Latte materno
Il latte umano è un alimento specie-specifico e addirittura individuo-specifico. Questo è frutto di una selezione millenaria avvenuta per rispondere al meglio alle esigenze nutrizionali, biologiche e psicologiche umane. Il latte materno rappresenta l’alimento di scelta nell’età infantile con importanti effetti positivi sulla salute della mamma che allatta. Ovviamente ne gode anche e soprattutto il bambino allattato al seno, a breve e a lungo termine. Ricerche scientifiche hanno evidenziato, inoltre, come la sostituzione del latte materno con il latte artificiale può compromettere lo stato di salute del bambino e di sua madre.
Oltre alla sostanziale differenza documentata del livello di salute di mamma e bambino che dispongono e usufruiscono di un allattamento naturale, sotto vari punti di vista, bisogna considerare anche altro. Allattare al seno ha un impatto importante anche sul bilancio familiare, in quanto ha un costo nullo. Se vogliamo valutare altri vantaggi quotidiani, possiamo considerare anche il fatto che non va preparato, è sempre pronto all’uso e alla temperatura ideale. Infine, è facilmente apprezzabile come il latte materno abbia un impatto ambientale minimo rispetto al latte artificiale, prodotto industrialmente.
Allattare
Il modo migliore per provvedere al miglioramento dello stato di salute della società in generale è la diffusione delle giuste informazioni. Talvolta c’è una convinzione pregiudiziale di saperne già a sufficienza sull’allattamento al seno. Altre volte sono le fonti di informazione a essere poco attendibili e scarsamente aggiornate. Con l’obiettivo di ottenere crescita, sviluppo e salute ottimali, e sulla base di una revisione sistematica della letteratura, l’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per 6 mesi.
L’adesione internazionale a questa raccomandazione da parte delle società scientifiche e degli enti governativi nazionali, specialmente in Europa, è risultata incostante negli anni. Sarebbe preferibile seguire la crescita del singolo bambino e cogliere eventualmente la necessità di attuare interventi di correzione per garantire la crescita ottimale del piccolo. Ma in linea generale bisogna affidarsi alle raccomandazioni più attendibili, e poi consultare i professionisti per una loro giusta applicazione.
Ad esempio, il riferimento di crescita adeguato è rappresentato oggi dalle Growth Chart dell’OMS, che valutano anche il corretto momento in cui il cibo può essere compatibile al progressivo sviluppo gastroenterico del bambino. L’obiettivo di migliorare la tolleranza all’introduzione dei vari antigeni è compatibile con uno svezzamento del neonato, avviato alla fine del 6° mese di vita. La Canadian Society of Pediatrics, l’American Academy of Pediatrics, considerando anche le istanze allergologiche e gastroenterologiche, prevenzione del cancro al seno per la mamma, concorda su questa raccomandazione. L’Autorità Europea della Sicurezza Alimentare (EFSA) si allinea a tali evidenze per le medesime motivazioni.
Allattamento a richiesta
Alla luce di quanto è raccomandato a livello nazionale ed internazionale, la via migliore da percorrere coincide con l’allattamento a richiesta ed esclusivo fino al compimento dei 6 mesi di età. Si parla di richiesta perché, così come accade per gli adulti, anche il neonato sa quando ha fame. La sua individualità genera un modo tutto suo di nutrirsi: non tutti i bambini impiegano lo stesso tempo per saziarsi. Di conseguenza, rispettando gli orari del neonato e imparando a riconoscere i segnali attraverso cui comunica di essere sazio, tutto diverrà più semplice. Non soltanto più semplice, ma anche più funzionale, in quanto il bambino si nutrirà correttamente secondo le proprie esigenze.
Poppate neonato
Quanto deve durare una poppata? Innanzitutto, in virtù del rispetto dei bisogni del neonato non bisogna darsi degli orari. Sarà il piccolo a scandire i tempi giusti in base alle sue necessità e con il susseguirsi dei giorni sarà la mamma ad adeguarsi. Inoltre, la suzione più o meno veloce determina una poppata più o meno duratura. Interromperla prima che il piccolo l’abbia deciso significa non garantirgli il giusto apporto nutrizionale e di conseguenza avrà subito bisogno di attaccarsi al seno o crescerà meno del dovuto. Per comprendere meglio questo meccanismo è necessario sapere che la parte più calorica ed energetica del latte arriva al piccolo a fine poppata.
Quanto mangia un neonato
Assolutamente sbagliato, dunque, cronometrare i tempi di durata della poppata, perchè variano da un neonato all’altro. Tali tempi variano anche nel neonato stesso con il trascorrere dei giorni e l’aumento del suo fabbisogno giornaliero. Di settimana in settimana, sarà semplice e naturale, per la mamma, capire i segnali del piccolo. Il tipo di pianto con cui vuole esprimere il senso di fame, le espressioni di sazietà o di nervosismo saranno distinguibili. Inoltre, per evitare inutili ansie, ogni mamma può affidarsi alla valutazione dell’incremento di peso settimanale del bambino. Altro metodo utilizzabile è il conteggio dei pannolini consumati quotidianamente dal bambino. Un neonato sano, che si nutre in modo corretto, consuma mediamente 5-6 pannolini nell’arco di 24 ore.
