L’abitudine di succhiare qualcosa, che non necessariamente deve essere il ciuccio o il pollice, viene di solito definita come “vizio”. Quest’oggetto o il pollice sono semplicemente ciò che più comunemente è oggetto di tale abitudine.
Precisiamo che se il bambino ha il suddetto “vizio” del ciuccetto, la situazione non è così tragica. Le conseguenze sono abbastanza modeste, quando ci sono, e si riducono a una deformazione, assolutamente risolvibile, dell’arcata dentaria.
Ma anche tale deformazione non sempre si verifica e, qualora ci fosse, non sempre è dovuta al ciuccio. Ne possono essere responsabili dei fattori ereditari per una particolare conformazione mascellare.
Togliere il ciuccio coinvolgendo i bambini
Questo bisogno di suzione si presenta nel bambino quando è solo, quando sta per addormentarsi, o, se è più grandicello quando è avvilito o ha bisogno di consolazione. Il bambino associa questo gesto all’allattamento, che rappresenta il soddisfacimento del suo più grande bisogno da quando nasce: il nutrimento.
Inoltre l’allattamento è la principale fonte di nutrimento, idratazione, coccole, calore umano, tranquillità, serenità. Il piccolo dunque si abbandona alla suzione quando gli manca qualcosa, quando è infelice. Ciò che gli manca, è di solito qualcuno, in genere la mamma.
Sente ad esempio che abbandonandosi al sonno arriva un distacco momentaneo dalla mamma. Dunque si sforza di richiamare la figura materna e di renderla presente in qualcosa che lui può dominare e tenere vicino a sé succhiando il ciuccio o attaccandosi al seno.
In più, per un neonato, l’apparato orale è un essenziale strumento di esplorazione. Tutto ciò che gli interessa e che attira la sua attenzione viene portato alla bocca. Per quanto è importante la suzione per il piccolo, ogni atteggiamento repressivo della stessa porterà ad una sua esasperazione. Infatti, il modo migliore per consolidare in un bambino il “vizio del ciuccio” è quello di impedirglielo.
Il vizio del ciuccio
Un’età indicata per iniziare a ridurre la presenza del ciuccio non esiste. Ogni bambino ha il suo carattere, le sue peculiarità, le sue abitudini, la sua famiglia e la sua storia. Dunque, non si può stilare un elenco di regole oggettive e valide per tutti i casi.
Di solito, accade spontaneamente attorno ai due o tre anni (o comunque entro i quattro). Perché a questa età il bambino inizia ad avere più fiducia in se stesso e riesce a trovare dentro di sé nuove risorse per tranquillizzarsi.
In ogni caso è assolutamente da sconsigliare un distacco drastico. L’abbandono del ciuccio dovrebbe essere un passaggio graduale, in modo che il bambino si abitui piano piano a farne a meno.
Bisogna innanzitutto porre attenzione allo stato d’animo del piccolo e al periodo che sta vivendo. Il primo passo è quello di provare a parlarne con lui, cercando di fargli capire che sta diventando grande e che mamma e papà sono certi che potr fare a meno del ciuccio.
Generalmente vengono usati due tipi di stratagemmi per convincere il bambino. In alcuni casi, si dice al piccolo che fatine, topolini o elfi sono venuti a prendere il ciuccio e hanno lasciato un regalino in cambio.
In altri casi si prova a negoziare con il bambino, ad esempio concordando che può usarlo solo in casa, o per la nanna fino a quando si abituerà lentamente a farne a meno. In questo modo si rende il bambino protagonista e partecipe alle sue conquiste.
3 modi per togliere il ciuccio
Si potrebbe portarlo in un luogo a cui il bambino è particolarmente legato, come un parco, un bosco, e creare una bella fiaba che gli faccia percepire questo momento come magico e speciale. Il piccolo si sentirà protagonista di una storia che vivrà in prima persona insieme a mamma e papà, pronti a rassicurarlo.
