“Per diverse motivazioni, sociali o mediche, una donna può decidere di posticipare il momento della maternità, ma la fertilità diminuisce notevolmente con l'aumentare dell'età. Ecco perché una valida chance per la donna è quella del congelamento degli ovociti”.
Così introduce questo delicato tema Andrea Borini, presidente di Pro-Fert (Società Italiana Conservazione Fertilità) (http://profert.org/).
Un sistema recente, forte delle tecniche più innovative, che ha già permesso la nascita di oltre duemila bambini nel mondo negli ultimi quattordici anni.
Lo abbiamo sentito per capirne di più.
Crioncoservazione, ma cos'è?
Si tratta di una tecnica nata negli anni '80, che prevede il congelamento degli ovociti (o gameti, le cellule germinali femminili), in modo che possano essere utilizzati in un secondo momento.
Come avviene
La procedura prevede più fasi. In un primo momento la donna deve sottoporsi a una stimolazione ormonale, accompagnata da monitoraggio, per far crescere più follicoli, circa 10-15 follicoli, che poi, giunti a maturazione, vengono prelevati per via transvaginale nel corso di un intervento in day hospital effettuato in sedazione profonda (la donna viene addormentata ma non intubata e non sente alcun dolore). Gli ovociti ricavati da questa operazione vengono preparati per il congelamento che avviene in azoto liquido alla temperatura di meno 196 gradi C, presso le cosiddette “banche” dell'istituto che ha eseguito l'intervento.
Quando si scongelano
Se la scelta è determinata da ragioni di salute, lo scongelamento avverrà quando si è risolto il problema. Nei casi in cui l'opzione sia legata a una Pma, allora la donna a cui vengono prelevati 10-15 ovociti ne vedrà utilizzati 5 o 6 per il primo tentativo di fecondazione assistita e gli altri verranno congelati e poi scongelati ai successivi tentativi, di modo che la donna non debba risottoporsi a nuovi trattamenti ormonali.
Questione d'età
Le Pma si effettuano al massimo fino a 43 anni, e comunque in generale ha poco senso congelare ovociti in età troppo avanzata. A 43 anni le percentuali di riuscita nel caso di procreazione medica assistita sono del 5%. A 40 anni del 15%. Quindi conservare la fertilità ha un senso finché si è più giovani.
SSN o a pagamento
Per congelare i proprio ovociti si paga, a meno che non si debba farlo per ragioni di salute, perché si è in cura con farmaci incompatibili con la gravidanza (chemioterapici). In questi casi anche le strutture pubbliche – solo quelle, e non sono così tante, che praticano questa tecnica – sono utilizzabili tramite SSN. In tutti gli altri casi, ovvero per ragioni personali, si deve ricorrere a centri specializzati privati o pubblici convenzionati ma sempre a pagamento.
I costi
Il trattamento di crioconservazione presso i centri Tecnobios Procreazione (di cui il dottor Borini è direttore clinico e scientifico, ndr) ha un costo di 2950 euro e comprende: ecografie, dosaggi ormonali (esami del sangue specifici), prelievo degli ovociti e conservazione degli stessi per 2 anni. A questa cifra vanno aggiunti circa 180 euro per l'anestesista. Infine i farmaci necessari alla stimolazione non sono mutuabili e il costo a carico del paziente, variabile in base al tipo di terapia prescritta, oscilla da 1000 a 2000 euro.
Sopravvivenza degli ovociti
Gli ovociti congelati durano anche 20 anni o più, teoricamente non c'è un limite. Solitamente però non si aspetta troppo tempo, anche perché più passano gli anni, meno sono le possibilità di riuscita per la donna, per la quale cresce il rischio di aborti nella gestazione. Quanto alle percentuali di sopravvivenza effettiva allo scongelamento, siamo intorno al 75-80%, ecco perché si tende a congelarne tanti.
