150 patologie reumatiche differenti per sintomi e cause ↘
Tra loro molto differenti, le malattie reumatiche possono colpire articolazioni, le ossa e/o i muscoli, ma a volte coinvolgono anche organi interni e altri tessuti. I sintomi più comuni dipendono dalla sede colpita, ma il più frequente e trasversale alle diverse malattie è sicuramente il dolore infiammatorio di una o più articolazioni, che si accompagna a evidente gonfiore articolare o tendineo. Ci sono tuttavia alcuni sintomi aspecifici, come l’eccessiva stancabilità e altri suggestivi, come la persistente secchezza di occhi e bocca, l’intensa reazione cutanea dopo esposizione solare etc.., che possono rappresentare un campanello d’allarme da non trascurare 🔔.
👉 Attenzione anche a non sottovalutare le modalità di esordio della malattia: i sintomi possono comparire all’improvviso, in maniera acuta, ma possono anche presentarsi in modo lento e insidioso nel corso del tempo.
👨👩👦👦 Uomini o donne: chi ne è maggiormente interessato?
Entrambi i sessi possono esserne colpiti, in tutte le fasce di età e con variabili a seconda delle diverse tipologie, ma è riconosciuta una maggiore insorgenza di queste patologie nel sesso femminile. Possiamo dunque dire che le malattie reumatiche sono tipicamente declinate al femminile. La maggiore incidenza nelle donne ha portato a ipotizzare che anche gli ormoni, combinati a diversi fattori genetici e ambientali, possano giocare un ruolo nello sviluppo di queste patologie.
L’attività di malattia infatti risente delle variazioni dei livelli di ormoni che svolgono un ruolo fondamentale durante fasi cruciali della vita della donna, come lo sviluppo puberale, la gravidanza, l’allattamento e la menopausa.
La fascia di età in cui, per una significativa percentuale di casi, si attesta l’esordio della malattia è il periodo più florido e produttivo della vita della donna, ovvero tra i 15 e i 45 anni, con importanti ripercussioni sul piano affettivo, familiare, socio-relazionale e professionale e dunque sulla qualità di vita.
👉 E se una donna con malattia reumatica desiderasse diventare mamma?
Sfatiamo il vecchio tabù che suggeriva alle pazienti con malattie reumatiche di evitare di avere figli. Oggi essere mamma con una malattia reumatica si può!
La prima cosa da chiarire è che queste patologie non compromettono di per sé la fertilità. C’è bisogno tuttavia di qualche attenzione specifica: è necessario infatti pianificare la gravidanza in un periodo di remissione stabile della malattia, per favorire il benessere del feto e la sua crescita armonica.
Attualmente possiamo contare su un costante miglioramento delle strategie terapeutiche, grazie alle quali si può mantenere la malattia in remissione per lunghi periodi. Inoltre, l’avanzamento delle conoscenze genetiche in questo ambito hanno escluso una trasmissione diretta da madre a figlio. Ecco un altro falso mito da sfatare!
Se la programmazione è fondamentale per un esito positivo della gravidanza, possiamo dire che la contraccezione gioca un ruolo importantissimo in questa strategia. Non sempre tutti i metodi contraccettivi possono essere utilizzati, ma grazie al dialogo e all’interazione tra ginecologo e reumatologo di fiducia, è possibile definire il metodo più adeguato per ogni donna a seconda della sua storia clinica e delle sue esigenze.
Per completare il quadro dei falsi miti legati alla relazione tra malattie reumatiche e maternità, dobbiamo sottolineare altre due verità poco conosciute:
Durante la gravidanza non c’è la necessità di sospendere le terapie. Dal momento che proprio il mantenimento della malattia materna in fase di remissione è condizione fondamentale per ridurre al minimo i rischi durante la gravidanza, durante i 9 mesi è possibile continuare le terapie anti-reumatiche. Tra l’altro la maggior parte dei farmaci anti-reumatici sono considerati sicuri in gravidanza. E’ importante però discutere con il proprio specialista la compatibilità del regime terapeutico in atto durante la gravidanza.
La malattia reumatica non condiziona il tipo di parto. La scelta della modalità (vaginale o cesareo), infatti, come per tutte le altre donne, è prettamente ostetrica e basata su condizioni materne o fetali. Anche l’epidurale non è controindicata in caso di malattia reumatica.
