Sono diversi i percorsi e le necessità che portano una coppia alla scelta di effettuare la fecondazione in vitro. Questa non è una decisione facile e non è priva di ripercussioni fisiche ed emotive.
Ultimamente però si è aperta una nuova possibilità per chi desidera avere un figlio: è possibile congelare i propri embrioni.
Ecco cosa c’è da sapere riguardo agli embrioni congelati: la tecnica di crioconservazione che offre alle coppie la futura possibilità di tenere tra le braccia il proprio bambino.
EMBRIONI CONGELATI: COS’È LA CRIOCONSERVAZIONE.
Questa tecnica riduce alcuni dei rischi legati alla tecnica dell’iperstimolazione ormonale e permette di salvaguardare la fertilità della coppia malgrado eventi che possano limitarla o danneggiarla, come ad esempio le terapie chemioterapiche.
Per riuscire ad ottenere il cosiddetto embrione in provetta è necessario iperstimolare la produzione degli ovuli della donna e lo si fa attraverso la somministrazione di ormoni adatti. Gli ovuli vengono successivamente raccolti dal corpo materno e ne vengono selezionati i più adatti alla procreazione.
Gli ovuli selezionati a volte possono essere congelati direttamente in questa fase: sono ovuli, non embrioni, quindi dovranno essere fecondati dopo lo scongelamento. Si tratta di un’unica cellula, per cui se dovesse essere sfortunatamente danneggiata, si metterebbe a rischio l’intera gravidanza e lo sviluppo del bambino.
Spesso quindi si preferisce che gli ovuli considerati più idonei vengano fecondati: in questo modo si ottengono diverse cellule che sono totipotenti, cioè in grado di diventare qualsiasi elemento del corpo umano. Nella maggior parte dei casi quindi la perdita di una o due cellule dovuta alla tecnica di congelamento e scongelamento non comprometterà lo sviluppo futuro del bambino.
Gli embrioni ottenuti in vitro possono essere successivamente impiantati in utero oppure congelati.
Inoltre si riduce la possibilità di avere una gravidanza multipla, perché tutti gli embrioni ottenuti non devono essere necessariamente impiantati contemporaneamente e di conseguenza si riducono i pericoli dovuti a parti gemellari o trigemini.
EMBRIONI CONGELATI: QUANDO E PERCHÉ VENGONO CONSERVATI.
Una volta ottenuto l’ovulo fecondato, gli embrioni congelati devono subire il processo di crioconservazione entro e non oltre il 6° o 7° giorno dalla fecondazione, cioè quanto l’embrione è ancora in fase di blastocisti ed è racchiuso dentro la membrana esterna dell’ovocita.
Infatti appena questa membrana si rompe, l’embrione si deve impiantare per poter dare il via al processo di formazione del futuro individuo. L’embrione deve quindi essere congelato quando non è altro che poche cellule racchiuse dentro una membrana, esattamente come delle biglie in un sacchetto.
La tecnica per gli embrioni congelati più utilizzata ultimamente è la vitrificazione: cioè un passaggio rapido da 37°C a -197°C nell’arco di pochi minuti. In questo modo il congelamento è pressappoco istantaneo e non si formano cristalli di ghiaccio che possono danneggiare le cellule o i loro componenti.
Gli embrioni congelati vengono conservati in cannucce di plastica e rimangono dormienti a -197°C finché non verranno scongelati e impiantati. Ogni cannuccia può contenere 2-3-embrioni fratelli. Le cannucce sono etichettate e la catena di identificazione deve seguire delle regole molto strette di tracciabilità: è facile immaginare il possibile danno morale e psicologico in caso di scambio di embrioni.
Sono diversi i percorsi e le necessità che portano una coppia alla scelta di effettuare la fecondazione in vitro. Questa non è una decisione facile e non è priva di ripercussioni fisiche ed emotive.
Ultimamente però si è aperta una nuova possibilità per chi desidera avere un figlio: è possibile congelare i propri embrioni.
Ecco cosa c’è da sapere riguardo agli embrioni congelati: la tecnica di crioconservazione che offre alle coppie la futura possibilità di tenere tra le braccia il proprio bambino.
