Il tumore alla mammella è una delle neoplasie più comuni per le donne in età fertile, ci sono quasi 2.500 casi ogni anno solo in Italia.
Il problema di poter avere un figlio dopo aver sconfitto un cancro al seno era dovuto al fatto che i trattamenti effettuati contro il tumore, come la chemio, spesso rendono le donne non fertili o velocizzano la menopausa, rendendo così impossibile restare incinta. Il 50% delle donne che erano sopravvissute ad un tumore al seno erano diventate infertili a causa della menopausa precoce.
Ma ricominciare a vivere dopo il tumore al seno si può, ed anche avere un bambino, oggi come oggi.
Infatti i progressi della scienza hanno portato ad un nuovo capitolo in questo ambito.
Uno studio italiano, condotto dall’Istituto Tumori di Genova, ha spiegato che è possibile impedire la menopausa precoce indotta dalla chemio per mezzo di alcuni farmaci. Questa ricerca, condotta nel 2015, è stata anche suffragata da uno studio statunitense che è giunto alle stesse conclusioni: esistono farmaci in grado di aiutare a sconfiggere la menopausa anticipata e a raddoppiare la possibilità di diventare madri. Questi farmaci, secondo lo studio italiano, proteggono la funzione delle ovaie dagli effetti devastanti della chemioterapia, per mezzo della somministrazione di farmaci che mettono temporaneamente le ovaie ‘in stand by’ nel corso della cura contro il cancro. In questo modo esse non si danneggiano e quando la chemio è terminata, hanno il 50% in più di possibilità di tornare a funzionare correttamente.
Questa cura giunge fino a raddoppiare le possibilità di avere un figlio rispetto alle donne che non la seguono; infatti gli studi condotti in Italia e negli Stati Uniti d’America hanno dimostrato che le donne che usano questi farmaci nel corso della chemioterapia riescono a concepire due volte più probabilmente delle donne che invece non vi hanno fatto ricorso.
La cura agisce in maniera più intensa nei confronti delle giovani donne che non abbiano ancora avuto figli, in genere fino ai 40 anni (ma si hanno anche casi di donne guarite e che sono riuscite a partorire anche a 42 anni).
Questi farmaci che hanno l’azione simile a quella di un ormone possono aiutare la donna a tenere aperta la porta della speranza anche dopo essere guarita dal tumore. Per la donna il fatto che le si proponga di assumere un farmaco che tuteli le sue ovaie mentre fa la chemioterapia è come un raggio di speranza: l’idea che esiste anche un ‘dopo’ il cancro. Un dopo pieno di vita.
Purtroppo, per ora, il farmaco che aiuta a preservare la fertilità è ancora a carico delle pazienti: l’intero trattamento, in genere sei somministrazioni intramuscolari, costano 900 euro. Si spera solo che presto sia a carico del SSN per ridare speranza a tutte le donne che affrontano il cancro.
Fonte http://mammaoggi.it/posso-un-bambino-un-tumore-al-seno/
Il problema di poter avere un figlio dopo aver sconfitto un cancro al seno era dovuto al fatto che i trattamenti effettuati contro il tumore, come la chemio, spesso rendono le donne non fertili o velocizzano la menopausa, rendendo così impossibile restare incinta. Il 50% delle donne che erano sopravvissute ad un tumore al seno erano diventate infertili a causa della menopausa precoce.
Ma ricominciare a vivere dopo il tumore al seno si può, ed anche avere un bambino, oggi come oggi.
Infatti i progressi della scienza hanno portato ad un nuovo capitolo in questo ambito.
Uno studio italiano, condotto dall’Istituto Tumori di Genova, ha spiegato che è possibile impedire la menopausa precoce indotta dalla chemio per mezzo di alcuni farmaci. Questa ricerca, condotta nel 2015, è stata anche suffragata da uno studio statunitense che è giunto alle stesse conclusioni: esistono farmaci in grado di aiutare a sconfiggere la menopausa anticipata e a raddoppiare la possibilità di diventare madri. Questi farmaci, secondo lo studio italiano, proteggono la funzione delle ovaie dagli effetti devastanti della chemioterapia, per mezzo della somministrazione di farmaci che mettono temporaneamente le ovaie ‘in stand by’ nel corso della cura contro il cancro. In questo modo esse non si danneggiano e quando la chemio è terminata, hanno il 50% in più di possibilità di tornare a funzionare correttamente.
Questa cura giunge fino a raddoppiare le possibilità di avere un figlio rispetto alle donne che non la seguono; infatti gli studi condotti in Italia e negli Stati Uniti d’America hanno dimostrato che le donne che usano questi farmaci nel corso della chemioterapia riescono a concepire due volte più probabilmente delle donne che invece non vi hanno fatto ricorso.
La cura agisce in maniera più intensa nei confronti delle giovani donne che non abbiano ancora avuto figli, in genere fino ai 40 anni (ma si hanno anche casi di donne guarite e che sono riuscite a partorire anche a 42 anni).
Questi farmaci che hanno l’azione simile a quella di un ormone possono aiutare la donna a tenere aperta la porta della speranza anche dopo essere guarita dal tumore. Per la donna il fatto che le si proponga di assumere un farmaco che tuteli le sue ovaie mentre fa la chemioterapia è come un raggio di speranza: l’idea che esiste anche un ‘dopo’ il cancro. Un dopo pieno di vita.
Purtroppo, per ora, il farmaco che aiuta a preservare la fertilità è ancora a carico delle pazienti: l’intero trattamento, in genere sei somministrazioni intramuscolari, costano 900 euro. Si spera solo che presto sia a carico del SSN per ridare speranza a tutte le donne che affrontano il cancro.
Fonte http://mammaoggi.it/posso-un-bambino-un-tumore-al-seno/
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