Di tanto in tanto torna il tema del consumo di liquirizia in gravidanza. Fa male, fa bene? Si può consumare, con moderazione oppure va evitata del tutto? Il dibattito sembra aperto, con diversi consigli che arrivano da più parti, con il rischio di confondere tante mamme che vorrebbero seguire un’alimentazione sana, per proteggere la loro salute e quella del bambino, ma senza troppe rinunce e soprattutto evitando inutili ansie.
Se qualcuno sostiene che la liquirizia in gravidanza vada assolutamente evitata per i rischi che il suo consumo può avere sulla salute del nascituro, c’è tuttavia chi ne consente il consumo, a parte che sia moderato. Cerchiamo di capirci qualcosa.
La liquirizia è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Fabaceae. Il suo nome scientifico è Glycyrrhiza glabra e ne esistono diverse specie in Europa meridionale, Asia e Australia. La liquirizia viene usata in erboristeria, nella medicina tradizionale cinese e anche per la preparazione di dolci, caramelle e tisane. Il suo consumo è molto diffuso in alcuni Paesi, specie nel Nord Europa, mentre in Italia viene consumata in quantità moderate.
Il principio attivo della liquirizia è la glicirrizina, che ha un’azione antinfiammatoria e antivirale. Per questo fin dall’antichità veniva utilizzata a scopo curativo. È stata utilizzata anche per la cura dei disturbi del tratto gastrointestinale contro la gastrite, l’ulcera, l’indigestione e la stipsi. La moderna ricerca clinica studia il modo di utilizzare le sue proprietà nella cura delle malattie croniche del fegato e anche nella prevenzione delle malattie autoimmuni. Sono allo studio anche le sue proprietà sulla prevenzione di malattie neurodegenerative. In forma di pomata, la liquirizia avrebbe efficacia anche contro la dermatite atopica.
La liquirizia, insomma, ha infinite proprietà, normalmente viene gustata in forma di bastoncini o caramelle per il uso gusto intenso e rinfrescante, dalle proprietà digestive. Ha anche un effetto lassativo.
Tra i tanti effetti positivi, tuttavia, non mancano quelli negativi, su tutti quello di aumentare la pressione del sangue, per questo motivo è sconsigliata a persone che soffrono di ipertensione, disturbi cardiaci e insufficienza renale. Mentre può essere di aiuto a chi soffre di pressione bassa. In generale, comunque, non si dovrebbe abusare del consumo di liquirizia, perché alla lunga può avere un effetto tossico e incidere sul metabolismo. La glicirrizina, infatti, può aumentare il sodio e ridurre il potassio nel sangue, causando ritenzione idrica e gonfiore. Sempre quando è consumata in eccesso.
Riguardo alle donne in gravidanza, avevamo già segnalato uno studio finlandese, condotto qualche anno fa dall’Università di Helsinki, che ne sconsigliava assolutamente il consumo a causa dei suoi effetti collaterali. Secondo questo studio, infatti, il consumo di liquirizia durante la gravidanza metterebbe a rischio lo sviluppo cognitivo del bambino. I figli di mamme che avevano consumato liquirizia in gravidanza avevano capacità cognitive inferiori a quelle dei loro coetanei, con ben sette punti in meno nel quoziente intellettivo, avevano anche problemi di memoria e disturbi come quello da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), mentre nelle ragazze si manifestava la ubertà precoce.
Gli studiosi finlandesi hanno osservato che la glicirrizina intensifica gli effetti dell’ormone dello stress, il cortisolo, inibendo l’enzima che lo inattiva. Il cortisolo è importante per lo sviluppo del feto ma in grandi quantità è dannoso.
Va precisato, comunque, che si tratta di uno studio soltanto, che peraltro aveva preso in esame donne che avevano l’abitudine di consumare grandi quantità di liquirizia, corrispondenti a 500 mg a settimana di glicirrizina. La Finlandia è un Paese ad elevato consumo di liquirizia. Inoltre, la relazione causale tra elevata assunzione di glicirrizina ed effetti sulle capacità cognitive non è stata pienamente provata, ma si è trattato solo di un’associazione. Anche perché sullo sviluppo delle capacità cognitive del bambino possono intervenire numerosi altri fattori.
