In sostanza, si dimostra quello che nel 1990 Barker aveva teorizzato quando disse che quello che succede nel grembo materno è più importante di quello che avviene in casa dopo la nascita: la comunicazione tra gestante ed embrione può dare luogo a modifiche del genoma del neonato anche in caso di ovodonazione.
Questo lavoro dimostra che la madre può interferire sull’informazione genetica del figlio, anche quando l’ovulo è il risultato di una donazione. Ciò cambia completamente il paradigma della ovo-donazione e della maternità surrogata, aprendo le porte alla speranza delle madri costrette a ricorrere alla donazione di ovociti.
Questa scoperta dimostra che esiste uno scambio tra endometrio ed embrione, cosa che già si sospettava a causa della coincidenza tra alcune caratteristiche fisiche tra madri e figli nati da ovo-donazione e della incidenza di alcune malattie infantili legate a patologie materne durante la gestazione.
Alcune condizioni nelle quali si possono trovare le donne, infatti, finiscono per modificare le loro cellule (anche quelle dell’endometrio): il tabagismo e l’obesità, per esempio. Questo fa sì che il fluido endometriale cambi e nella sua secrezione venga rilasciata l’informazione genetica della madre che viene assorbita dall'embrione, modificando il suo sviluppo.
Questa comunicazione può portare al fatto che nell’embrione di esprimano o si inibiscano specifiche funzioni, dando così luogo a delle modifiche, il che spiega il processo di trasmissione di malattie come il diabete o l’obesità.
Questa pubblicazione apre la porta alla possibilità di evitare alcune malattie, quando la causa è epigenetica. Sapendo che esiste questo tipo di trasmissione, in futuro saremo in grado di evitarla, ponendo fine alla tendenza di madri obese che danno vita a bambini obesi o, nei Paesi nei quali è permessa la maternità surrogata, dare più importanza alla conoscenza delle abitudini precedenti alla gestazione mantenute dalla madre.
Fonte http://www.sanihelp.it/news/23052/-madre-embrione-ovodonazione-dimostra/1.html
Questo lavoro dimostra che la madre può interferire sull’informazione genetica del figlio, anche quando l’ovulo è il risultato di una donazione. Ciò cambia completamente il paradigma della ovo-donazione e della maternità surrogata, aprendo le porte alla speranza delle madri costrette a ricorrere alla donazione di ovociti.
Questa scoperta dimostra che esiste uno scambio tra endometrio ed embrione, cosa che già si sospettava a causa della coincidenza tra alcune caratteristiche fisiche tra madri e figli nati da ovo-donazione e della incidenza di alcune malattie infantili legate a patologie materne durante la gestazione.
Alcune condizioni nelle quali si possono trovare le donne, infatti, finiscono per modificare le loro cellule (anche quelle dell’endometrio): il tabagismo e l’obesità, per esempio. Questo fa sì che il fluido endometriale cambi e nella sua secrezione venga rilasciata l’informazione genetica della madre che viene assorbita dall'embrione, modificando il suo sviluppo.
Questa comunicazione può portare al fatto che nell’embrione di esprimano o si inibiscano specifiche funzioni, dando così luogo a delle modifiche, il che spiega il processo di trasmissione di malattie come il diabete o l’obesità.
Questa pubblicazione apre la porta alla possibilità di evitare alcune malattie, quando la causa è epigenetica. Sapendo che esiste questo tipo di trasmissione, in futuro saremo in grado di evitarla, ponendo fine alla tendenza di madri obese che danno vita a bambini obesi o, nei Paesi nei quali è permessa la maternità surrogata, dare più importanza alla conoscenza delle abitudini precedenti alla gestazione mantenute dalla madre.
Fonte http://www.sanihelp.it/news/23052/-madre-embrione-ovodonazione-dimostra/1.html
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