In Italia la speranza di vita dell'uomo è di 4,4 anni inferiore alla donna, e nel Meridione l'aspettativa di vita di entrambi i sessi è significativamente più bassa di oltre tre anni rispetto alla popolazione del Nord, rileva Foresta. Tra i fattori che possono incidere negativamente sull'aspettanza di vita dell'uomo, il sovrappeso e l’obesità sono da considerarsi molto importanti. "Nel Meridione, e in Puglia in particolare, la frequenza di sovrappeso e obesità è più elevata rispetto alla media dei dati nazionali, in tutte le classi di età", ricorda.
I ricercatori dell’Università di Padova, guidati da Foresta, hanno dimostrato come nell'obeso il tessuto adiposo in eccesso rappresenti una sede in cui vengono sequestrate alcune sostanze fondamentali per la salute: tra queste proprio il testosterone e la vitamina D, che rappresentano i regolatori più importanti per il mantenimento della struttura scheletrica. Inoltre, il testosterone gioca un ruolo nella fertilità maschile. "In effetti, nel soggetto obeso i livelli circolanti di testosterone e vitamina D risultano più bassi - riflette Foresta - e sono dei meccanismi che inducono l’osteoporosi" e l'ipogonadismo.
L'osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da ridotta massa ossea, con conseguente aumento della fragilità e quindi delle fratture. Interessa le donne, soprattutto dopo la menopausa, ma anche gli uomini, soprattutto obesi ed anziani. Lo studio dell'Università di Padova, ha individuato proprio "la capacità del tessuto adiposo, reso disfunzionale nel soggetto obeso, di captare e sequestrare la vitamina D, gli ormoni testicolari, il testosterone, individuando un meccanismo che determina l'osteoporosi nell’uomo".
Un'osservazione "di grande utilità clinica, perché dimostra che il trattamento di questa patologia non può essere soltanto determinato dalla somministrazione di vitamina D e testosterone: in questi soggetti andrebbero ulteriormente ad accumularsi nelle cellule adipose. Ecco perché risulta di fondamentale importanza la riduzione del peso e l’incremento dell’attività fisica", conclude Foresta.
Fonte http://www.lasicilia.it/news/salute/45042/salute-troppo-peso-alleato-ossa-fragili-e-infertilita-per-lui.html
I ricercatori dell’Università di Padova, guidati da Foresta, hanno dimostrato come nell'obeso il tessuto adiposo in eccesso rappresenti una sede in cui vengono sequestrate alcune sostanze fondamentali per la salute: tra queste proprio il testosterone e la vitamina D, che rappresentano i regolatori più importanti per il mantenimento della struttura scheletrica. Inoltre, il testosterone gioca un ruolo nella fertilità maschile. "In effetti, nel soggetto obeso i livelli circolanti di testosterone e vitamina D risultano più bassi - riflette Foresta - e sono dei meccanismi che inducono l’osteoporosi" e l'ipogonadismo.
L'osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da ridotta massa ossea, con conseguente aumento della fragilità e quindi delle fratture. Interessa le donne, soprattutto dopo la menopausa, ma anche gli uomini, soprattutto obesi ed anziani. Lo studio dell'Università di Padova, ha individuato proprio "la capacità del tessuto adiposo, reso disfunzionale nel soggetto obeso, di captare e sequestrare la vitamina D, gli ormoni testicolari, il testosterone, individuando un meccanismo che determina l'osteoporosi nell’uomo".
Un'osservazione "di grande utilità clinica, perché dimostra che il trattamento di questa patologia non può essere soltanto determinato dalla somministrazione di vitamina D e testosterone: in questi soggetti andrebbero ulteriormente ad accumularsi nelle cellule adipose. Ecco perché risulta di fondamentale importanza la riduzione del peso e l’incremento dell’attività fisica", conclude Foresta.
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