Le neomamme affette da coronavirus - o che sospettano di esserlo - possono continuare ad allattare il piccolo al seno? Se si è in gravidanza, che rischi si corrono? La Sin, società italiana di neonatologia, ha provato a rispondere a queste domande compilando un piccolo vademecum "ad interim", cioè considerando i dati disponibili fino al 27 febbraio del 2020.
"Ci troviamo dinanzi ad una situazione complessa e delicata: da un lato evidenze scientifiche e casistiche ancora limitate, dall'altro la volontà di tutelare la relazione mamma - neonato e l'allattamento al seno, coniugandola con un corretto approccio igienico-sanitario", afferma il Presidente della Sin, (Società italiana di neonatologia) Fabio Mosca. "Non è ancora chiaro quale sia la frequenza di un'eventuale trasmissione perinatale dell'infezione da Sars-CoV-2. L'impatto sulla salute potrebbe dipendere più dalla gravità dell'infezione materna e da concomitanti patologie ostetriche, piuttosto che dall'infezione da SARS-CoV-2 in sé. Un'eventuale infezione neonatale da Sars-CoV-2 potrebbe essere il risultato di una trasmissione acquisita per via respiratoria dalla madre nel post partum piuttosto che per via transplacentare o tramite l'allattamento materno. Sulla base degli ancora limitati dati disponibili in letteratura, l'infezione postnatale da Sars-CoV-2 sembrerebbe non essere grave o risultare addirittura asintomatica rispetto a quanto avviene nelle età successive".
Il documento "Allattamento e Infezione da Sars-CoV-2" è stato stilato, sulla base delle indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità, dal gruppo di lavoro formato da Fabio Mosca, presidente della Sin e da Riccardo Davanzo, presidente del Tavolo tecnico allattamento del Ministero della Salute, con la collaborazione di Guido Moro, Presidente dell'Associazione Italiana Banche del latte umano donato, di Fabrizio Sandri, Segretario della Sin e di Massimo Agosti, presidente commissione Allattamento della Sin.
Fermo restando le precauzioni base - lavarsi bene le mani usando anche un disinfettante è usare la mascherina - ecco le indicazioni stilate dagli esperti:
- Ogni qualvolta possibile, l'opzione da privilegiare è quella della gestione congiunta di madre e bambino, ai fini di facilitare l'interazione e l'avvio dell'allattamento. Questa scelta è fattibile quando una puerpera precedentemente identificata come Sars-CoV-2 positiva sia asintomatica o paucisintomatica (con pochi sintomi) o in via di guarigione o quando una puerpera asintomatica o paucisintomatica sia probanda per Sars-CoV-2.
- Qualora la madre abbia un'infezione respiratoria pienamente sintomatica (con febbre, tosse e secrezioni respiratorie), madre e bambino vengono transitoriamente separati, in attesa della risposta del test di laboratorio per coronavirus. Se il test risulta positivo, madre e bambino continuano ad essere gestiti separatamente; se il test invece risulta negativo, è applicabile il rooming-in per madre-bambino.
- La decisione se separare o meno madre-bambino va comunque presa per ogni singola coppia tenendo conto del consenso informato della madre, della situazione logistica dell'ospedale ed eventualmente anche della situazione epidemiologica locale relativa alla diffusione del Sars-CoV-2.
- In caso di separazione del neonato dalla madre si raccomanda l'uso del latte materno fresco spremuto, mentre non è indicata la pastorizzazione del latte materno.
- In caso di puerpera Sars-CoV-2 positiva, vanno sempre seguite rigorose misure per prevenire l'eventuale trasmissione dell'infezione per via aerea o per contatto con le secrezioni respiratorie. Vanno quindi tutelati il bambino, gli altri pazienti ospedalizzati e il personale sanitario.
- La compatibilità dell'allattamento al seno con farmaci eventualmente somministrati alla donna con Covid-19 va valutata caso per caso.
Fonte https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/03/01/news/coronavirus_allattamento_al_seno-249941021/
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