Fonte https://www.passionemamma.it/2018/03/allattamento-al-seno-poppate-neonato/
Il latte umano è un alimento specie-specifico e addirittura individuo-specifico. Questo è frutto di una selezione millenaria avvenuta per rispondere al meglio alle esigenze nutrizionali, biologiche e psicologiche umane. Il latte materno rappresenta l’alimento di scelta nell’età infantile con importanti effetti positivi sulla salute della mamma che allatta. Ovviamente ne gode anche e soprattutto il bambino allattato al seno, a breve e a lungo termine. Ricerche scientifiche hanno evidenziato, inoltre, come la sostituzione del latte materno con il latte artificiale può compromettere lo stato di salute del bambino e di sua madre.
Oltre alla sostanziale differenza documentata del livello di salute di mamma e bambino che dispongono e usufruiscono di un allattamento naturale, sotto vari punti di vista, bisogna considerare anche altro. Allattare al seno ha un impatto importante anche sul bilancio familiare, in quanto ha un costo nullo. Se vogliamo valutare altri vantaggi quotidiani, possiamo considerare anche il fatto che non va preparato, è sempre pronto all’uso e alla temperatura ideale. Infine, è facilmente apprezzabile come il latte materno abbia un impatto ambientale minimo rispetto al latte artificiale, prodotto industrialmente.
Allattare
Il modo migliore per provvedere al miglioramento dello stato di salute della società in generale è la diffusione delle giuste informazioni. Talvolta c’è una convinzione pregiudiziale di saperne già a sufficienza sull’allattamento al seno. Altre volte sono le fonti di informazione a essere poco attendibili e scarsamente aggiornate. Con l’obiettivo di ottenere crescita, sviluppo e salute ottimali, e sulla base di una revisione sistematica della letteratura, l’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per 6 mesi.
L’adesione internazionale a questa raccomandazione da parte delle società scientifiche e degli enti governativi nazionali, specialmente in Europa, è risultata incostante negli anni. Sarebbe preferibile seguire la crescita del singolo bambino e cogliere eventualmente la necessità di attuare interventi di correzione per garantire la crescita ottimale del piccolo. Ma in linea generale bisogna affidarsi alle raccomandazioni più attendibili, e poi consultare i professionisti per una loro giusta applicazione.
Ad esempio, il riferimento di crescita adeguato è rappresentato oggi dalle Growth Chart dell’OMS, che valutano anche il corretto momento in cui il cibo può essere compatibile al progressivo sviluppo gastroenterico del bambino. L’obiettivo di migliorare la tolleranza all’introduzione dei vari antigeni è compatibile con uno svezzamento del neonato, avviato alla fine del 6° mese di vita. La Canadian Society of Pediatrics, l’American Academy of Pediatrics, considerando anche le istanze allergologiche e gastroenterologiche, prevenzione del cancro al seno per la mamma, concorda su questa raccomandazione. L’Autorità Europea della Sicurezza Alimentare (EFSA) si allinea a tali evidenze per le medesime motivazioni.
Allattamento a richiesta
Alla luce di quanto è raccomandato a livello nazionale ed internazionale, la via migliore da percorrere coincide con l’allattamento a richiesta ed esclusivo fino al compimento dei 6 mesi di età. Si parla di richiesta perché, così come accade per gli adulti, anche il neonato sa quando ha fame. La sua individualità genera un modo tutto suo di nutrirsi: non tutti i bambini impiegano lo stesso tempo per saziarsi. Di conseguenza, rispettando gli orari del neonato e imparando a riconoscere i segnali attraverso cui comunica di essere sazio, tutto diverrà più semplice. Non soltanto più semplice, ma anche più funzionale, in quanto il bambino si nutrirà correttamente secondo le proprie esigenze.
Poppate neonato
Quanto deve durare una poppata? Innanzitutto, in virtù del rispetto dei bisogni del neonato non bisogna darsi degli orari. Sarà il piccolo a scandire i tempi giusti in base alle sue necessità e con il susseguirsi dei giorni sarà la mamma ad adeguarsi. Inoltre, la suzione più o meno veloce determina una poppata più o meno duratura. Interromperla prima che il piccolo l’abbia deciso significa non garantirgli il giusto apporto nutrizionale e di conseguenza avrà subito bisogno di attaccarsi al seno o crescerà meno del dovuto. Per comprendere meglio questo meccanismo è necessario sapere che la parte più calorica ed energetica del latte arriva al piccolo a fine poppata.
Quanto mangia un neonato
Assolutamente sbagliato, dunque, cronometrare i tempi di durata della poppata, perchè variano da un neonato all’altro. Tali tempi variano anche nel neonato stesso con il trascorrere dei giorni e l’aumento del suo fabbisogno giornaliero. Di settimana in settimana, sarà semplice e naturale, per la mamma, capire i segnali del piccolo. Il tipo di pianto con cui vuole esprimere il senso di fame, le espressioni di sazietà o di nervosismo saranno distinguibili. Inoltre, per evitare inutili ansie, ogni mamma può affidarsi alla valutazione dell’incremento di peso settimanale del bambino. Altro metodo utilizzabile è il conteggio dei pannolini consumati quotidianamente dal bambino. Un neonato sano, che si nutre in modo corretto, consuma mediamente 5-6 pannolini nell’arco di 24 ore.
Fonte https://www.passionemamma.it/2018/03/allattamento-al-seno-poppate-neonato/
Nessun commento:
Posta un commento