Tanto per fare chiarezza, la causa di questa infezione non sono gli animali domestici, come il gatto e il cane, quanto piuttosto un protozoo chiamato Toxoplasma Gondii che si annida negli intestini degli animali da cortile o nel terreno dove questi lasciano i propri escrementi.
Veicolo di contagio non è dunque il pelo dell’animale, quanto i suoi escrementi che potrebbero venire a contatto con il cibo che ingerisci oppure le carni stesse, dato che il protozoo sopravvive a lungo anche dopo che l’animale è morto.
Essendo come abbiamo detto asintomatica, molte persone non sanno se l’hanno contratta o meno: ecco perché, quando una donna rimane incinta, viene di prassi sottoposta dal suo medico ad un test che mira ad individuare la presenza o meno di anticorpi della toxo.
Qualora, una volta effettuato il test, che si esegue con un normale prelievo del sangue, risultassi aver già contratto l’infezione in passato, il tuo medico ti dirà che non è necessario fare niente in quanto è impossibile contrarre la malattia una seconda volta; se invece, al contrario, tu avessi valori alterati degli IgM, in tal caso vorrebbe dire che sei venuta da poco in contatto con l’agente infettivo e che quindi l’infezione è ancora in corso.
Dato che però la toxoplasmosi non è poi così facile da contrarre, il caso più frequente è quello di avere per tutta la gravidanza sia gli IgC che gli IgM negativi: se anche questo è il tuo caso, sappi che per scongiurare ogni pericolo il medico ti chiederà di sottoporti al toxo test per tutta la durata della gestazione, in modo da poter procedere a terapia antibiotica preventiva qualora, nonostante le precauzioni, tu dovessi infettarti.
Ciò detto, per ridurre ulteriormente il rischio di infezione ci sono alcune precauzioni da adottare contro la toxoplasmosi che ti consigliamo di seguire con molta attenzione fin dalle primissime settimane di gravidanza:
Se nonostante tutte queste precauzioni tu dovessi lo stesso contrarre la toxoplasmosi, sarà il tuo medico a spiegarti il da farsi: oltre alla terapia antibiotica che serve a ridurre il pericolo che l’infezione sia trasmessa anche al feto, verrai probabilmente sottoposta ad amniocentesi, per verificare se il parassita ha già raggiunto o meno il liquido amniotico. Anche in tal caso però è bene sapere che con un trattamento adeguato e tempestivo, è sempre possibile ridurre i rischi di conseguenze negative sul futuro nascituro.
Fonte http://www.neolatte.it/bimboemamma/precauzioni-da-adottare-contro-la-toxoplasmosi/
Veicolo di contagio non è dunque il pelo dell’animale, quanto i suoi escrementi che potrebbero venire a contatto con il cibo che ingerisci oppure le carni stesse, dato che il protozoo sopravvive a lungo anche dopo che l’animale è morto.
Essendo come abbiamo detto asintomatica, molte persone non sanno se l’hanno contratta o meno: ecco perché, quando una donna rimane incinta, viene di prassi sottoposta dal suo medico ad un test che mira ad individuare la presenza o meno di anticorpi della toxo.
Qualora, una volta effettuato il test, che si esegue con un normale prelievo del sangue, risultassi aver già contratto l’infezione in passato, il tuo medico ti dirà che non è necessario fare niente in quanto è impossibile contrarre la malattia una seconda volta; se invece, al contrario, tu avessi valori alterati degli IgM, in tal caso vorrebbe dire che sei venuta da poco in contatto con l’agente infettivo e che quindi l’infezione è ancora in corso.
Dato che però la toxoplasmosi non è poi così facile da contrarre, il caso più frequente è quello di avere per tutta la gravidanza sia gli IgC che gli IgM negativi: se anche questo è il tuo caso, sappi che per scongiurare ogni pericolo il medico ti chiederà di sottoporti al toxo test per tutta la durata della gestazione, in modo da poter procedere a terapia antibiotica preventiva qualora, nonostante le precauzioni, tu dovessi infettarti.
Ciò detto, per ridurre ulteriormente il rischio di infezione ci sono alcune precauzioni da adottare contro la toxoplasmosi che ti consigliamo di seguire con molta attenzione fin dalle primissime settimane di gravidanza:
- Dato che esemplari di Toxoplasma Gondii sopravvivono nel terreno dove gli animali domestici fanno i loro bisogni, è sempre bene lavare con cura tutta la frutta e la verdura cruda, facendo attenzione a rimuovere ogni residuo di terriccio;
- Un lavaggio accurato con l’acqua del rubinetto è di solito più che sufficiente, ma se vuoi stare ulteriormente sicura potresti usare anche del bicarbonato o dell’amuchina, che andranno disciolti nell’acqua di lavaggio e poi eliminati con l’ultimo risciacquo;
- In alternativa, puoi optare anche per frutta e verdura cotta, in quanto il processo di cottura è in grado di uccidere il protozoo;
- Stesso discorso vale per la carne: potrai, infatti, continuare a mangiare bistecche e cotolette purché ben cotte;
- No invece a carni e salumi crudi, mentre non sussiste nessun tipo di divieto al consumo di prosciutto cotto e mortadella;
- Particolare attenzione andrà posta anche nel maneggiare alimenti crudi: se mentre cucini ti capita di toccare carne o verdure crude o sporche di terreno, ricordati di lavare subito le mani con acqua tiepida e sapone, evitando di toccarti il viso o la bocca;
- Per lo stesso motivo, se ti dedichi al giardinaggio, evita il contatto diretto col terreno ed indossa sempre dei guanti il lattice, lavandoti sempre bene le mani al termine dei lavori;
- Non sussistono invece particolari controindicazioni nel prendersi cura della lettiera del gatto, in quanto le cisti del parassita si schiudono solo dopo 2/ 3 giorni dalla deposizione delle feci, quindi se elimini subito gli escrementi del tuo animale e utilizzi dei guanti di protezione non dovresti di fatto correre alcun rischio.
Se nonostante tutte queste precauzioni tu dovessi lo stesso contrarre la toxoplasmosi, sarà il tuo medico a spiegarti il da farsi: oltre alla terapia antibiotica che serve a ridurre il pericolo che l’infezione sia trasmessa anche al feto, verrai probabilmente sottoposta ad amniocentesi, per verificare se il parassita ha già raggiunto o meno il liquido amniotico. Anche in tal caso però è bene sapere che con un trattamento adeguato e tempestivo, è sempre possibile ridurre i rischi di conseguenze negative sul futuro nascituro.
Fonte http://www.neolatte.it/bimboemamma/precauzioni-da-adottare-contro-la-toxoplasmosi/
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