EMBRIONI CONGELATI: COS’È LA CRIOCONSERVAZIONE.
Embrioni congelati: cos'è la crioconservazione
Questa tecnica riduce alcuni dei rischi legati alla tecnica dell’iperstimolazione ormonale e permette di salvaguardare la fertilità della coppia malgrado eventi che possano limitarla o danneggiarla, come ad esempio le terapie chemioterapiche.
Per riuscire ad ottenere il cosiddetto embrione in provetta è necessario iperstimolare la produzione degli ovuli della donna e lo si fa attraverso la somministrazione di ormoni adatti. Gli ovuli vengono successivamente raccolti dal corpo materno e ne vengono selezionati i più adatti alla procreazione.
Gli ovuli selezionati a volte possono essere congelati direttamente in questa fase: sono ovuli, non embrioni, quindi dovranno essere fecondati dopo lo scongelamento. Si tratta di un’unica cellula, per cui se dovesse essere sfortunatamente danneggiata, si metterebbe a rischio l’intera gravidanza e lo sviluppo del bambino.
Spesso quindi si preferisce che gli ovuli considerati più idonei vengano fecondati: in questo modo si ottengono diverse cellule che sono totipotenti, cioè in grado di diventare qualsiasi elemento del corpo umano. Nella maggior parte dei casi quindi la perdita di una o due cellule dovuta alla tecnica di congelamento e scongelamento non comprometterà lo sviluppo futuro del bambino.
Gli embrioni ottenuti in vitro possono essere successivamente impiantati in utero oppure congelati.
La possibilità di conservare gli embrioni congelati permette alla futura mamma di subire una sola volta l’iperstimolazione ormonale necessaria per ottenere gli ovuli: se il primo tentativo di gravidanza non va a buon fine, si può riprovare un nuovo impianto senza doversi sottoporre a questo forte trattamento ormonale.
Inoltre si riduce la possibilità di avere una gravidanza multipla, perché tutti gli embrioni ottenuti non devono essere necessariamente impiantati contemporaneamente e di conseguenza si riducono i pericoli dovuti a parti gemellari o trigemini.
EMBRIONI CONGELATI: QUANDO E PERCHÉ VENGONO CONSERVATI.
Embrioni congelati: cos'è la crioconservazione
Una volta ottenuto l’ovulo fecondato, gli embrioni congelati devono subire il processo di crioconservazione entro e non oltre il 6° o 7° giorno dalla fecondazione, cioè quanto l’embrione è ancora in fase di blastocisti ed è racchiuso dentro la membrana esterna dell’ovocita.
Infatti appena questa membrana si rompe, l’embrione si deve impiantare per poter dare il via al processo di formazione del futuro individuo. L’embrione deve quindi essere congelato quando non è altro che poche cellule racchiuse dentro una membrana, esattamente come delle biglie in un sacchetto.
La tecnica per gli embrioni congelati più utilizzata ultimamente è la vitrificazione: cioè un passaggio rapido da 37°C a -197°C nell’arco di pochi minuti. In questo modo il congelamento è pressappoco istantaneo e non si formano cristalli di ghiaccio che possono danneggiare le cellule o i loro componenti.
Gli embrioni congelati vengono conservati in cannucce di plastica e rimangono dormienti a -197°C finché non verranno scongelati e impiantati. Ogni cannuccia può contenere 2-3-embrioni fratelli. Le cannucce sono etichettate e la catena di identificazione deve seguire delle regole molto strette di tracciabilità: è facile immaginare il possibile danno morale e psicologico in caso di scambio di embrioni.
COME SI PREPARA LA FUTURA MAMMA PER RICEVERE EMBRIONI CONGELATI.
La futura mamma deve preparare il proprio corpo per ricevere gli embrioni congelati. L’utero, infatti, deve essere nelle condizioni migliori per poter favorire l’impianto. È strettamente necessario seguire le direttive del team di supporto.
La preparazione inizia con il ciclo: si devono effettuare dei controlli tramite l’ecografia e infine aumentare la possibilità di impianto assumendo il progesterone. La probabilità di successo di una gravidanza a partire da embrioni congelati è leggermente più bassa rispetto a quelli freschi, ma altri aspetti la rendono comunque una buona opzione, in particolare per quanto riguarda anche lo stato della mamma che si può preparare più serenamente al nuovo arrivo.
