Oltre ad anoressia e bulimia, esistono altri disturbi alimentari di cui si sente ancora parlare poco, ma sempre più diffusi come la pregoressia, ovvero la paura di ingrassare in gravidanza. In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla scopriamo che cos’è e cosa fare per superarla
Paura di ingrassare in gravidanza. Si chiama pregoressia ed è un problema alimentare di cui si sente ancora parlare poco, ma sempre più diffuso tra le donne in dolce attesa. Solo in Italia secondo i dati del Ministero della Salute sono più di 3 milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari. Ogni anno il 15 Marzo si celebra la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla. L’obiettivo è di diffondere una maggiore consapevolezza del problema attraverso alcune iniziative sul tema, che quest’anno saranno solo online in ottemperanza alle misure prese dal Governo per l’emergenza epidemiologica da Coronavirus in corso nel nostro Paese.
CHE COS’E LA PREGORESSIA
«Il termine nasce dall’unione delle parole inglesi “pregnancy” e “anorexia”, gravidanza e anoressia» spiega Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, responsabile della Rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare della USL 1 dell’Umbria. «Questo disturbo si manifesta nelle donne incinte attraverso una forte ossessione per il peso corporeo e il controllo del cibo». «Si tratta di un problema alimentare recente che ancora non è stato riconosciuto dal DSM-5, il principale manuale di diagnostica dei disturbi mentali, ma che esiste e che negli ultimi anni sta diventato sempre più frequente» prosegue l’esperta.
COS’HA DI DIVERSO RISPETTO AD ANORESSIA E BULIMIA
«Ciò che differenza la pregoressia dall’anoressia e dalla bulimia è il periodo di esordio: la gravidanza» spiega la psicoterapeuta Laura Dalla Ragione. «Dietro al rifiuto del cibo anche in questo caso c’è la distorsione della propria immagine e l’ossessione del peso. Ma a differenza degli altri problemi del comportamento alimentare l’evento scatenante in questi casi è rappresentato dalla gravidanza. Quest’ultima è un momento di profonda trasformazione per la donna, non solo a livello corporeo, ma anche emotivo» spiega l’esperta.
COME SI MANIFESTA
«Le manifestazioni della pregoressia possono essere simili a quelli dell’anoressia (ossessivo controllo del peso, digiuni, eccessivo esercizio fisico) oppure a quelli della bulimia (alternanza tra digiuni e abbuffate, vomito autoindotto). Il disturbo è spesso accompagnato da depressione e ansia scatenate dal corpo che cambia». «Le donne che ne soffrono hanno difficoltà ad accogliere serenamente la maternità e ne parlano talvolta in maniera distaccata» spiega l’esperta. «Nel tempo iniziano poi a percepire una forte insoddisfazione verso il loro corpo, per poi dare eccessiva importanza al peso e ai cambiamenti della propria immagine. Più che la felicità di aspettare un bambino chi ne soffre si focalizza sull’ossessione di non prendere peso» spiega la psicoterapeuta Laura Dalla Ragione.
PERCHÈ CI SI AMMALA DI PREGORESSIA
«Come in tutti gli altri disturbi alimentari, anche nella pregoressia i problemi con il cibo e il conflitto con il proprio corpo rappresentano solo la punta dell’iceberg del disagio che si vive» spiega l’esperta. «Il rapporto conflittuale con il cibo è semplicemente il mezzo attraverso il quale si cerca di comunicare un malessere all’esterno. Si tratta di una sofferenza che ha radici molto profonde. È legata a un disagio che ha a che fare con la propria identità e il controllo di sé. Nella stragrande maggioranza dei casi dietro alla pregoressia ci sono il timore di non essere all’altezza del compito di madre e la paura di non riuscire a gestire un bambino» spiega l’esperta.
DA DOVE NASCE IL DISTURBO
La pregoressia come gli altri disturbi alimentari può essere scatenato da più fattori. «La presenza di disturbi alimentari di cui si è sofferto in precedenza rappresenta sicuramente un aspetto da non sottovalutare. Anche l’ambiente sociale e quello familiare hanno però un peso rilevante» precisa Laura Dalla Ragione.
COSA FARE: LE SOLUZIONI
«Chiedere aiuto a uno specialista di disturbi alimentari è fondamentale per affrontare il problema. Inoltre è importante informare il medico di base e il ginecologo che segue la donna in dolce attesa. Sul sito Disturbi alimentari online è possibile trovare la mappatura dei servizi territoriali, ospedalieri e privati accreditati specializzati nella cura dei DCA, e anche una mappa delle associazioni che offrono supporto» spiega l’esperta.
COSA EVITARE: GLI ERRORI
«L’atteggiamento da avere con la persona che soffre di pregoressia deve essere comprensivo e accogliente, mai giudicante o svalutante. Il giudizio e la svalutazione possono portare a un peggioramento del disturbo stesso. L’errore più frequente è quello di pensare che basta solo la volontà per risolvere il problema. In realtà non è così. Serve un accompagnamento e un percorso di cura» conclude l’esperta.
