Secondo uno studio finlandese pubblicato sulla rivista PLoS One, sembrerebbe che i neonati siano in grado di ricordare una melodia ascoltata con una certa frequenza durante gli ultimi 3 mesi nel pancione, anche diversi mesi dopo la nascita.
Per affermarlo, gli studiosi hanno coinvolto nella ricerca 24 donne nell’ultimo trimestre di gravidanza, dividendole in due gruppi: 12 delle future mamme hanno fatto ascoltare ai piccoli nel pancione la famosissima ninna nanna “Twinkle twinkle little star”, in maniera regolare per 5 giorni la settimana per tutto l’ultimo trimestre, mentre le restanti 12 pance non sono state esposte a questo stimolo musicale.
La stessa ninna nanna è stata poi riproposta ai bambini (sia a quelli che l’avevano ascoltata nell’utero, sia agli altri) dopo la nascita, una prima volta a pochi giorni dal parto, e una seconda all’età di 4 mesi. Lo scopo principale era quello di capire se questa esperienza musicale intrauterina avesse o no lasciato qualche traccia a livello neuronale. Per verificarlo, gli scienziati hanno utilizzato una tecnica denominata Brain’s Event-related-potentials (ERPs), che consente di misurare la reazione cerebrale come risposta elettrofisiologica a uno stimolo.
Il risultato è stato sorprendente perché i neonati che avevano già ascoltato la musica hanno avuto una risposta molto diversa rispetto agli altri, mostrando un atteggiamento simile a quello che si ha al ricordo di qualcosa di noto: i bambini avevano imparato la melodia nella pancia e ora dimostravano di riconoscerla, anche se venivano variate alcune note.
Inoltre, l’ampiezza delle reazioni cerebrali registrate era proporzionale al tipo di esposizione prenatale vissuta, il che significa che i bimbi ai quali la ninna nanna era stata cantata con maggiore frequenza sembravano ricordarla meglio degli altri. Insomma, il cervello dei bambini che conoscevano la musica già dal pancione della mamma era più reattivo all’ascolto della musica stessa. E questo accadeva sia durante la prima prova a pochi giorni dal parto, sia durante la seconda, dopo 4 mesi.
Come sottolinea Minna Huotilainen, prima autrice della ricerca, “Si tratta del primo studio che documenta per quanto tempo i ricordi fetali restino nel cervello. I risultati sono significativi, poiché lo studio delle reazioni del cervello ci permette di analizzare le basi della memoria fetale. I primordiali meccanismi mnemonici che, ad oggi, non conosciamo”. I risultati dello studio dimostrano dunque che i bambini sono capaci di imparare ad un’età molto precoce, addirittura nella vita prenatale, e che gli effetti dell’apprendimento restano evidenti nel cervello per un lungo periodo, contribuendo ad una maggiore funzionalità del sistema cerebrale e allo sviluppo del sistema uditivo.
Fonte http://mammaoggi.it/ninna-nanna-nel-pancione-i-neonati-la-ricordano-anche-mesi-dopo-la-nascita/
Per affermarlo, gli studiosi hanno coinvolto nella ricerca 24 donne nell’ultimo trimestre di gravidanza, dividendole in due gruppi: 12 delle future mamme hanno fatto ascoltare ai piccoli nel pancione la famosissima ninna nanna “Twinkle twinkle little star”, in maniera regolare per 5 giorni la settimana per tutto l’ultimo trimestre, mentre le restanti 12 pance non sono state esposte a questo stimolo musicale.
La stessa ninna nanna è stata poi riproposta ai bambini (sia a quelli che l’avevano ascoltata nell’utero, sia agli altri) dopo la nascita, una prima volta a pochi giorni dal parto, e una seconda all’età di 4 mesi. Lo scopo principale era quello di capire se questa esperienza musicale intrauterina avesse o no lasciato qualche traccia a livello neuronale. Per verificarlo, gli scienziati hanno utilizzato una tecnica denominata Brain’s Event-related-potentials (ERPs), che consente di misurare la reazione cerebrale come risposta elettrofisiologica a uno stimolo.
Il risultato è stato sorprendente perché i neonati che avevano già ascoltato la musica hanno avuto una risposta molto diversa rispetto agli altri, mostrando un atteggiamento simile a quello che si ha al ricordo di qualcosa di noto: i bambini avevano imparato la melodia nella pancia e ora dimostravano di riconoscerla, anche se venivano variate alcune note.
Inoltre, l’ampiezza delle reazioni cerebrali registrate era proporzionale al tipo di esposizione prenatale vissuta, il che significa che i bimbi ai quali la ninna nanna era stata cantata con maggiore frequenza sembravano ricordarla meglio degli altri. Insomma, il cervello dei bambini che conoscevano la musica già dal pancione della mamma era più reattivo all’ascolto della musica stessa. E questo accadeva sia durante la prima prova a pochi giorni dal parto, sia durante la seconda, dopo 4 mesi.
Come sottolinea Minna Huotilainen, prima autrice della ricerca, “Si tratta del primo studio che documenta per quanto tempo i ricordi fetali restino nel cervello. I risultati sono significativi, poiché lo studio delle reazioni del cervello ci permette di analizzare le basi della memoria fetale. I primordiali meccanismi mnemonici che, ad oggi, non conosciamo”. I risultati dello studio dimostrano dunque che i bambini sono capaci di imparare ad un’età molto precoce, addirittura nella vita prenatale, e che gli effetti dell’apprendimento restano evidenti nel cervello per un lungo periodo, contribuendo ad una maggiore funzionalità del sistema cerebrale e allo sviluppo del sistema uditivo.
Fonte http://mammaoggi.it/ninna-nanna-nel-pancione-i-neonati-la-ricordano-anche-mesi-dopo-la-nascita/
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