lunedì 4 dicembre 2017

In gravidanza è prudente vaccinarsi contro l’influenza? Oppure si rischia di danneggiare il nascituro?

       Sono al termine del secondo trimestre della mia prima gravidanza e mi chiedo se sia prudente fare la vaccinazione anti-influenzale come ho fatto negli anni passati. Insomma, sia per me, sia per il futuro bambino, meglio rischiare di ammalarsi o meglio vaccinarsi?
(Getty Images)Risponde Antonio Clavenna, responsabile dell’Unità Farmaco-epidemiologia, Laboratorio per la Salute Materno-Infantile, all’Istituto Mario Negri di Milano.

       Chiariamo innanzitutto che l’influenza contratta nel corso della gravidanza, in particolare nel secondo e terzo trimestre, è associata a un aumento dei rischi per la salute della gestante. Dal momento che con l’avanzare della gravidanza l’organismo va incontro a modifiche che riguardano, tra l’altro, la circolazione sanguigna e l’apparato respiratorio, la donna in attesa si trova in una situazione di maggiore fragilità, per certi aspetti simile ad altri gruppi a maggior rischio di complicanze influenzali. È, infatti, documentato che le donne in gravidanza che si ammalano di influenza hanno un rischio più alto di essere ricoverate in ospedale per le complicanze dell’infezione rispetto alle loro coetanee.

Gli studi
       Non sono, invece, disponibili dati certi sui possibili rischi per il feto se la gestante ha un’influenza, dal momento che gli studi finora condotti non hanno prodotto risultati conclusivi. Per esempio, alcuni studi hanno osservato un aumento del rischio di parto prematuro e di aborto spontaneo, riscontro però non confermato in altre analisi. Altre indagini hanno invece osservato un possibile aumento del rischio di malformazioni in caso di influenza contratta nel corso del primo trimestre, ma la causa sembra essere la febbre elevata e non il virus dell’influenza.
Sicurezza ed efficacia
       La sicurezza del vaccino antinfluenzale nel corso della gravidanza è invece ben documentata: non è stato osservato un aumento del rischio di malformazioni, né di altri eventi negativi per lo sviluppo fetale (per esempio aborto spontaneo, parto prematuro). Ci sono, invece, certezze meno granitiche sull’efficacia della vaccinazione: secondo gli studi disponibili, questa potrebbe ridurre del 50% il rischio per la madre di ammalarsi di influenza (un beneficio che, però, può variare a seconda della stagione influenzale e del virus circolante), mentre i benefici in termini di migliore esito della gravidanza sono più controversi. Alcuni esperti ritengono che la vaccinazione materna possa proteggere anche il neonato nei primi mesi di vita, sia grazie agli anticorpi materni trasmessi al feto che attraverso il cosiddetto effetto “cocoon” (bozzolo): i famigliari (genitori, fratelli...) vaccinati creano un bozzolo intorno al neonato e lo proteggono.
(Ansa)Raccomandazioni condivise
       Per i motivi appena menzionati, molte nazioni, tra cui l’Italia, raccomandano la vaccinazione antinfluenzale nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Dal momento che non è stato documentato un aumento del rischio di malformazioni è verosimile che il vaccino non comporti rischi anche quando effettuato nel primo trimestre, ma per maggior cautela si preferisce non raccomandarlo in questo periodo della gravidanza. Fare il vaccino contro l’influenza non significa avere la certezza di non ammalarsi; ciò nonostante, considerando i rischi per la mamma, e che la sua sicurezza di impiego è ben documentata, è consigliabile seguire le raccomandazioni del Ministero della Salute.
Protezione contro pertosse, rosolia, varicella
        C’è un altro vaccino che negli ultimi anni è raccomandato nelle donne in gravidanza, in particolare nel III trimestre: quello contro la pertosse (somministrato come trivalente difterite-tetano-pertosse). È utile per proteggere il neonato nei primi mesi di vita, in un periodo in cui questa malattia comporta più frequentemente complicanze gravi e anche mortali. Occorre considerare che per i primi mesi il neonato deve contare sugli anticorpi materni per evitare di ammalarsi e che l’immunità contro la pertosse garantita dal vaccino ha una durata limitata e una mamma, anche se ha effettuato la vaccinazione in passato, potrebbe non essere più protetta e aver perciò bisogno di un richiamo. Infine, parlando di vaccinazioni e gravidanza, non si può non ricordare a chi sta pensando a un figlio l’importanza di proteggere sé stesse e il futuro bebè da due malattie che possono comportare seri rischi se contratte durante la gravidanza: rosolia e varicella. Queste vaccinazioni non possono però essere fatte durante la gravidanza (occorre lasciar trascorrere almeno un mese tra il vaccino e il concepimento) ed è quindi necessario pertanto pensarci a tempo debito.

Fonte http://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/17_novembre_29/gravidanza-prudente-vaccinarsi-contro-l-influenza-oppure-si-rischia-danneggiare-nascituro-8d2b0e70-d50f-11e7-85e2-6290f9ff2b20.shtml

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