Alcune alterazioni strutturali dell’utero possono interferire con l'impianto dell'embrione o causare aborti più o meno precoci. Vediamo di che cosa può trattarsi, con l'aiuto delle informazioni contenute nel libro Il segreto della fertilità (Sperling, 2017) di Simonetta Basso e Stefania Piloni.
Malformazioni congenite
Sono malformazioni presenti già alla nascita, ma di cui in genere ci si rende conto solo quando si cerca di avere un figlio e si vede che non arriva. Per esempio: l'utero può avere due cavità - si parla di utero bicorne - oppure essere troppo piccolo o del tutto assente, come si verifica per esempio nel caso della rara sindrome di Mayer-Rokitanski (o agenesia mulleriana).
In caso di utero bicorne è comunque possibile la maternità, perché una delle due cavità può portare a termine la gravidanza. Se invece l'organo manca del tutto, le uniche strade possibili sono quelle del trapianto d'utero, un intervento ancora pionieristico, o dell'utero "in affitto", che però è illegale in Italia.
Fibromi
Sono formazioni benigne piuttosto comuni - "si riscontrano, scrivono Basso e Piloni, nel 20% delle donne dopo i trentacinque anni" - che si sviluppano nella parete uterina. Possono avere posizioni e profondità differenti:
Se i fibromi sono grandi o danno sintomi importanti, in genere si ricorre a un intervento chirurgico per eliminarli: sono possibili varie tecniche, anche molto innovative. In alternativa, i fibromi possono essere tenuti sotto controllo con terapie mediche a base di farmaci progestinici (pillola). " La cura blocca l’ovulazione - spiegano le autrici - ma si può sospendere per cercare la gravidanza".
Polipi
"Si tratta di piccole formazioni di tessuto duro-elastico che crescono nella cavità uterina, in particolare nell’endometrio, e dunque possono creare difficoltà nell’impianto dell’embrione". In genere vengono asportati con isteroscopia, un piccolo intervento che prevede il passaggio di una sonda ottica attraverso la vagina.
Setto uterino
Nel libro Il segreto della fertilità, le autrici invitano a immaginare l’interno dell’utero come una stanza morbida, accogliente e vascolarizzata. Ebbene, adesso pensiamo a una parete parete rigida, fibrosa e priva di vascolarizzazione messa proprio in mezzo a questa stanza, come a dividerla in due aree separate.
"Se l’embrione si annida sulla parete del setto non può svilupparsi perché non trova nutrimento; se si impianta su quella dell’utero cresce per pochi giorni, ma poi il setto ne blocca l’espansione". L’esito, dunque, è spesso un aborto.
In genere è l'ecografia a far sospettare la presenza di un setto, ma la conferma diagnostica avviene con l’isterosalpingografia o con l'isteroscopia.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/infertilita/infertilita-femminile-fattori-uterini
Malformazioni congenite
Sono malformazioni presenti già alla nascita, ma di cui in genere ci si rende conto solo quando si cerca di avere un figlio e si vede che non arriva. Per esempio: l'utero può avere due cavità - si parla di utero bicorne - oppure essere troppo piccolo o del tutto assente, come si verifica per esempio nel caso della rara sindrome di Mayer-Rokitanski (o agenesia mulleriana).
In caso di utero bicorne è comunque possibile la maternità, perché una delle due cavità può portare a termine la gravidanza. Se invece l'organo manca del tutto, le uniche strade possibili sono quelle del trapianto d'utero, un intervento ancora pionieristico, o dell'utero "in affitto", che però è illegale in Italia.
Fibromi
Sono formazioni benigne piuttosto comuni - "si riscontrano, scrivono Basso e Piloni, nel 20% delle donne dopo i trentacinque anni" - che si sviluppano nella parete uterina. Possono avere posizioni e profondità differenti:
- esterni alla parete (sottosierosi): i meno pericolosi, perché in genere danno pochi sintomi e sono facili da eliminare;
- all'interno della parete uterina (intramurali): possono dare complicazioni del ciclo mestruale e anemia;
- all'interno della cavità uterina (sottomucosi): sono i più problematici per chi cerca un bambino, perché possono impedire il corretto impianto dell'embrione.
Se i fibromi sono grandi o danno sintomi importanti, in genere si ricorre a un intervento chirurgico per eliminarli: sono possibili varie tecniche, anche molto innovative. In alternativa, i fibromi possono essere tenuti sotto controllo con terapie mediche a base di farmaci progestinici (pillola). " La cura blocca l’ovulazione - spiegano le autrici - ma si può sospendere per cercare la gravidanza".
Polipi
"Si tratta di piccole formazioni di tessuto duro-elastico che crescono nella cavità uterina, in particolare nell’endometrio, e dunque possono creare difficoltà nell’impianto dell’embrione". In genere vengono asportati con isteroscopia, un piccolo intervento che prevede il passaggio di una sonda ottica attraverso la vagina.
Setto uterino
Nel libro Il segreto della fertilità, le autrici invitano a immaginare l’interno dell’utero come una stanza morbida, accogliente e vascolarizzata. Ebbene, adesso pensiamo a una parete parete rigida, fibrosa e priva di vascolarizzazione messa proprio in mezzo a questa stanza, come a dividerla in due aree separate.
"Se l’embrione si annida sulla parete del setto non può svilupparsi perché non trova nutrimento; se si impianta su quella dell’utero cresce per pochi giorni, ma poi il setto ne blocca l’espansione". L’esito, dunque, è spesso un aborto.
In genere è l'ecografia a far sospettare la presenza di un setto, ma la conferma diagnostica avviene con l’isterosalpingografia o con l'isteroscopia.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/infertilita/infertilita-femminile-fattori-uterini
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