In ogni caso tutto ciò che può influenzare la riuscita o meno di questo intervento è da valutare dagli esperti volta per volta nella storia e nelle caratteristiche di ogni singola coppia: ogni famiglia infatti avrà percentuali diverse di crescere di numero, che dipendono da fattori genetici, da caratteristiche fisiche o dalle abitudini acquisite.
COSA SUCCEDE AGLI EMBRIONI CONGELATI NON IMPIANTATI?
Nella legge italiana c’è un grande vuoto (o forse troppo pieno?) per quanto riguarda il destino degli embrioni congelati che non verranno impiantati successivamente.
I genitori di questi embrioni non possono chiederne la riconsegna, nel caso in cui le famiglie di origine non si occupano o non intendono utilizzare gli embrioni congelati, questi sono spostati e conservati nella Biobanca Nazionale.
Tale scelta è dovuta al fatto che la distruzione degli embrioni congelati è considerata un reato, cioè è punibile penalmente con il carcere e con una multa.
Come se non bastasse, manca una normativa in merito all’adozione degli embrioni congelati, ossia potenziali vite, chiamate negli USA snowbabies (letteralmente tradotto in bambini fiocchi di neve), creata in soprannumero durante la FIV (fecondazione in vitro) di una coppia. Non potendo quest’ultima utilizzare tutti i propri embrioni congelati, può decidere di lasciarli, in forma anonima, nei depositi delle banche delle cliniche oppure donarli ad altre coppie.
Non vi è una regolamentazione su tutto quello che si può fare con questi embrioni nel loro futuro: se i genitori vogliono impiantare questi embrioni o, per una serie di motivi, questi embrioni non sono impiantabili, cosa succede loro?
A questa domanda così semplice manca la risposta della legge italiana. E così questi microscopici e potenziali esseri umani sono congelati prima della vita, tutelati e sospesi in una condizione che potrebbe durare per sempre.
Fonte http://www.vitadamamma.com/177992/embrioni-congelati-cosa-sono-tutto-quello-che-ce-da-sapere.html
Ultimamente però si è aperta una nuova possibilità per chi desidera avere un figlio: è possibile congelare i propri embrioni.
Ecco cosa c’è da sapere riguardo agli embrioni congelati: la tecnica di crioconservazione che offre alle coppie la futura possibilità di tenere tra le braccia il proprio bambino.
EMBRIONI CONGELATI: COS’È LA CRIOCONSERVAZIONE.
Questa tecnica riduce alcuni dei rischi legati alla tecnica dell’iperstimolazione ormonale e permette di salvaguardare la fertilità della coppia malgrado eventi che possano limitarla o danneggiarla, come ad esempio le terapie chemioterapiche.
Per riuscire ad ottenere il cosiddetto embrione in provetta è necessario iperstimolare la produzione degli ovuli della donna e lo si fa attraverso la somministrazione di ormoni adatti. Gli ovuli vengono successivamente raccolti dal corpo materno e ne vengono selezionati i più adatti alla procreazione.
Gli ovuli selezionati a volte possono essere congelati direttamente in questa fase: sono ovuli, non embrioni, quindi dovranno essere fecondati dopo lo scongelamento. Si tratta di un’unica cellula, per cui se dovesse essere sfortunatamente danneggiata, si metterebbe a rischio l’intera gravidanza e lo sviluppo del bambino.
Spesso quindi si preferisce che gli ovuli considerati più idonei vengano fecondati: in questo modo si ottengono diverse cellule che sono totipotenti, cioè in grado di diventare qualsiasi elemento del corpo umano. Nella maggior parte dei casi quindi la perdita di una o due cellule dovuta alla tecnica di congelamento e scongelamento non comprometterà lo sviluppo futuro del bambino.
Gli embrioni ottenuti in vitro possono essere successivamente impiantati in utero oppure congelati.
Inoltre si riduce la possibilità di avere una gravidanza multipla, perché tutti gli embrioni ottenuti non devono essere necessariamente impiantati contemporaneamente e di conseguenza si riducono i pericoli dovuti a parti gemellari o trigemini.
