In poco più di trent'anni, dal 1983 al 2016, il numero di donne sole con figli minori è raddoppiato. Oggi, secondo l'Istat, sono 893mila le mamme single in Italia: sono più grandi, istruite e occupate rispetto al passato.
La maggioranza è formata da donne separate o divorziate (sono il 57,6% del totale), ma è cresciuta molto la quota di madri nubili dal 18,9% al 34,6%. È aumentata anche la loro età: quelle tra i 45 e i 54 anni sono passate dal 20,9% al 31,8%, anche se il peso maggiore rimane quello delle madri trai 35 e i 44 anni (45,3%).
Nonostante siano tutte molto soddisfatte per quando riguarda le proprie condizioni di salute (88,5%), per le relazioni familiari (84,5%) e amicali (83,5%), rispetto alle madri in coppia i livelli di soddisfazione sono inferiori riguardo a tutte le dimensioni della vita, soprattutto in quella economica.
Le mamme sole
È questo il quadro tratteggiato dall'Istat che fotografa la situazione delle madri che, per caso o per scelta, oggi in Italia si trovano a far nascere e crescere un bambino senza un compagno. Si tratta di una condizione che presenta specifiche difficoltà, ma che può essere affrontata con serenità, soprattutto se si attivano determinate risorse.
Il presupposto deve essere chiaro: «Qualsiasi tipo di situazione familiare è in grado di essere una buona base per permettere la crescita del proprio figlio - sottolinea Luana Panichi, coordinatrice del progetto dedicato alle mamme sole di Roma #Crescereinsieme, sviluppato dal centro informazione, maternità e nascita Il Melograno -. Se è vero infatti che "Per crescere un bambino ci vuole un villaggio", ciò vuol dire che anche la famiglia nucleare, da sola, non basta. Per allevare un cucciolo d'uomo è infatti necessaria una molteplicità di relazioni sia per la mamma, il bambino e la coppia (nel caso in cui ci sia)».
Il carico delle mamme single
«La gravidanza è, per la maggior parte delle donne, un momento delicato in cui possono formarsi ansie e brutti pensieri – continua l'esperta –. Nel caso delle future mamme sole questo carico è ancora più pesante, perché hanno una dose di incertezza ancora maggiore non potendo contare sul supporto di un compagno. Possono soffrire di sensi di colpa e di un grande senso di responsabilità nei confronti della nuova vita che stanno per dare alla luce».
Per alleviare queste ansie e preoccupazioni, ci sono però una serie di consigli che le donne in questa condizione possono seguire.
1. Dedicare del tempo a sé
«Per concentrarsi e focalizzarsi sulla dimensione dell'attesa del bambino è d'aiuto, soprattutto per le mamme single, dedicare del tempo a se stesse. Ad esempio, frequentando gruppi di acquaticità per le gestanti, corsi di yoga durante la gravidanza, ecc. Sono tutte attività che aiutano a sciogliere le tensioni e a vivere con maggiore piacevolezza i cambiamenti del corpo lungo l'arco dei nove mesi di gestazione».
2. Costruire una rete di sostegno
«Le mamme hanno bisogno di supporto e accoglienza per condividere la grande responsabilità di avere un bambino. È importante cercare sostegno negli altri: dagli amici alla famiglia, ma anche in gruppi di genitori, associazioni specializzate o la rete di consultori sparsa sul territorio (qui la mappa). Grazie alla condivisione della propria situazione e al confronto con le esperienze degli altri ci si sentirà meno sole, più comprese e sostenute».
Diverse sono le risorse disponibili online, ad esempio: Smallfamilies, il portale delle famiglie a geometria variabile; Associazione italiana mamme single; GenGle, genitori single insieme; e OneParent.
3. Dopo la nascita
Proprio perché si sa che non si avrà il sostegno del partner, è bene già durante la gravidanza pensare a come organizzare i primi giorni dopo la nascita del bambino. «Importante è iscriversi a un percorso post nascita, sempre per avere un confronto con altre neomamme, ma anche pensare a un supporto a casa, come un'ostetrica a domicilio o una doula, che vengano a visitare il neonato e la mamma, condividendo con lei dubbi, domande e problematiche legate alla gestione del bambino. Ovviamente, almeno nei primi tempi, avere il supporto della propria famiglia può essere fondamentale». (Leggi anche: chi è la doula?)
4. Non aver paura di chiedere aiuto
Se il percorso diventa molto difficile «è importante non avere paura o vergogna di chiedere aiuto e rivolgersi a professionisti o centri specializzati dove la mamma può trovare aiuto per la sua situazione. Nel nostro progetto, ad esempio, forniamo un servizio di “home visiting” in cui un'operatrice viene a visitare la mamma a casa, ma abbiamo anche una serie di famiglie di supporto che aiutano la mamma sola e, ad esempio, la portano alle visite o le fanno la spesa quando lei non può. Se ci fossero problematiche economiche, ci si può rivolgere ai caf per avere una panoramica sugli aiuti previsti per le donne in queste situazioni. Nei casi in cui ci siano fragilità maggiori, invece, ci si può rivolgere ai servizi sociali che hanno degli appositi programmi di aiuto».