Un’idea è anche quella di organizzare una festicciola per celebrare un traguardo così importante, per fargli capire quanto sia cresciuto e che mamma e papà sanno quanto lui sia affezionato al suo ciuccio, lo comprendono e lo aiutano a crescere.
Considerando l’importanza del ciuccio per il piccolo c’è una terza modalità che si basa, però sulla comprensione della visione che lui ha del suo ciuccio. In questo caso infatti si d al ciuccio un’identità, e anche lui come il bambino è diventato grande ed è pronto per nuove avventure.
Giocando con la fantasia si spiega al bambino quello che il ciuccio dovrà fare: il giro del mondo, andare nello spazio. Dunque si lega il ciuccio ad un palloncino e lo si lascia andare verso nuove avventure!
Il ciuccio
vQuesti sono solo alcuni esempi di come costruire una storia o creare un momento speciale per coinvolgere il bambino e affrontare insieme un momento di crescita. L’importante è ascoltare e comprendere il piccolo per non rischiare di forzare la mano.
Un mese in più o in meno non cambia molto, l’importante è che il bambino scopra dentro di sè il modo di affrontare l’ansia e i malumori e tranquillizzarsi.
Non dimentichiamo che se un bambino piange, un motivo c’è. Può darsi che voglia solo compagnia o che abbia bisogno di attenzione. Un bambino che chiama e non ottiene risposta finisce col perdere fiducia nel mondo.
Importante è che i genitori lascino stare consigli esterni privi di fondamento scientifico, non bisogna dimostrare niente a nessuno. La cosa importante è conoscere i bisogni del proprio bambino e sostenerlo con amore e comprensione.
Proprio questa è una risorsa che darà ai bambini sicurezza e fiducia in sè stessi, perché sanno di essere capiti e sostenuti. In Danimarca, e in molti paesi dell’Europa settentrionale, esiste una tradizione per salutare il ciuccio.
Praticamente si appende a un albero, “L’albero dei ciucci“, un luogo da raggiungere con i propri figli per compiere insieme un vero e proprio rito di passaggio. Potrebbe essere un’idea!
Fonte https://www.passionemamma.it/2018/02/3-metodi-per-togliere-ciuccio-senza-stress/
Precisiamo che se il bambino ha il suddetto “vizio” del ciuccetto, la situazione non è così tragica. Le conseguenze sono abbastanza modeste, quando ci sono, e si riducono a una deformazione, assolutamente risolvibile, dell’arcata dentaria.
Ma anche tale deformazione non sempre si verifica e, qualora ci fosse, non sempre è dovuta al ciuccio. Ne possono essere responsabili dei fattori ereditari per una particolare conformazione mascellare.
Togliere il ciuccio coinvolgendo i bambini
Questo bisogno di suzione si presenta nel bambino quando è solo, quando sta per addormentarsi, o, se è più grandicello quando è avvilito o ha bisogno di consolazione. Il bambino associa questo gesto all’allattamento, che rappresenta il soddisfacimento del suo più grande bisogno da quando nasce: il nutrimento.
Inoltre l’allattamento è la principale fonte di nutrimento, idratazione, coccole, calore umano, tranquillità, serenità. Il piccolo dunque si abbandona alla suzione quando gli manca qualcosa, quando è infelice. Ciò che gli manca, è di solito qualcuno, in genere la mamma.
Sente ad esempio che abbandonandosi al sonno arriva un distacco momentaneo dalla mamma. Dunque si sforza di richiamare la figura materna e di renderla presente in qualcosa che lui può dominare e tenere vicino a sé succhiando il ciuccio o attaccandosi al seno.
In più, per un neonato, l’apparato orale è un essenziale strumento di esplorazione. Tutto ciò che gli interessa e che attira la sua attenzione viene portato alla bocca. Per quanto è importante la suzione per il piccolo, ogni atteggiamento repressivo della stessa porterà ad una sua esasperazione. Infatti, il modo migliore per consolidare in un bambino il “vizio del ciuccio” è quello di impedirglielo.
