L'operazione si svolge in questi termini: il collo dell'utero viene dilatato per permettere il passaggio dei ferri chirurgici; con uno strumento a forma di cucchiaio, detto 'corrette', il ginecologo raschia le pareti uterine eliminando i frammenti di Endometrio e li porta verso l'esterno con un altro strumento con bordi smussati, sempre a forma di cucchiaio. L'intervento viene effettuato in Day Hospital e la donna può ritornare a casa in giornata; l'unico accorgimento è di evitare il bagno per qualche giorno.
È importante sottolineare che non ci sono controindicazioni all'intervento; l'unico limite può essere rappresentato da malattie preesistenti, quali insufficienza cardiaca, obesità, età avanzata. Oggi, però, si può risolvere questo problema utilizzando un'anestesia spinale, che addormenta soltanto il collo dell'utero e non incide sullo stato di coscienza.
Inoltre, il raschiamento non altera assolutamente la fertilità della donna, quindi, non ci sono problemi per una successiva gravidanza; l'endometrio non è sottoposto a lesioni e quindi può ricevere normalmente stimoli ormonali che gli permettano poi di accogliere l'uovo fecondato.
Oltre al raschiamento: l'isterosuzione
È un'altra tecnica, simile al raschiamento, che viene effettuata quando l'aborto avviene prima delle otto settimane di gestazione. L'intervento si svolge introducendo nell'utero una cannula collegata ad una pompa aspiratrice che porta all'esterno sia l'embrione che l'endometrio.
L'operazione si effettua in anestesia generale e dura all'incirca 5 minuti, rivelandosi, così, meno traumatica e più veloce del raschiamento tradizionale. Quando l'interruzione di gravidanza supera le otto settimane, è spesso previsto un intervento combinato di raschiamento ed isterosuzione; i frammenti più piccoli e friabili vengono aspirati all'esterno tramite isterosuzione, mentre le parti più aderenti alle pareti uterine vengono asportate con il raschiamento tradizionale.
Raschiamento in caso di aborto spontaneo
Quando l'ecografia rivela che purtroppo il feto è morto, e quindi che la gravidanza si è arrestata, si presenta la necessità di un raschiamento. Questo intervento è assolutamente necessario perché bisogna eliminare il feto morto e l'endometrio che l'ha ospitato, pena la fuoriuscita spontanea ed una conseguente emorragia molto pericolosa. Il raschiamento si rivela essenziale anche nel caso di aborto spontaneo in atto associato ad emorragia o di Utero non ben ripulito dopo l'espulsione spontanea del feto.
Raschiamento: strumento diagnostico e terapeutico
Il raschiamento viene utilizzato anche come strumento diagnostico, in donne con più di 40 anni in cui si manifestino flussi abbondanti o emorragici o che saltano il ciclo di frequente e a cui non si riesce a dare una motivazione. Un secondo utilizzo diagnostico del raschiamento è da vedersi nei casi di sanguinamenti in donne già in menopausa.
Questi disturbi possono essere i primi sintomi di molteplici problemi, come polipi, piccoli fibromi, tumore uterino, iperplasia dell'endometrio. Con il raschiamento si può arrivare a porre una diagnosi certa; il materiale rimosso dall'utero, infatti, viene inviato in laboratorio e fatto analizzare, dando così una risposta sicura e dettagliata.
In caso di polipi o piccoli fibromi il raschiamento può essere utilizzato, oltre che come strumento di diagnosi, anche come intervento terapeutico; infatti, con la rimozione dell'endometrio, si rimuovono anche le formazioni che esso contiene o che vi si sono formate.
Il raschiamento non è invece indicato in caso di iperplasia dell'endometrio o di tumore. Infatti, il primo va trattato farmacologicamente con prodotti che bloccano la crescita dell'endometrio, mentre il tumore va inevitabilmente trattato chirurgicamente.
Purtroppo, in tutti e due i casi, a differenza del raschiamento, che lascia inalterata la formazione dell'endometrio, sia per l'iperplasia che per il tumore si rischia di avere flussi sensibilmente ridotti o addirittura assenti ed un endometrio poco ospitale, che compromettono così la fertilità della donna.
Come rimettersi in fretta?