Fonte https://www.pazienti.it/news-di-salute/malattie-reumatiche-fertilita-14012019
Tra loro molto differenti, le malattie reumatiche possono colpire articolazioni, le ossa e/o i muscoli, ma a volte coinvolgono anche organi interni e altri tessuti. I sintomi più comuni dipendono dalla sede colpita, ma il più frequente e trasversale alle diverse malattie è sicuramente il dolore infiammatorio di una o più articolazioni, che si accompagna a evidente gonfiore articolare o tendineo. Ci sono tuttavia alcuni sintomi aspecifici, come l’eccessiva stancabilità e altri suggestivi, come la persistente secchezza di occhi e bocca, l’intensa reazione cutanea dopo esposizione solare etc.., che possono rappresentare un campanello d’allarme da non trascurare 🔔.
👉 Attenzione anche a non sottovalutare le modalità di esordio della malattia: i sintomi possono comparire all’improvviso, in maniera acuta, ma possono anche presentarsi in modo lento e insidioso nel corso del tempo.
👨👩👦👦 Uomini o donne: chi ne è maggiormente interessato?
Entrambi i sessi possono esserne colpiti, in tutte le fasce di età e con variabili a seconda delle diverse tipologie, ma è riconosciuta una maggiore insorgenza di queste patologie nel sesso femminile. Possiamo dunque dire che le malattie reumatiche sono tipicamente declinate al femminile. La maggiore incidenza nelle donne ha portato a ipotizzare che anche gli ormoni, combinati a diversi fattori genetici e ambientali, possano giocare un ruolo nello sviluppo di queste patologie.
L’attività di malattia infatti risente delle variazioni dei livelli di ormoni che svolgono un ruolo fondamentale durante fasi cruciali della vita della donna, come lo sviluppo puberale, la gravidanza, l’allattamento e la menopausa.
La fascia di età in cui, per una significativa percentuale di casi, si attesta l’esordio della malattia è il periodo più florido e produttivo della vita della donna, ovvero tra i 15 e i 45 anni, con importanti ripercussioni sul piano affettivo, familiare, socio-relazionale e professionale e dunque sulla qualità di vita.
👉 E se una donna con malattia reumatica desiderasse diventare mamma?
Sfatiamo il vecchio tabù che suggeriva alle pazienti con malattie reumatiche di evitare di avere figli. Oggi essere mamma con una malattia reumatica si può!
La prima cosa da chiarire è che queste patologie non compromettono di per sé la fertilità. C’è bisogno tuttavia di qualche attenzione specifica: è necessario infatti pianificare la gravidanza in un periodo di remissione stabile della malattia, per favorire il benessere del feto e la sua crescita armonica.
Attualmente possiamo contare su un costante miglioramento delle strategie terapeutiche, grazie alle quali si può mantenere la malattia in remissione per lunghi periodi. Inoltre, l’avanzamento delle conoscenze genetiche in questo ambito hanno escluso una trasmissione diretta da madre a figlio. Ecco un altro falso mito da sfatare!
Se la programmazione è fondamentale per un esito positivo della gravidanza, possiamo dire che la contraccezione gioca un ruolo importantissimo in questa strategia. Non sempre tutti i metodi contraccettivi possono essere utilizzati, ma grazie al dialogo e all’interazione tra ginecologo e reumatologo di fiducia, è possibile definire il metodo più adeguato per ogni donna a seconda della sua storia clinica e delle sue esigenze.
Per completare il quadro dei falsi miti legati alla relazione tra malattie reumatiche e maternità, dobbiamo sottolineare altre due verità poco conosciute:
Durante la gravidanza non c’è la necessità di sospendere le terapie. Dal momento che proprio il mantenimento della malattia materna in fase di remissione è condizione fondamentale per ridurre al minimo i rischi durante la gravidanza, durante i 9 mesi è possibile continuare le terapie anti-reumatiche. Tra l’altro la maggior parte dei farmaci anti-reumatici sono considerati sicuri in gravidanza. E’ importante però discutere con il proprio specialista la compatibilità del regime terapeutico in atto durante la gravidanza.
La malattia reumatica non condiziona il tipo di parto. La scelta della modalità (vaginale o cesareo), infatti, come per tutte le altre donne, è prettamente ostetrica e basata su condizioni materne o fetali. Anche l’epidurale non è controindicata in caso di malattia reumatica.
Fonte https://www.pazienti.it/news-di-salute/malattie-reumatiche-fertilita-14012019
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