Le indicazioni ad effettuare questo esame sono principalmente:
• Determinazione rapida del cariotipo fetale
• Studio del DNA fetale
• Ricerca di agenti infettivi virali o protozoari
• Terapie mediche fetali
• Studio di parametri ematologici del feto
L’operazione viene effettuata sotto costante monitoraggio ecografico.
Il prelievo di sangue fetale si esegue per via transaddominale. Il periodo ottimale per eseguire la cordocentesi è dopo la 18a settimana di gestazione. Prima della sua esecuzione si effettua un esame ecografico per valutare la posizione del feto, rilevarne la biometria, localizzare la placenta e l’inserzione del cordone allo scopo di scegliere il punto più idoneo per l’introduzione dell’ago.
Si esegue quindi una accurata disinfezione della cute addominale; si prepara e si delimita con teli sterili il campo di intervento; si protegge la sonda ecografica con bag sterile; si impiega gel anch’esso sterile.
Il quantitativo di sangue fetale da prelevare non deve superare i 3-4 ml; volumi superiori possono indurre bradicardia fetale anche grave. La vena ombelicale nei pressi della inserzione placentare rappresenta la sede di elezione per effettuare il prelievo di sangue fetale; ma se l’inserzione del cordone in placenta non è raggiungibile si può effettuare il prelievo da un’ansa libera del cordone.
Dopo l’estrazione dell’ago è necessario valutare l’eventuale presenza di immediato sanguinamento dalla sede del prelievo, la formazione di eventuale ematoma del cordone (che può comprimere i vasi del funicolo tanto da compromettere la sopravvivenza del feto), l’instaurarsi di bradicardia fetale.
L’esame non è esente da rischi, infatto entro due settimane dall’esecuzione della procedura, la percentuale di aborto si aggira intorno al 2%. Tale rischio aumenta in presenza di anomalie cromosomiche o strutturali, di ritardo di crescita, di oligoidramnios, di idrope fetale.
Tra le complicanze vi sono:
• Il sanguinamento copioso (emorragia) dalla sede di puntura del cordone ombelicale
• La conseguente bradicardia fetale
• L’ematoma del cordone
• Perdita fetale
• Rottura prematura delle membrane
• Complicanze settiche
• Parto prematuro
Eseguendo il prelievo con ago singolo a livello dell’inserzione placentare della vena ombelicale, la metodica giunge a buon fine nel 97% dei casi al primo tentativo; ad analoghi risultati si perviene mediante prelievi dalle anse libere del cordone. La tecnica con doppio ago sembra offrire minori probabilità di successo al primo tentativo (85%). Gli errori diagnostici sono rari.
La funicolocentesi viene eseguita ambulatoriamente in centri specializzati e non necessita di anestesia.
• Determinazione rapida del cariotipo fetale
• Studio del DNA fetale
• Ricerca di agenti infettivi virali o protozoari
• Terapie mediche fetali
• Studio di parametri ematologici del feto
L’operazione viene effettuata sotto costante monitoraggio ecografico.
Il prelievo di sangue fetale si esegue per via transaddominale. Il periodo ottimale per eseguire la cordocentesi è dopo la 18a settimana di gestazione. Prima della sua esecuzione si effettua un esame ecografico per valutare la posizione del feto, rilevarne la biometria, localizzare la placenta e l’inserzione del cordone allo scopo di scegliere il punto più idoneo per l’introduzione dell’ago.
Si esegue quindi una accurata disinfezione della cute addominale; si prepara e si delimita con teli sterili il campo di intervento; si protegge la sonda ecografica con bag sterile; si impiega gel anch’esso sterile.
Il quantitativo di sangue fetale da prelevare non deve superare i 3-4 ml; volumi superiori possono indurre bradicardia fetale anche grave. La vena ombelicale nei pressi della inserzione placentare rappresenta la sede di elezione per effettuare il prelievo di sangue fetale; ma se l’inserzione del cordone in placenta non è raggiungibile si può effettuare il prelievo da un’ansa libera del cordone.
Dopo l’estrazione dell’ago è necessario valutare l’eventuale presenza di immediato sanguinamento dalla sede del prelievo, la formazione di eventuale ematoma del cordone (che può comprimere i vasi del funicolo tanto da compromettere la sopravvivenza del feto), l’instaurarsi di bradicardia fetale.
L’esame non è esente da rischi, infatto entro due settimane dall’esecuzione della procedura, la percentuale di aborto si aggira intorno al 2%. Tale rischio aumenta in presenza di anomalie cromosomiche o strutturali, di ritardo di crescita, di oligoidramnios, di idrope fetale.
Tra le complicanze vi sono:
• Il sanguinamento copioso (emorragia) dalla sede di puntura del cordone ombelicale
• La conseguente bradicardia fetale
• L’ematoma del cordone
• Perdita fetale
• Rottura prematura delle membrane
• Complicanze settiche
• Parto prematuro
Eseguendo il prelievo con ago singolo a livello dell’inserzione placentare della vena ombelicale, la metodica giunge a buon fine nel 97% dei casi al primo tentativo; ad analoghi risultati si perviene mediante prelievi dalle anse libere del cordone. La tecnica con doppio ago sembra offrire minori probabilità di successo al primo tentativo (85%). Gli errori diagnostici sono rari.
La funicolocentesi viene eseguita ambulatoriamente in centri specializzati e non necessita di anestesia.
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