lunedì 2 luglio 2018

Il futuro dell’ovaio artificiale per conservare la fertilità senza rischi

         Avere un figlio dopo un tumore non è impossibile, molte donne sono riuscite a prevenire l’infertilità da chemioterapia con la raccolta di ovociti prima dei trattamenti chemioterapici e la loro crioconservazione o con l’utilizzo di farmaci che proteggono le ovaie durante i trattamenti. Ora si affaccia al mondo della medicina l’ipotesi di una nuova possibilità: la realizzazione di un ovaio artificiale messo a punto da un team di scienziati dell’Università di Copenaghen. I risultati degli studi sono stati presentati al congresso della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (Eshre) in corso a Barcellona.

La nuova opzione
         Sia chiaro, ci vorranno ancora molti anni perché l’ovaio artificiale possa diventare una realtà applicabile in medicina, ma è stato fatto un importante passo in avanti perché l’ovaio riprodotto in laboratorio è in grado di tenere gli ovuli in vita per diverse settimane aumentando la possibilità di avere un figlio anche dopo la chemioterapia o la radioterapia. L’opzione potrebbe essere utile anche per tutte le donne affette da sclerosi multipla e beta-talassemia, pazienti che normalmente si vedono costrette a seguire terapie aggressive per riavere la fertilità.

Come funziona
         Per mettere a punto l’ovaio artificiale le strutture che racchiudono gli ovociti immaturi (follicoli ovarici) sono state isolate e fatte crescere su un’impalcatura di tessuto ovarico privato delle sue cellule, specie quelle cancerose. Gli esperimenti sono stati fatti con il tessuto ovarico prelevato da donne che avevano voluto conservarlo prima di affrontare una terapia antitumorale. Il primo passo è stato eliminare le cellule presenti nel tessuto per mezzo di un processo chimico della durata di tre giorni. In questo modo è stata ottenuta una sorta di base, nella quale sono stati reimpiantati i follicoli. Durante l’esperimento su modello animale si è potuto dimostrare che dopo tre settimane un quarto dei follicoli era ancora presente e i vasi sanguigni avevano cominciato a crescere intorno all’ovaio. «Abbiamo visto che i follicoli erano in grado di ripopolare di cellule il tessuto, con rischio molto ridotto della presenza di cellule maligne» ha spiegato Susanne Pors, coordinatrice della ricerca del Laboratorio di Biologia riproduttiva del Rigshospitalet di Copenaghen, riferendosi agli esperimenti condotti in provetta.

(Getty images)Molto ridotto il rischio di trasferire cellule          maligne
         Attualmente il tessuto ovarico viene conservato prima delle cure e congelato per essere reimpiantato e il gruppo di ricerca della dottoressa Pors è fra i pionieri in questo campo, con tessuti ovarici di 1.100 pazienti conservati negli ultimi 20 anni, 115 dei quali scongelati e trapiantati in 90 donne. «Tuttavia eliminare le cellule dal tessuto ovarico congelato e trasferire in esso follicoli vitali potrebbe evitare il rischio di reintrodurre cellule maligne potenzialmente presenti nel tessuto originale». Da qui l’opzione più sicura dell’ovaio artificiale che eliminerebbe il rischio di trasferire anche le cellule cancerose come può capitare con il tessuto congelato, in particolare quando si tratta di leucemia o tumori ovarici. Inoltre, quando verrà messa a punto questa nuova tecnica, le donne con innesti ovarici potranno rimanere incinte naturalmente senza sottoporsi a fecondazione in vitro.

In futuro
         «Quello che abbiamo fatto è un passo molto importante - spiega la ricercatrice al Guardian- ma la strada è ancora lunga. Ci vorranno molti anni prima che potremo replicare lo stesso processo in una donna». Gli scienziati parlano di 5-10 anni prima di poter avere a disposizione la cura. «Il prossimo passo - chiarisce Pors - sarà capire come si sviluppa l’ovaio ottenuto con questa tecnica, con periodi di osservazione fino a sei mesi».

Fonte https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/18_luglio_02/futuro-dell-ovaio-artificiale-conservare-fertilita-senza-rischi-93e2755e-7dd5-11e8-98cc-f2df688ea5aa.shtml

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