Chance di riuscita della crioconservazione
Dipende dall'età della paziente. Entro i 35 anni siamo intorno al 25-26%, mentre a 40 anni si scende al 7-8%. Stiamo parlando di donne che riescono a rimanere incinte grazie a questa tecnica, e non di donne che portano a termine la gravidanza.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/fecondazione-assistita/la-fertilita-me-la-metto-in-banca
Così introduce questo delicato tema Andrea Borini, presidente di Pro-Fert (Società Italiana Conservazione Fertilità) (http://profert.org/).
Un sistema recente, forte delle tecniche più innovative, che ha già permesso la nascita di oltre duemila bambini nel mondo negli ultimi quattordici anni.
Lo abbiamo sentito per capirne di più.
Crioncoservazione, ma cos'è?
Si tratta di una tecnica nata negli anni '80, che prevede il congelamento degli ovociti (o gameti, le cellule germinali femminili), in modo che possano essere utilizzati in un secondo momento.
Come avviene
La procedura prevede più fasi. In un primo momento la donna deve sottoporsi a una stimolazione ormonale, accompagnata da monitoraggio, per far crescere più follicoli, circa 10-15 follicoli, che poi, giunti a maturazione, vengono prelevati per via transvaginale nel corso di un intervento in day hospital effettuato in sedazione profonda (la donna viene addormentata ma non intubata e non sente alcun dolore). Gli ovociti ricavati da questa operazione vengono preparati per il congelamento che avviene in azoto liquido alla temperatura di meno 196 gradi C, presso le cosiddette “banche” dell'istituto che ha eseguito l'intervento.
Quando si scongelano
Se la scelta è determinata da ragioni di salute, lo scongelamento avverrà quando si è risolto il problema. Nei casi in cui l'opzione sia legata a una Pma, allora la donna a cui vengono prelevati 10-15 ovociti ne vedrà utilizzati 5 o 6 per il primo tentativo di fecondazione assistita e gli altri verranno congelati e poi scongelati ai successivi tentativi, di modo che la donna non debba risottoporsi a nuovi trattamenti ormonali.
Questione d'età
Le Pma si effettuano al massimo fino a 43 anni, e comunque in generale ha poco senso congelare ovociti in età troppo avanzata. A 43 anni le percentuali di riuscita nel caso di procreazione medica assistita sono del 5%. A 40 anni del 15%. Quindi conservare la fertilità ha un senso finché si è più giovani.
SSN o a pagamento
Per congelare i proprio ovociti si paga, a meno che non si debba farlo per ragioni di salute, perché si è in cura con farmaci incompatibili con la gravidanza (chemioterapici). In questi casi anche le strutture pubbliche – solo quelle, e non sono così tante, che praticano questa tecnica – sono utilizzabili tramite SSN. In tutti gli altri casi, ovvero per ragioni personali, si deve ricorrere a centri specializzati privati o pubblici convenzionati ma sempre a pagamento.
I costi
Il trattamento di crioconservazione presso i centri Tecnobios Procreazione (di cui il dottor Borini è direttore clinico e scientifico, ndr) ha un costo di 2950 euro e comprende: ecografie, dosaggi ormonali (esami del sangue specifici), prelievo degli ovociti e conservazione degli stessi per 2 anni. A questa cifra vanno aggiunti circa 180 euro per l'anestesista. Infine i farmaci necessari alla stimolazione non sono mutuabili e il costo a carico del paziente, variabile in base al tipo di terapia prescritta, oscilla da 1000 a 2000 euro.
Sopravvivenza degli ovociti
Gli ovociti congelati durano anche 20 anni o più, teoricamente non c'è un limite. Solitamente però non si aspetta troppo tempo, anche perché più passano gli anni, meno sono le possibilità di riuscita per la donna, per la quale cresce il rischio di aborti nella gestazione. Quanto alle percentuali di sopravvivenza effettiva allo scongelamento, siamo intorno al 75-80%, ecco perché si tende a congelarne tanti.
Chance di riuscita della crioconservazione
Dipende dall'età della paziente. Entro i 35 anni siamo intorno al 25-26%, mentre a 40 anni si scende al 7-8%. Stiamo parlando di donne che riescono a rimanere incinte grazie a questa tecnica, e non di donne che portano a termine la gravidanza.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/fecondazione-assistita/la-fertilita-me-la-metto-in-banca
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