venerdì 5 ottobre 2018

Candida in gravidanza: ecco cosa fare

      La candida è una delle infezioni vulvovaginali più frequenti, è dovuta alla proliferazione di un micete, cioè un fungo saprofita che vive normalmente nel tratto gastrointestinale e vaginale in forma latente sotto l’attento controllo del sistema immunitario e dalla flora batterica locale. Se questi sistemi di controllo vengono alterati il fungo si risveglia dalla sua forma silente (spora) e  prolifera oltre misura, dando origine a segni e sintomi.

L’insorgenza della candida in gravidanza è facilitata da diversi fattori


    candida in gravidanza
  • Innanzitutto, durante la gravidanza, l’aumento degli estrogeni circolanti abbassa notevolmente il pH vaginale rendendo l’ambiente vaginale più acido e quindi più gradevole e prolifico per l’antipatico fungo che causa la candidosi.
  • Inoltre, il rallentamento del transito intestinale e la stitichezza che caratterizzano la gravidanza possono provocare uno squilibrio a livello degli enzimi e della flora batterica intestinale, squilibrio che si riflette sull’ambiente vaginale rendendolo più soggetto alla candida.
  • Un terzo fattore è la resistenza all’insulina tipica della gravidanza che con molta probabilità causerà un aumento di zuccheri in circolo favorendo la proliferazione del micete che provoca la candidosi vaginale.

      Ecco dunque cosa fare, ricordando che in caso di candida in gravidanza, bisogna combattere sia sul fronte della prevenzione che della cura.

      In gravidanza naturalmente non è possibile abbassare i livelli di estrogeni, perciò in caso di candida si può partire dal ristabilire l’equilibrio vaginale agendo sul pH e la flora batterica locale.

      In primo luogo si deve ridurre l’acidità vaginale per alzare il PH ed avere un ambiente più basico e questo si ottiene con del semplice bicarbonato.

      L’applicazione del bicarbonato può essere locale, con lavaggi esterni o irrigazioni vaginali interne di acqua e bicarbonato, oppure assumendo per bocca dei preparati alcalinizzanti disponibili in farmacia. Sicuramente d’ausilio complementare ridurre la stitichezza con preparati a base di fibre o con il macrogol, un blando lassativo in grado di richiamare acqua e sali minerali nel lume gastrointestinale stimolando una risoluzione, e ripristinare la flora intestinale con ceppi selezionati di fermenti lattici che si ritrovano in vagina dopo somministrazione orale. Si deve ricordare che i fermenti vanno assunti al mattino a digiuno e sono necessari almeno 21 giorni consecutivi di terapia per ripristinare una normale flora batterica. È un detto comune che le prime difese immunitarie partano appunto dall’intestino, quindi agire su quest’organo in prima battuta è fondamentale per curare da subito la sintomatologia da candida ma soprattutto per prevenire recidive.

Passando alla terapia vera e propria, ci sono dei farmaci antifungini che bloccano la proliferazione eccessiva della candida e che si possono somministrare in tutta tranquillità anche in gravidanza.

      Lasciamo stare lo yogurt o altri prodotti fai da te che potrebbero invece peggiorare la sintomatologia od offrire al fungo un terreno di coltura su cui proliferare ulteriormente. È sempre meglio farsi consigliare dal ginecologo per scoprire i ceppi di probiotici più efficaci nel singolo caso e scegliere formulazioni farmacologiche da applicare direttamente in vagina.

      I più comuni antimicotici locali sono il Clotrimazolo, il Miconazolo, la Nistatina, l’Econazolo e il Ketoconazol sotto forma di ovuli o creme vaginali, da applicare ogni sera prima di coricarsi  per 7 giorni consecutivi. Esistono anche terapie monodose di più semplice assunzione ma non sempre di pari efficacia nell’eradicare completamente il fungo.

      Il classico farmaco antifungino impiegato per bocca, il fluconazolo, in gravidanza è invece controindicato.

      Se un singolo episodio è facilmente trattabile anche in gravidanza, senza effetti dannosi né per la mamma né per il feto, la cura della candida recidiva è senz’altro più difficoltosa, perché deve comportare anche un cambiamento dello stile di vita della donna, a partire dalla dieta.

      Per prevenire candidosi ricorrenti è infatti fondamentale fare particolare attenzione all’alimentazione, riducendo ai minimi termini il consumo di zuccheri semplici ed i preparati lievitati (i dolci, torte, biscotti e caramelle) e latticini, preferendo yogurt e kefir.

      Accanto a questi accorgimenti specifici per la candida in gravidanza, ci sono anche quelli più classici, raccomandati quando insorge una candidosi vaginale. Primo fra tutti l’utilizzo di biancheria di cotone bianca, lavata con detergenti neutri ipoallergenici e l’utilizzo di un detergente meno acido da utilizzare nell’igiene quotidiana

      È sempre importante chiedere alla donna se anche il partner presenti sintomatologia che faccia pensare ad un’infezione da candida.

      È bene trattare anche il partner in presenza di sintomi o in presenza di ricorrenze di candidosi, per evitare il cosiddetto “effetto ping pong” ovvero la trasmissione reciproca dell’infezione tramite rapporti sessuali.

      Il partner può essere trattato anche con compresse da assumere per bocca, più comode e sicure nella modalità d’assunzione.

      Se nonostante questi accorgimenti e dopo una corretta terapia l’infezione dovesse ripresentarsi, vale la pena approfondire con un tampone vaginale, per escludere che non si tratti di un’infezione da ceppi resistenti di candida o addirittura di altri batteri potenzialmente pericolosi per la rottura delle membrane e per il parto pretermine.

       La candida è un’infezione comune che non comporta particolari rischi per la gravidanza stessa né per il feto, mentre la presenza di altre infezioni isolate o concomitanti giustifica una diagnosi  tempestiva e una terapia adeguata.

Fonte https://lines.it/ginecologia/candida-e-problemi-intimi/candida-in-gravidanza-ecco-cosa-fare

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