Fonte https://www.vanityfair.it/benessere/dieta-e-alimentazione/2020/03/15/pregoressia-gravidanza-sintomi-soluzioni-disturbi-alimentari
Paura di ingrassare in gravidanza. Si chiama pregoressia ed è un problema alimentare di cui si sente ancora parlare poco, ma sempre più diffuso tra le donne in dolce attesa. Solo in Italia secondo i dati del Ministero della Salute sono più di 3 milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari. Ogni anno il 15 Marzo si celebra la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla. L’obiettivo è di diffondere una maggiore consapevolezza del problema attraverso alcune iniziative sul tema, che quest’anno saranno solo online in ottemperanza alle misure prese dal Governo per l’emergenza epidemiologica da Coronavirus in corso nel nostro Paese.
CHE COS’E LA PREGORESSIA
«Il termine nasce dall’unione delle parole inglesi “pregnancy” e “anorexia”, gravidanza e anoressia» spiega Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, responsabile della Rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare della USL 1 dell’Umbria. «Questo disturbo si manifesta nelle donne incinte attraverso una forte ossessione per il peso corporeo e il controllo del cibo». «Si tratta di un problema alimentare recente che ancora non è stato riconosciuto dal DSM-5, il principale manuale di diagnostica dei disturbi mentali, ma che esiste e che negli ultimi anni sta diventato sempre più frequente» prosegue l’esperta.
COS’HA DI DIVERSO RISPETTO AD ANORESSIA E BULIMIA
«Ciò che differenza la pregoressia dall’anoressia e dalla bulimia è il periodo di esordio: la gravidanza» spiega la psicoterapeuta Laura Dalla Ragione. «Dietro al rifiuto del cibo anche in questo caso c’è la distorsione della propria immagine e l’ossessione del peso. Ma a differenza degli altri problemi del comportamento alimentare l’evento scatenante in questi casi è rappresentato dalla gravidanza. Quest’ultima è un momento di profonda trasformazione per la donna, non solo a livello corporeo, ma anche emotivo» spiega l’esperta.
COME SI MANIFESTA
«Le manifestazioni della pregoressia possono essere simili a quelli dell’anoressia (ossessivo controllo del peso, digiuni, eccessivo esercizio fisico) oppure a quelli della bulimia (alternanza tra digiuni e abbuffate, vomito autoindotto). Il disturbo è spesso accompagnato da depressione e ansia scatenate dal corpo che cambia». «Le donne che ne soffrono hanno difficoltà ad accogliere serenamente la maternità e ne parlano talvolta in maniera distaccata» spiega l’esperta. «Nel tempo iniziano poi a percepire una forte insoddisfazione verso il loro corpo, per poi dare eccessiva importanza al peso e ai cambiamenti della propria immagine. Più che la felicità di aspettare un bambino chi ne soffre si focalizza sull’ossessione di non prendere peso» spiega la psicoterapeuta Laura Dalla Ragione.
PERCHÈ CI SI AMMALA DI PREGORESSIA
«Come in tutti gli altri disturbi alimentari, anche nella pregoressia i problemi con il cibo e il conflitto con il proprio corpo rappresentano solo la punta dell’iceberg del disagio che si vive» spiega l’esperta. «Il rapporto conflittuale con il cibo è semplicemente il mezzo attraverso il quale si cerca di comunicare un malessere all’esterno. Si tratta di una sofferenza che ha radici molto profonde. È legata a un disagio che ha a che fare con la propria identità e il controllo di sé. Nella stragrande maggioranza dei casi dietro alla pregoressia ci sono il timore di non essere all’altezza del compito di madre e la paura di non riuscire a gestire un bambino» spiega l’esperta.
DA DOVE NASCE IL DISTURBO
La pregoressia come gli altri disturbi alimentari può essere scatenato da più fattori. «La presenza di disturbi alimentari di cui si è sofferto in precedenza rappresenta sicuramente un aspetto da non sottovalutare. Anche l’ambiente sociale e quello familiare hanno però un peso rilevante» precisa Laura Dalla Ragione.
COSA FARE: LE SOLUZIONI
«Chiedere aiuto a uno specialista di disturbi alimentari è fondamentale per affrontare il problema. Inoltre è importante informare il medico di base e il ginecologo che segue la donna in dolce attesa. Sul sito Disturbi alimentari online è possibile trovare la mappatura dei servizi territoriali, ospedalieri e privati accreditati specializzati nella cura dei DCA, e anche una mappa delle associazioni che offrono supporto» spiega l’esperta.
COSA EVITARE: GLI ERRORI
«L’atteggiamento da avere con la persona che soffre di pregoressia deve essere comprensivo e accogliente, mai giudicante o svalutante. Il giudizio e la svalutazione possono portare a un peggioramento del disturbo stesso. L’errore più frequente è quello di pensare che basta solo la volontà per risolvere il problema. In realtà non è così. Serve un accompagnamento e un percorso di cura» conclude l’esperta.
Fonte https://www.vanityfair.it/benessere/dieta-e-alimentazione/2020/03/15/pregoressia-gravidanza-sintomi-soluzioni-disturbi-alimentari
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