
Il caso francese
All’Università Paris Saclay i ricercatori dei team di neonatologia ed ostetricia, guidati rispettivamente dal professor Daniele De Luca e dalla professoressa Alexandra Benachi, hanno effettuato questa serie di test e dimostrato come il virus passa al feto/neonato. In un caso particolare, pubblicato appunto su Nature Communication, la madre ventenne incinta è stata ricoverata in ospedale con febbre e tosse violenta. I tamponi nasofaringei e rettali raccolti dal bambino un’ora dopo il parto con taglio cesareo, e poi di nuovo dopo 3 e 18 giorni, sono risultati positivi. Anche il sangue neonato e il lavaggio broncoalveolare sono risultati positivi. La madre ha avuto viremia (cioé presenza del virus nel sangue circolante) nel terzo trimestre (cioè verso la fine della gravidanza). Il virus ha raggiunto la placenta e ha iniziato ad infettarne le cellule replicandosi attivamente in loco. Da qui ha raggiunto la circolazione neonatale causando viremia anche nel piccolo che ha manifestato grave sintomatologia neurologica, simile a quella riscontrata in alcuni adulti con Covid 19. Sia la madre che il bambino si sono ripresi dall’infezione e sono stati successivamente dimessi dall’ospedale
Negli Stati Uniti
Lo studio italiano
Anche nello studio italiano, condotto su 31 donne incinte che hanno partorito tra marzo e aprile, è emersa la potenziale trasmissione madre-figlio durante la gravidanza grazie al lavoro di un team di ricerca guidato da scienziati dell’Università Statale di Milano, in stretta collaborazione con i reparti di Ostetricia dell’Ospedale Sacco, l’Ospedale San Gerardo di Monza e il Policlinico San Matteo di Pavia, ospedali in prima linea nella lotta al Covid. Due dei bambini nati sono risultati positivi, e almeno in un caso ci sono forti prove che sia nato già contagiato poiché «abbiamo trovato il virus nel sangue del cordone ombelicale e nella placenta», ha dichiarato il dottor Claudio Fenizia, assistente professore presso il Dipartimento di Fisiopatologia e trapianti dell’università di Milano. Questo bambino è nato prematuramente da una donna che aveva sviluppato una forma severa della Covid-19 ed è rimasto positivo per 7-10 giorni, ha specificato lo studioso. Per quanto concerne il secondo bambino, nato da una mamma con pochi sintomi, dopo la nascita è risultato debolmente positivo al patogeno emerso in Cina, tuttavia sono state trovate tracce dell’RNA virale nella placenta e soprattutto immunoglobuline/anticorpi IgM nel suo sangue; ciò suggerisce fortemente che sia stato contagiato quando era nell’utero, «probabilmente due settimane prima dalla nascita», ha specificato Fenizia.
Nessun rischio per il feto
Le tre ricerche dimostrano che il virus può infettare il feto ed il neonato attraverso la placenta e non solo per via ambientale, attraverso le comunemente note vie di trasmissione. Sembra essere più delicata l’ultima parte della gravidanza , ma qualora l’infezione venga contratta prima non implica necessariamente rischi per il feto: in tal caso sarà semplicemente necessario monitorare la gravidanza come sempre e con serenità. Sappiamo infatti con ragionevole certezza che in caso di Covid 19 in gravidanza, i feti non ha avuto nessuna malformazione. I dati raccolti sono estremamente importanti per chi deve prendere decisioni di sanità pubblica al fine di migliorare i protocolli di gestione ostetrica e perinatale, effettuare un adeguato follow-up neonatale e ridurre al minimo il rischio di trasmissione del virus al neonato.
Fonte https://www.corriere.it/salute/malattie-rare/20_luglio_14/coronavirus-trasmissione-madre-figlio-gravidanza-sembra-possibile-8128ef28-c4f6-11ea-853b-530755e76362.shtml
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