Non riuscire ad avere un figlio può sembrare ad alcuni un semplice accidente della vita: c’è chi riesce a costruirsi una famiglia e chi no, e questa potrebbe essere intesa come una semplice questione sociale. Così non è: per l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), infatti, si tratta di una malattia vera e propria. Secondo quanto riportato in un glossario pubblicato dall'Oms nel 2009, l'infertilità sarebbe dunque "una malattia del sistema riproduttivo caratterizzata dal fallimento nella ricerca di una gravidanza dopo 12 mesi o più di rapporti sessuali regolari e non protetti"
Anche limitarsi a vederla così, però, è riduttivo: non riuscire a fare un figlio è qualcosa che non riguarda solo la salute fisica, ma anche il benessere psichico, il ruolo sociale e persino la legge e l'organizzazione sanitaria, poiché la legislazione in materia può influenzare molto le possibilità di concepire.
In ogni caso, anche a voler parlare semplicemente di malattia, è chiaro che si tratta di una condizione molto particolare, perché - almeno nella grande maggioranza dei casi - non riguarda il singolo individuo ma la coppia. "Una single infertile può anche non accorgersene mai, poiché nella maggior parte dei casi non è una disfunzione che si accompagna a sintomi specifici, a parte la difficoltà di concepimento” spiega Carlo Flamigni, uno dei massimi esperti italiani di fecondazione assistita, ginecologo, ex professore ordinario di Ginecologia e ostetricia dell'Università di Bologna.
Quando una coppia è considerata infertile
“Anche sui termini temporali c'è discussione” sottolinea il professore. Come abbiamo visto, la definizione clinica dell'Oms considera infertile una coppia che non riesce a concepire dopo 12/24 mesi di rapporti mirati non protetti. "Ma è ovvio - aggiunge Flamigni - che la definizione è del tutto teorica e che ciascuna coppia deve rivolgersi al medico per capire se, in relazione all'età e alla frequenza e modalità dei rapporti, è da considerarsi a rischio”.
Senza contare che ci sono poi altre definizioni - sempre dell'Oms - che possono contenere intervalli temporali differenti: in ambito demografico, per esempio, si parla di infertilità se non c'è stata una gravidanza dopo cinque anni di esposizione alla possibilità di averne una.
Le statistiche sul concepimento
Su ammissione della stessa Oms, il tasso di infertilità di una popolazione è piuttosto difficile da determinare. Secondo una revisione di ben 277 studi condotti in tutto il mondo realizzata proprio per l'Oms nel 2012, l'infertilità di primo livello - cioè l'incapacità di mettere al mondo il primo figlio - riguarda l'1,9% delle donne, mentre quella di secondo livello, cioè relativa al secondo figlio, è del 10,5%, per un totale del 12,4%. E la pagina web dell'Organizzazione mondiale della sanità parla di un 10% circa di donne che, nel mondo, non riescono ad avere un bambino dopo cinque anni di tentativi. Altri dati fanno riferimento a una stima del 15-20% di coppie che, pur desiderandolo, non riescono ad avere un figlio.
Secondo uno studio epidemiologico pubblicato nel 2010 sulla rivista Obstetrics and Gynecology, solo il 15% delle coppie riesce a fare un figlio nel primo mese di rapporti non protetti, ma è anche vero che in sei mesi ce la fa il 70% del campione e che dopo un anno di tentativi rimane fuori solo il 15% di coppie con possibili problemi di infertilità. Di questi, guardando le statistiche, circa la metà riesce comunque ad avere un figlio perseverando per un altro anno.
Infertilità, perché aumenta
Alcuni studi sembrano indicare che l'infertilità è un fenomeno in crescita. L'aumento è stato attribuito a diversi fattori come l'età avanzata in cui si cerca il primo figlio - in particolare per le donne, ma vale anche per l'uomo - l'uso di sostanze come gli steroidi anabolizzanti nello sport o per pratiche come il body building, l'abuso di alcol, il fumo, le infezioni sessuali, l'obesità o la magrezza eccessiva, l'inquinamento ambientale.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/infertilita/infertilita-una-vera-malattia
Anche limitarsi a vederla così, però, è riduttivo: non riuscire a fare un figlio è qualcosa che non riguarda solo la salute fisica, ma anche il benessere psichico, il ruolo sociale e persino la legge e l'organizzazione sanitaria, poiché la legislazione in materia può influenzare molto le possibilità di concepire.
In ogni caso, anche a voler parlare semplicemente di malattia, è chiaro che si tratta di una condizione molto particolare, perché - almeno nella grande maggioranza dei casi - non riguarda il singolo individuo ma la coppia. "Una single infertile può anche non accorgersene mai, poiché nella maggior parte dei casi non è una disfunzione che si accompagna a sintomi specifici, a parte la difficoltà di concepimento” spiega Carlo Flamigni, uno dei massimi esperti italiani di fecondazione assistita, ginecologo, ex professore ordinario di Ginecologia e ostetricia dell'Università di Bologna.
Quando una coppia è considerata infertile
“Anche sui termini temporali c'è discussione” sottolinea il professore. Come abbiamo visto, la definizione clinica dell'Oms considera infertile una coppia che non riesce a concepire dopo 12/24 mesi di rapporti mirati non protetti. "Ma è ovvio - aggiunge Flamigni - che la definizione è del tutto teorica e che ciascuna coppia deve rivolgersi al medico per capire se, in relazione all'età e alla frequenza e modalità dei rapporti, è da considerarsi a rischio”.
Senza contare che ci sono poi altre definizioni - sempre dell'Oms - che possono contenere intervalli temporali differenti: in ambito demografico, per esempio, si parla di infertilità se non c'è stata una gravidanza dopo cinque anni di esposizione alla possibilità di averne una.
Le statistiche sul concepimento
Su ammissione della stessa Oms, il tasso di infertilità di una popolazione è piuttosto difficile da determinare. Secondo una revisione di ben 277 studi condotti in tutto il mondo realizzata proprio per l'Oms nel 2012, l'infertilità di primo livello - cioè l'incapacità di mettere al mondo il primo figlio - riguarda l'1,9% delle donne, mentre quella di secondo livello, cioè relativa al secondo figlio, è del 10,5%, per un totale del 12,4%. E la pagina web dell'Organizzazione mondiale della sanità parla di un 10% circa di donne che, nel mondo, non riescono ad avere un bambino dopo cinque anni di tentativi. Altri dati fanno riferimento a una stima del 15-20% di coppie che, pur desiderandolo, non riescono ad avere un figlio.
Secondo uno studio epidemiologico pubblicato nel 2010 sulla rivista Obstetrics and Gynecology, solo il 15% delle coppie riesce a fare un figlio nel primo mese di rapporti non protetti, ma è anche vero che in sei mesi ce la fa il 70% del campione e che dopo un anno di tentativi rimane fuori solo il 15% di coppie con possibili problemi di infertilità. Di questi, guardando le statistiche, circa la metà riesce comunque ad avere un figlio perseverando per un altro anno.
Infertilità, perché aumenta
Alcuni studi sembrano indicare che l'infertilità è un fenomeno in crescita. L'aumento è stato attribuito a diversi fattori come l'età avanzata in cui si cerca il primo figlio - in particolare per le donne, ma vale anche per l'uomo - l'uso di sostanze come gli steroidi anabolizzanti nello sport o per pratiche come il body building, l'abuso di alcol, il fumo, le infezioni sessuali, l'obesità o la magrezza eccessiva, l'inquinamento ambientale.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/infertilita/infertilita-una-vera-malattia
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