La tecnica di II livello è invece tendenzialmente più invasiva: infatti, gli ovociti della donna devono essere asportati dopo un periodo di stimolazione ovocitaria (in questo periodo si effettuano delle iniezioni sottocute per stimolare la produzione di ovociti) e successivamente vengono fecondati in laboratorio. Dopo la fecondazione in laboratorio, avviene la produzione degli embrioni che vengono fatti crescere all’interno di una sorta di incubatrice che ha le stesse caratteristiche dell’utero materno e, dopo un periodo massimo di 5 giorni, essi vengono trasferiti nell’utero.
La tecnica di III livello prevede una collaborazione più partecipativa da parte dell’uomo che dovrà sottoporsi ad un intervento di biopsia testicolare per il prelievo degli spermatozoi: tutta la parte restante è identica alla tecnica di II livello. In questo caso, tuttavia, la tecnica risulta essere più invasiva non solo per la donna ma anche per l’uomo ed è necessaria quanto vi è una incapacità dell’uomo di produrre spermatozoi attraverso eiaculazione.
Fonte https://www.fecondazioneeterologaitalia.it/procedure-omologa-i-ii-e-iii-livello-come-si-effettuano/
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