne in età riproduttiva, che desiderano una gravidanza, l’intervento chirurgico va eseguito se il fibroma impedisce la gravidanza o se le sue dimensioni possono determinare problemi in caso di gravidanza futura, poiché in gravidanza i fibromi tendono a crescere di dimensioni. Nelle donne prossime alla menopausa va tenuto presente, nella valutazione dell'opportunità di un intervento, che i fibromi dopo la menopausa tendono lievemente a regredire.
Fonte http://www.salute.gov.it/portale/fertility/dettaglioContenutiFertility.jsp?lingua=italiano&id=4561&area=fertilita&menu=malattie
La prevalenza dei fibromi aumenta con l'età, essendo molto bassa prima dei 20 anni, e crescendo gradualmente sino a raggiungere un picco in epoca pre-menopausale, tra i 40 e i 50 anni.
Le stime di prevalenza sono molto variabili in base alla metodica diagnostica (esame fisico, ecografia transvaginale, esame istologico su utero asportato) e all'attenzione dell'esaminatore nei confronti delle lesioni di limitate dimensioni, in linea generale, da un terzo a metà delle donne ultraquarantenni è portatrice di miomi uterini.
I miomi possono causare aumento della quantità del flusso mestruale e interferire con la riproduzione. Dopo il taglio cesareo, i fibromi sono la principale indicazione chirurgica nelle donne e la prima voce di spesa sanitaria in ambito ginecologico.
Ogni anno in Italia decine di migliaia di donne sono sottoposte a interventi conservativi (miomectomia) o demolitivi (isterectomia) a causa di miomi. Non sono stati individuati efficaci interventi di prevenzione primaria dei fibromi.
Il trattamento dei fibromi è di tipo chirurgico (miomectomia) e si impone quando sono presenti sintomi importanti o quando le dimensioni del fibroma sono maggiori di 4-5 cm, tali da determinare un rischio di complicanze future.
Nelle donne in età riproduttiva, che desiderano una gravidanza, l’intervento chirurgico va eseguito se il fibroma impedisce la gravidanza o se le sue dimensioni possono determinare problemi in caso di gravidanza futura, poiché in gravidanza i fibromi tendono a crescere di dimensioni. Nelle donne prossime alla menopausa va tenuto presente, nella valutazione dell'opportunità di un intervento, che i fibromi dopo la menopausa tendono lievemente a regredire.
Fonte http://www.salute.gov.it/portale/fertility/dettaglioContenutiFertility.jsp?lingua=italiano&id=4561&area=fertilita&menu=malattie
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