In genere, quando una coppia si rivolge alla scienza per provare ad avere un figlio, c’è una motivazione specifica: la presa di coscienza e di consapevolezza dell’incapacità di procreare in modo naturale.
Secondo i medici, infatti, si può iniziare a parlare di infertilità quando una coppia prova ad avere un figlio per un anno consecutivo (con rapporti mirati e non protetti) senza riuscita. A quel punto, quindi, può iniziare ad essere utile rivolgersi ad un centro per comprendere il da farsi.Qual è l’identikit di chi decide di rivolgersi alla PMA per avere un figlio e qual è l’età media delle coppie?
Per rispondere a questa domanda, occorre prima di tutto ricordare che vi sono, prima di tutto, i naturali limiti dell’età della donna oltre i quali sarebbe impossibile procedere ad una tecnica per la fecondazione assistita. In molte regioni, per esempio (parlando dei centri pubblici e convenzionati con il sistema sanitario nazionale) è possibile l’accesso alla procreazione medicalmente assistita entro i 43 anni per la donna, con un limite massimo di tre tentativi: questo limite vale per tute le tecniche (I, II e III livello) sia che si ricorra a gameti propri, sia che si decida di ricorrere a gameti donati.
Detto questo limite, l’età media delle pazienti che si affidano alla scienza per provare ad avere un figlio è di circa 34 anni: un’età in cui, probabilmente, si inizia a temere anche per la propria riserva ovarica e si decide quindi di accedere ad una possibilità che solo la scienza sembra in grado di dare. In linea di massima, quindi, l’identikit delle coppie che si rivolgono alla PMA è quello di persone di età media, che hanno già provato ad avere figli in modo naturale.
Fonte https://www.fecondazioneeterologaitalia.it/identikit-ed-eta-media-delle-coppie-per-la-pma/
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