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/come-affrontare-gravidanza-da-sole
La maggioranza è formata da donne separate o divorziate (sono il 57,6% del totale), ma è cresciuta molto la quota di madri nubili dal 18,9% al 34,6%. È aumentata anche la loro età: quelle tra i 45 e i 54 anni sono passate dal 20,9% al 31,8%, anche se il peso maggiore rimane quello delle madri trai 35 e i 44 anni (45,3%).
Nonostante siano tutte molto soddisfatte per quando riguarda le proprie condizioni di salute (88,5%), per le relazioni familiari (84,5%) e amicali (83,5%), rispetto alle madri in coppia i livelli di soddisfazione sono inferiori riguardo a tutte le dimensioni della vita, soprattutto in quella economica.
Le mamme sole
È questo il quadro tratteggiato dall'Istat che fotografa la situazione delle madri che, per caso o per scelta, oggi in Italia si trovano a far nascere e crescere un bambino senza un compagno. Si tratta di una condizione che presenta specifiche difficoltà, ma che può essere affrontata con serenità, soprattutto se si attivano determinate risorse.
Il presupposto deve essere chiaro: «Qualsiasi tipo di situazione familiare è in grado di essere una buona base per permettere la crescita del proprio figlio - sottolinea Luana Panichi, coordinatrice del progetto dedicato alle mamme sole di Roma #Crescereinsieme, sviluppato dal centro informazione, maternità e nascita Il Melograno -. Se è vero infatti che "Per crescere un bambino ci vuole un villaggio", ciò vuol dire che anche la famiglia nucleare, da sola, non basta. Per allevare un cucciolo d'uomo è infatti necessaria una molteplicità di relazioni sia per la mamma, il bambino e la coppia (nel caso in cui ci sia)».
Il carico delle mamme single
«La gravidanza è, per la maggior parte delle donne, un momento delicato in cui possono formarsi ansie e brutti pensieri – continua l'esperta –. Nel caso delle future mamme sole questo carico è ancora più pesante, perché hanno una dose di incertezza ancora maggiore non potendo contare sul supporto di un compagno. Possono soffrire di sensi di colpa e di un grande senso di responsabilità nei confronti della nuova vita che stanno per dare alla luce».
Per alleviare queste ansie e preoccupazioni, ci sono però una serie di consigli che le donne in questa condizione possono seguire.
1. Dedicare del tempo a sé
«Per concentrarsi e focalizzarsi sulla dimensione dell'attesa del bambino è d'aiuto, soprattutto per le mamme single, dedicare del tempo a se stesse. Ad esempio, frequentando gruppi di acquaticità per le gestanti, corsi di yoga durante la gravidanza, ecc. Sono tutte attività che aiutano a sciogliere le tensioni e a vivere con maggiore piacevolezza i cambiamenti del corpo lungo l'arco dei nove mesi di gestazione».
2. Costruire una rete di sostegno
«Le mamme hanno bisogno di supporto e accoglienza per condividere la grande responsabilità di avere un bambino. È importante cercare sostegno negli altri: dagli amici alla famiglia, ma anche in gruppi di genitori, associazioni specializzate o la rete di consultori sparsa sul territorio (qui la mappa). Grazie alla condivisione della propria situazione e al confronto con le esperienze degli altri ci si sentirà meno sole, più comprese e sostenute».
Diverse sono le risorse disponibili online, ad esempio: Smallfamilies, il portale delle famiglie a geometria variabile; Associazione italiana mamme single; GenGle, genitori single insieme; e OneParent.
3. Dopo la nascita
Proprio perché si sa che non si avrà il sostegno del partner, è bene già durante la gravidanza pensare a come organizzare i primi giorni dopo la nascita del bambino. «Importante è iscriversi a un percorso post nascita, sempre per avere un confronto con altre neomamme, ma anche pensare a un supporto a casa, come un'ostetrica a domicilio o una doula, che vengano a visitare il neonato e la mamma, condividendo con lei dubbi, domande e problematiche legate alla gestione del bambino. Ovviamente, almeno nei primi tempi, avere il supporto della propria famiglia può essere fondamentale». (Leggi anche: chi è la doula?)
4. Non aver paura di chiedere aiuto
Se il percorso diventa molto difficile «è importante non avere paura o vergogna di chiedere aiuto e rivolgersi a professionisti o centri specializzati dove la mamma può trovare aiuto per la sua situazione. Nel nostro progetto, ad esempio, forniamo un servizio di “home visiting” in cui un'operatrice viene a visitare la mamma a casa, ma abbiamo anche una serie di famiglie di supporto che aiutano la mamma sola e, ad esempio, la portano alle visite o le fanno la spesa quando lei non può. Se ci fossero problematiche economiche, ci si può rivolgere ai caf per avere una panoramica sugli aiuti previsti per le donne in queste situazioni. Nei casi in cui ci siano fragilità maggiori, invece, ci si può rivolgere ai servizi sociali che hanno degli appositi programmi di aiuto».
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/come-affrontare-gravidanza-da-sole
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