
Durante il primo trimestre è possibile effettuare uno screening che dà indicazioni sui rischi di patologie genetiche, Sindrome di Down, cardiopatie e malformazioni del feto. Non è un esame diagnostico e quindi non dà risultati considerati certi, ma sempre più viene consigliato alle donne, soprattutto sopra i 35 anni, perché in caso di risultati dubbi o ad alto rischio, potranno poi essere indirizzate a controlli diagnostici più specifici, come l’amniocentesi o la villocentesi.
Lo screening consiste in un due test, il test combinato o BI-TEST, da effettuare tra la decima e la quattordicesima settimana di gravidanza in ospedale o dal proprio ginecologo e in un centro di analisi, e che si compone di:
- prelievo di sangue alla mamma
- e una ecografia del feto chiamata translucenza nucale.
Con il prelievo ematico si valuta il dosaggio dell’ormone Free Beta HCG (gonadotropina corionica umana) e la proteina PAPP-A, (proteina plasmatica A associata alla gravidanza), mentre con l’ecografia si misura lo spessore dei tessuti molli dietro alla nuca. A queste settimane di gestazione, infatti, il feto presenta una raccolta di liquidi in quella zona, che non dovrà essere superiore ai 3,5 mm per risultare nella norma e non essere campanello di allarme per patologie congenite o anomalie cromosomiche.
Fonte https://www.universomamma.it/2020/07/27/screening-del-primo-trimestre-di-gravidanza/
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