A questo proposito, alcuni esperti hanno analizzato gli attuali metodi di gestione del travaglio e le linee guida relative alle nascite predisposte dal Nice (Istituto Nazionale per l’Eccellenza Clinica), spiegando come e perché l’atto del partorire dovrebbe essere affrontato in maniera molto più naturale.
La gravidanza non è una malattia, così come non lo è il parto. Quest’ultimo, fin dai primi attimi di travaglio, può certamente rivelarsi un’esperienza dolorosa e spesso difficile, ma sempre più frequentemente vengono utilizzate delle tecniche di induzione al parto o altri tipi di interventi medici non strettamente necessari. Infatti, la maggioranza delle neo-mamme, essendo in buona salute, può affrontare il travaglio e partorire in maniera spontanea dalla trentasettesima settima di gravidanza in poi, usufruendo solamente delle personali forze e dell’aiuto di un’ostetrica.
Proprio per questi motivi, molti esperti suggeriscono che il sistema sanitario italiano andrebbe riorganizzato soprattutto relativamente al parto.
Non a caso affermano che le partorienti sane, che hanno vissuto una gravidanza tranquilla ed a basso rischio, dovrebbero poter scegliere liberamente il tipo di parto con il quale vorrebbero dare alla luce il proprio figlio, con la sicurezza che partorire in modo naturale è solitamente la soluzione più sicura.
In questi casi, i centri nascita “freestanding” sono la scelta consigliata, perché vi lavorano solamente ostetriche rispettando le modalità naturali dell’evento evitando i superflui interventi medici quando non necessari.
Inoltre, questi centri sono perfettamente predisposti per qualsiasi tipo di emergenza.
In alternativa, secondo gli esperti, è anche possibile partorire al proprio domicilio, con il supporto di un’ostetrica qualificata.
Le situazioni in cui è opportuna una maggiore cautela, ed anche eventuali trattamenti specifici, sono quelle in cui la donna incinta presenta una particolare condizione medica o delle determinate problematiche ostetrico-ginecologiche. In quel caso è necessario preferire la sala parto di un ospedale, nella quale il personale sa come agire in ogni eventualità.
Perciò, gravidanze ad alto rischio a parte, il parto dovrebbe essere gestito in modalità molto più spontanea, proprio come affermano le linee guida dell’Istituto Nazionale Nice.
Purtroppo, in Italia questo non viene preso molto in considerazione, e si tende spesso a programmare e gestire le nascite come se si trattasse di una condizione di routine, privilegiando così vari tipi di interventi ed altre metodologie mediche, e sottovalutando l’importanza di costruire un maggior numero di centri nascite freestanding.
Fonte Linee guida per l’assistenza a partorienti sane e neonati e per la scelta del setting del parto
Antonino Cartabellotta, Antonio Simone Laganà, Maria Matera, Onofrio Triolo
La gravidanza non è una malattia, così come non lo è il parto. Quest’ultimo, fin dai primi attimi di travaglio, può certamente rivelarsi un’esperienza dolorosa e spesso difficile, ma sempre più frequentemente vengono utilizzate delle tecniche di induzione al parto o altri tipi di interventi medici non strettamente necessari. Infatti, la maggioranza delle neo-mamme, essendo in buona salute, può affrontare il travaglio e partorire in maniera spontanea dalla trentasettesima settima di gravidanza in poi, usufruendo solamente delle personali forze e dell’aiuto di un’ostetrica.
Proprio per questi motivi, molti esperti suggeriscono che il sistema sanitario italiano andrebbe riorganizzato soprattutto relativamente al parto.
Non a caso affermano che le partorienti sane, che hanno vissuto una gravidanza tranquilla ed a basso rischio, dovrebbero poter scegliere liberamente il tipo di parto con il quale vorrebbero dare alla luce il proprio figlio, con la sicurezza che partorire in modo naturale è solitamente la soluzione più sicura.
In questi casi, i centri nascita “freestanding” sono la scelta consigliata, perché vi lavorano solamente ostetriche rispettando le modalità naturali dell’evento evitando i superflui interventi medici quando non necessari.
Inoltre, questi centri sono perfettamente predisposti per qualsiasi tipo di emergenza.
In alternativa, secondo gli esperti, è anche possibile partorire al proprio domicilio, con il supporto di un’ostetrica qualificata.
Le situazioni in cui è opportuna una maggiore cautela, ed anche eventuali trattamenti specifici, sono quelle in cui la donna incinta presenta una particolare condizione medica o delle determinate problematiche ostetrico-ginecologiche. In quel caso è necessario preferire la sala parto di un ospedale, nella quale il personale sa come agire in ogni eventualità.
Perciò, gravidanze ad alto rischio a parte, il parto dovrebbe essere gestito in modalità molto più spontanea, proprio come affermano le linee guida dell’Istituto Nazionale Nice.
Purtroppo, in Italia questo non viene preso molto in considerazione, e si tende spesso a programmare e gestire le nascite come se si trattasse di una condizione di routine, privilegiando così vari tipi di interventi ed altre metodologie mediche, e sottovalutando l’importanza di costruire un maggior numero di centri nascite freestanding.
Fonte Linee guida per l’assistenza a partorienti sane e neonati e per la scelta del setting del parto
Antonino Cartabellotta, Antonio Simone Laganà, Maria Matera, Onofrio Triolo
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