EMBRIONI CONGELATI: QUANDO E PERCHÉ VENGONO CONSERVATI.
Una volta ottenuto l’ovulo fecondato, gli embrioni congelati devono subire il processo di crioconservazione entro e non oltre il 6° o 7° giorno dalla fecondazione, cioè quanto l’embrione è ancora in fase di blastocisti ed è racchiuso dentro la membrana esterna dell’ovocita.
Infatti appena questa membrana si rompe, l’embrione si deve impiantare per poter dare il via al processo di formazione del futuro individuo. L’embrione deve quindi essere congelato quando non è altro che poche cellule racchiuse dentro una membrana, esattamente come delle biglie in un sacchetto.
La tecnica per gli embrioni congelati più utilizzata ultimamente è la vitrificazione: cioè un passaggio rapido da 37°C a -197°C nell’arco di pochi minuti. In questo modo il congelamento è pressappoco istantaneo e non si formano cristalli di ghiaccio che possono danneggiare le cellule o i loro componenti.
Gli embrioni congelati vengono conservati in cannucce di plastica e rimangono dormienti a -197°C finché non verranno scongelati e impiantati. Ogni cannuccia può contenere 2-3-embrioni fratelli. Le cannucce sono etichettate e la catena di identificazione deve seguire delle regole molto strette di tracciabilità: è facile immaginare il possibile danno morale e psicologico in caso di scambio di embrioni.
Sono diversi i percorsi e le necessità che portano una coppia alla scelta di effettuare la fecondazione in vitro. Questa non è una decisione facile e non è priva di ripercussioni fisiche ed emotive.
Ultimamente però si è aperta una nuova possibilità per chi desidera avere un figlio: è possibile congelare i propri embrioni.
Ecco cosa c’è da sapere riguardo agli embrioni congelati: la tecnica di crioconservazione che offre alle coppie la futura possibilità di tenere tra le braccia il proprio bambino.
EMBRIONI CONGELATI: COS’È LA CRIOCONSERVAZIONE.
Embrioni congelati: cos'è la crioconservazione
Questa tecnica riduce alcuni dei rischi legati alla tecnica dell’iperstimolazione ormonale e permette di salvaguardare la fertilità della coppia malgrado eventi che possano limitarla o danneggiarla, come ad esempio le terapie chemioterapiche.
Per riuscire ad ottenere il cosiddetto embrione in provetta è necessario iperstimolare la produzione degli ovuli della donna e lo si fa attraverso la somministrazione di ormoni adatti. Gli ovuli vengono successivamente raccolti dal corpo materno e ne vengono selezionati i più adatti alla procreazione.
Gli ovuli selezionati a volte possono essere congelati direttamente in questa fase: sono ovuli, non embrioni, quindi dovranno essere fecondati dopo lo scongelamento. Si tratta di un’unica cellula, per cui se dovesse essere sfortunatamente danneggiata, si metterebbe a rischio l’intera gravidanza e lo sviluppo del bambino.
Spesso quindi si preferisce che gli ovuli considerati più idonei vengano fecondati: in questo modo si ottengono diverse cellule che sono totipotenti, cioè in grado di diventare qualsiasi elemento del corpo umano. Nella maggior parte dei casi quindi la perdita di una o due cellule dovuta alla tecnica di congelamento e scongelamento non comprometterà lo sviluppo futuro del bambino.
Gli embrioni ottenuti in vitro possono essere successivamente impiantati in utero oppure congelati.
La possibilità di conservare gli embrioni congelati permette alla futura mamma di subire una sola volta l’iperstimolazione ormonale necessaria per ottenere gli ovuli: se il primo tentativo di gravidanza non va a buon fine, si può riprovare un nuovo impianto senza doversi sottoporre a questo forte trattamento ormonale.
Inoltre si riduce la possibilità di avere una gravidanza multipla, perché tutti gli embrioni ottenuti non devono essere necessariamente impiantati contemporaneamente e di conseguenza si riducono i pericoli dovuti a parti gemellari o trigemini.
EMBRIONI CONGELATI: QUANDO E PERCHÉ VENGONO CONSERVATI.