Se siete state sottoposte a raschiamento, non avete niente da temere: vi rimetterete presto. Qualche consiglio vi aiuterà ad abbreviare i tempi:
È importante sottolineare che non ci sono controindicazioni all'intervento; l'unico limite può essere rappresentato da malattie preesistenti, quali insufficienza cardiaca, obesità, età avanzata. Oggi, però, si può risolvere questo problema utilizzando un'anestesia spinale, che addormenta soltanto il collo dell'utero e non incide sullo stato di coscienza.
Inoltre, il raschiamento non altera assolutamente la fertilità della donna, quindi, non ci sono problemi per una successiva gravidanza; l'endometrio non è sottoposto a lesioni e quindi può ricevere normalmente stimoli ormonali che gli permettano poi di accogliere l'uovo fecondato.
Oltre al raschiamento: l'isterosuzione
È un'altra tecnica, simile al raschiamento, che viene effettuata quando l'aborto avviene prima delle otto settimane di gestazione. L'intervento si svolge introducendo nell'utero una cannula collegata ad una pompa aspiratrice che porta all'esterno sia l'embrione che l'endometrio.
L'operazione si effettua in anestesia generale e dura all'incirca 5 minuti, rivelandosi, così, meno traumatica e più veloce del raschiamento tradizionale. Quando l'interruzione di gravidanza supera le otto settimane, è spesso previsto un intervento combinato di raschiamento ed isterosuzione; i frammenti più piccoli e friabili vengono aspirati all'esterno tramite isterosuzione, mentre le parti più aderenti alle pareti uterine vengono asportate con il raschiamento tradizionale.
Raschiamento in caso di aborto spontaneo
Quando l'ecografia rivela che purtroppo il feto è morto, e quindi che la gravidanza si è arrestata, si presenta la necessità di un raschiamento. Questo intervento è assolutamente necessario perché bisogna eliminare il feto morto e l'endometrio che l'ha ospitato, pena la fuoriuscita spontanea ed una conseguente emorragia molto pericolosa. Il raschiamento si rivela essenziale anche nel caso di aborto spontaneo in atto associato ad emorragia o di Utero non ben ripulito dopo l'espulsione spontanea del feto.
Raschiamento: strumento diagnostico e terapeutico
Il raschiamento viene utilizzato anche come strumento diagnostico, in donne con più di 40 anni in cui si manifestino flussi abbondanti o emorragici o che saltano il ciclo di frequente e a cui non si riesce a dare una motivazione. Un secondo utilizzo diagnostico del raschiamento è da vedersi nei casi di sanguinamenti in donne già in menopausa.
Questi disturbi possono essere i primi sintomi di molteplici problemi, come polipi, piccoli fibromi, tumore uterino, iperplasia dell'endometrio. Con il raschiamento si può arrivare a porre una diagnosi certa; il materiale rimosso dall'utero, infatti, viene inviato in laboratorio e fatto analizzare, dando così una risposta sicura e dettagliata.
In caso di polipi o piccoli fibromi il raschiamento può essere utilizzato, oltre che come strumento di diagnosi, anche come intervento terapeutico; infatti, con la rimozione dell'endometrio, si rimuovono anche le formazioni che esso contiene o che vi si sono formate.
Il raschiamento non è invece indicato in caso di iperplasia dell'endometrio o di tumore. Infatti, il primo va trattato farmacologicamente con prodotti che bloccano la crescita dell'endometrio, mentre il tumore va inevitabilmente trattato chirurgicamente.
Purtroppo, in tutti e due i casi, a differenza del raschiamento, che lascia inalterata la formazione dell'endometrio, sia per l'iperplasia che per il tumore si rischia di avere flussi sensibilmente ridotti o addirittura assenti ed un endometrio poco ospitale, che compromettono così la fertilità della donna.
Come rimettersi in fretta?
Se siete state sottoposte a raschiamento, non avete niente da temere: vi rimetterete presto. Qualche consiglio vi aiuterà ad abbreviare i tempi:
- se avete delle perdite, sospendete i rapporti sessuali; il collo dell'utero potrebbe essere rimasto un po' socchiuso e potrebbe esserci il rischio di infezione con i primi rapporti;
- evitare il bagno a favore della doccia per almeno due settimane; ci sono meno rischi di risalita di eventuali germi fino alla vagina e all'utero;
- effettuate dei bidet soltanto con presidi medici disinfettanti specifici;
- consultate immediatamente il ginecologo se vi accorgete che le perdite diventano maleodoranti o se avvertite bruciori.
Fonte https://www.paginemediche.it/benessere/bellezza-e-salute/raschiamento-cos-e-e-quando-e-necessario
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