Fonte https://www.universomamma.it/2020/07/22/liquirizia-gravidanza-consumo-si-o-no-esperti/
Se qualcuno sostiene che la liquirizia in gravidanza vada assolutamente evitata per i rischi che il suo consumo può avere sulla salute del nascituro, c’è tuttavia chi ne consente il consumo, a parte che sia moderato. Cerchiamo di capirci qualcosa.
La liquirizia è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Fabaceae. Il suo nome scientifico è Glycyrrhiza glabra e ne esistono diverse specie in Europa meridionale, Asia e Australia. La liquirizia viene usata in erboristeria, nella medicina tradizionale cinese e anche per la preparazione di dolci, caramelle e tisane. Il suo consumo è molto diffuso in alcuni Paesi, specie nel Nord Europa, mentre in Italia viene consumata in quantità moderate.
Il principio attivo della liquirizia è la glicirrizina, che ha un’azione antinfiammatoria e antivirale. Per questo fin dall’antichità veniva utilizzata a scopo curativo. È stata utilizzata anche per la cura dei disturbi del tratto gastrointestinale contro la gastrite, l’ulcera, l’indigestione e la stipsi. La moderna ricerca clinica studia il modo di utilizzare le sue proprietà nella cura delle malattie croniche del fegato e anche nella prevenzione delle malattie autoimmuni. Sono allo studio anche le sue proprietà sulla prevenzione di malattie neurodegenerative. In forma di pomata, la liquirizia avrebbe efficacia anche contro la dermatite atopica.
La liquirizia, insomma, ha infinite proprietà, normalmente viene gustata in forma di bastoncini o caramelle per il uso gusto intenso e rinfrescante, dalle proprietà digestive. Ha anche un effetto lassativo.
Tra i tanti effetti positivi, tuttavia, non mancano quelli negativi, su tutti quello di aumentare la pressione del sangue, per questo motivo è sconsigliata a persone che soffrono di ipertensione, disturbi cardiaci e insufficienza renale. Mentre può essere di aiuto a chi soffre di pressione bassa. In generale, comunque, non si dovrebbe abusare del consumo di liquirizia, perché alla lunga può avere un effetto tossico e incidere sul metabolismo. La glicirrizina, infatti, può aumentare il sodio e ridurre il potassio nel sangue, causando ritenzione idrica e gonfiore. Sempre quando è consumata in eccesso.
Riguardo alle donne in gravidanza, avevamo già segnalato uno studio finlandese, condotto qualche anno fa dall’Università di Helsinki, che ne sconsigliava assolutamente il consumo a causa dei suoi effetti collaterali. Secondo questo studio, infatti, il consumo di liquirizia durante la gravidanza metterebbe a rischio lo sviluppo cognitivo del bambino. I figli di mamme che avevano consumato liquirizia in gravidanza avevano capacità cognitive inferiori a quelle dei loro coetanei, con ben sette punti in meno nel quoziente intellettivo, avevano anche problemi di memoria e disturbi come quello da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), mentre nelle ragazze si manifestava la ubertà precoce.
Gli studiosi finlandesi hanno osservato che la glicirrizina intensifica gli effetti dell’ormone dello stress, il cortisolo, inibendo l’enzima che lo inattiva. Il cortisolo è importante per lo sviluppo del feto ma in grandi quantità è dannoso.
Va precisato, comunque, che si tratta di uno studio soltanto, che peraltro aveva preso in esame donne che avevano l’abitudine di consumare grandi quantità di liquirizia, corrispondenti a 500 mg a settimana di glicirrizina. La Finlandia è un Paese ad elevato consumo di liquirizia. Inoltre, la relazione causale tra elevata assunzione di glicirrizina ed effetti sulle capacità cognitive non è stata pienamente provata, ma si è trattato solo di un’associazione. Anche perché sullo sviluppo delle capacità cognitive del bambino possono intervenire numerosi altri fattori.
Fonte https://www.universomamma.it/2020/07/22/liquirizia-gravidanza-consumo-si-o-no-esperti/
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