Il vizio del ciuccio
Un’età indicata per iniziare a ridurre la presenza del ciuccio non esiste. Ogni bambino ha il suo carattere, le sue peculiarità, le sue abitudini, la sua famiglia e la sua storia. Dunque, non si può stilare un elenco di regole oggettive e valide per tutti i casi.
Di solito, accade spontaneamente attorno ai due o tre anni (o comunque entro i quattro). Perché a questa età il bambino inizia ad avere più fiducia in se stesso e riesce a trovare dentro di sé nuove risorse per tranquillizzarsi.
In ogni caso è assolutamente da sconsigliare un distacco drastico. L’abbandono del ciuccio dovrebbe essere un passaggio graduale, in modo che il bambino si abitui piano piano a farne a meno.
Bisogna innanzitutto porre attenzione allo stato d’animo del piccolo e al periodo che sta vivendo. Il primo passo è quello di provare a parlarne con lui, cercando di fargli capire che sta diventando grande e che mamma e papà sono certi che potr fare a meno del ciuccio.
Generalmente vengono usati due tipi di stratagemmi per convincere il bambino. In alcuni casi, si dice al piccolo che fatine, topolini o elfi sono venuti a prendere il ciuccio e hanno lasciato un regalino in cambio.
In altri casi si prova a negoziare con il bambino, ad esempio concordando che può usarlo solo in casa, o per la nanna fino a quando si abituerà lentamente a farne a meno. In questo modo si rende il bambino protagonista e partecipe alle sue conquiste.
3 modi per togliere il ciuccio
Si potrebbe portarlo in un luogo a cui il bambino è particolarmente legato, come un parco, un bosco, e creare una bella fiaba che gli faccia percepire questo momento come magico e speciale. Il piccolo si sentirà protagonista di una storia che vivrà in prima persona insieme a mamma e papà, pronti a rassicurarlo.
Un’idea è anche quella di organizzare una festicciola per celebrare un traguardo così importante, per fargli capire quanto sia cresciuto e che mamma e papà sanno quanto lui sia affezionato al suo ciuccio, lo comprendono e lo aiutano a crescere.
Considerando l’importanza del ciuccio per il piccolo c’è una terza modalità che si basa, però sulla comprensione della visione che lui ha del suo ciuccio. In questo caso infatti si d al ciuccio un’identità, e anche lui come il bambino è diventato grande ed è pronto per nuove avventure.
Giocando con la fantasia si spiega al bambino quello che il ciuccio dovrà fare: il giro del mondo, andare nello spazio. Dunque si lega il ciuccio ad un palloncino e lo si lascia andare verso nuove avventure!
Il ciuccio
vQuesti sono solo alcuni esempi di come costruire una storia o creare un momento speciale per coinvolgere il bambino e affrontare insieme un momento di crescita. L’importante è ascoltare e comprendere il piccolo per non rischiare di forzare la mano.
Un mese in più o in meno non cambia molto, l’importante è che il bambino scopra dentro di sè il modo di affrontare l’ansia e i malumori e tranquillizzarsi.
Non dimentichiamo che se un bambino piange, un motivo c’è. Può darsi che voglia solo compagnia o che abbia bisogno di attenzione. Un bambino che chiama e non ottiene risposta finisce col perdere fiducia nel mondo.
Importante è che i genitori lascino stare consigli esterni privi di fondamento scientifico, non bisogna dimostrare niente a nessuno. La cosa importante è conoscere i bisogni del proprio bambino e sostenerlo con amore e comprensione.
Proprio questa è una risorsa che darà ai bambini sicurezza e fiducia in sè stessi, perché sanno di essere capiti e sostenuti. In Danimarca, e in molti paesi dell’Europa settentrionale, esiste una tradizione per salutare il ciuccio.
Praticamente si appende a un albero, “L’albero dei ciucci“, un luogo da raggiungere con i propri figli per compiere insieme un vero e proprio rito di passaggio. Potrebbe essere un’idea!
Fonte https://www.passionemamma.it/2018/02/3-metodi-per-togliere-ciuccio-senza-stress/
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