Embrioni congelati: cos'è la crioconservazione
Una volta ottenuto l’ovulo fecondato, gli embrioni congelati devono subire il processo di crioconservazione entro e non oltre il 6° o 7° giorno dalla fecondazione, cioè quanto l’embrione è ancora in fase di blastocisti ed è racchiuso dentro la membrana esterna dell’ovocita.
Infatti appena questa membrana si rompe, l’embrione si deve impiantare per poter dare il via al processo di formazione del futuro individuo. L’embrione deve quindi essere congelato quando non è altro che poche cellule racchiuse dentro una membrana, esattamente come delle biglie in un sacchetto.
La tecnica per gli embrioni congelati più utilizzata ultimamente è la vitrificazione: cioè un passaggio rapido da 37°C a -197°C nell’arco di pochi minuti. In questo modo il congelamento è pressappoco istantaneo e non si formano cristalli di ghiaccio che possono danneggiare le cellule o i loro componenti.
Gli embrioni congelati vengono conservati in cannucce di plastica e rimangono dormienti a -197°C finché non verranno scongelati e impiantati. Ogni cannuccia può contenere 2-3-embrioni fratelli. Le cannucce sono etichettate e la catena di identificazione deve seguire delle regole molto strette di tracciabilità: è facile immaginare il possibile danno morale e psicologico in caso di scambio di embrioni.
COME SI PREPARA LA FUTURA MAMMA PER RICEVERE EMBRIONI CONGELATI.
La futura mamma deve preparare il proprio corpo per ricevere gli embrioni congelati. L’utero, infatti, deve essere nelle condizioni migliori per poter favorire l’impianto. È strettamente necessario seguire le direttive del team di supporto.
La preparazione inizia con il ciclo: si devono effettuare dei controlli tramite l’ecografia e infine aumentare la possibilità di impianto assumendo il progesterone. La probabilità di successo di una gravidanza a partire da embrioni congelati è leggermente più bassa rispetto a quelli freschi, ma altri aspetti la rendono comunque una buona opzione, in particolare per quanto riguarda anche lo stato della mamma che si può preparare più serenamente al nuovo arrivo.
In ogni caso tutto ciò che può influenzare la riuscita o meno di questo intervento è da valutare dagli esperti volta per volta nella storia e nelle caratteristiche di ogni singola coppia: ogni famiglia infatti avrà percentuali diverse di crescere di numero, che dipendono da fattori genetici, da caratteristiche fisiche o dalle abitudini acquisite.
COSA SUCCEDE AGLI EMBRIONI CONGELATI NON IMPIANTATI?
Nella legge italiana c’è un grande vuoto (o forse troppo pieno?) per quanto riguarda il destino degli embrioni congelati che non verranno impiantati successivamente.
I genitori di questi embrioni non possono chiederne la riconsegna, nel caso in cui le famiglie di origine non si occupano o non intendono utilizzare gli embrioni congelati, questi sono spostati e conservati nella Biobanca Nazionale.
Tale scelta è dovuta al fatto che la distruzione degli embrioni congelati è considerata un reato, cioè è punibile penalmente con il carcere e con una multa.
Come se non bastasse, manca una normativa in merito all’adozione degli embrioni congelati, ossia potenziali vite, chiamate negli USA snowbabies (letteralmente tradotto in bambini fiocchi di neve), creata in soprannumero durante la FIV (fecondazione in vitro) di una coppia. Non potendo quest’ultima utilizzare tutti i propri embrioni congelati, può decidere di lasciarli, in forma anonima, nei depositi delle banche delle cliniche oppure donarli ad altre coppie.
Non vi è una regolamentazione su tutto quello che si può fare con questi embrioni nel loro futuro: se i genitori vogliono impiantare questi embrioni o, per una serie di motivi, questi embrioni non sono impiantabili, cosa succede loro?
A questa domanda così semplice manca la risposta della legge italiana. E così questi microscopici e potenziali esseri umani sono congelati prima della vita, tutelati e sospesi in una condizione che potrebbe durare per sempre.
Fonte http://www.vitadamamma.com/177992/embrioni-congelati-cosa-sono-tutto-quello-che-ce-da-sapere.html
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