«La gravidanza è sicura per la maggior parte delle donne affette da una malattia cardiaca. Ma in alcuni casi è molto rischiosa, motivo per cui l’accertamento della salute cardiovascolare dovrebbe avvenire prima dell’inizio di una gestazione, in modo da poter correre se possibile ai ripari».
A Monaco di Baviera, dove si è svolto il congresso europeo di cardiologia, Jolien Roos-Hesselink, direttore del dipartimento che studia e cura le cardiopatie congenite degli adulti all’Erasmus Medical Center di Rotterdam, ha fatto il punto sulla sicurezza delle gravidanze nelle donne che soffrono di una condizione cardiaca. Al centro della discussione ci si sono stati i dati raccolti per dieci anni all’interno del registro «Ropac», al cui aggiornamento contribuiscono sessanta Paesi. Le statistiche dimostrano che nell’ultimo anno, rispetto al 2007, s’è ridotto il numero di donne decedute durante la dolce attesa. Ma si può lavorare per provare a ridurre anche quell’«1 su 10» che resiste, quasi sempre a causa di un’ipertensione polmonare: le cui conseguenze non sempre vengono previste all’inizio della gestazione.
Se il cuore mette a rischio una donna incinta
La sessione è stata seguita da migliaia di cardiologi e il perché è presto spiegato. Le malattie cardiache rappresentano la causa principale di decesso per le donne durante la gravidanza, anche nei Paesi sviluppati. In tutto il mondo, costituiscono la causa del quindici per cento delle morti materne durante la gravidanza o nel primo periodo post-parto. Mentre altre cause di mortalità materna, come le emorragie e le infezioni, sono in declino, il peso della malattia cardiaca materna è in aumento.
Durante i nove mesi, un cuore già deficitario può avvertire maggiormente la fatica nel pompare più sangue. Questo processo spesso innesca un aumento della frequenza cardiaca, che può essere rischioso nelle donne che hanno già un problema cardiaco: da un’aritmia all’ipertensione, da una valvulopatia a un problema all’aorta.
Per questo motivo, avendo nel tempo anche trattato donne che in passato non sarebbero mai arrivate alla gravidanza e concedendo questa opportunità anche a chi ha ricevuto un trapianto di cuore), oggi gli esperti raccomandano maggiore attenzione rispetto al passato. Un messaggio rivolto a medici di famiglia, ginecologi e cardiologi, per fare in modo che si indaghi sulla salute cardiovascolare di una donna ancor prima dell’inizio della gravidanza.
Attenzione (soprattutto) all’ipertensione polmonare
A Monaco di Baviera, i ricercatori hanno presentato i risultati di un’indagine condotta su 5.739 donne incinte affette da una malattia cardiaca e selezionate da 138 centri sparsi in 53 paesi nel periodo. Più della metà, era nata con una malformazione cardiaca (cardiopatia congenita) e la maggior parte aveva ricevuto una correzione chirurgica in giovane età. La loro vita, fino a quel momento, era scorsa senza particolari sussulti. Ma l’arrivo della gravidanza, in queste situazioni, rappresenta un momento delicato. I ricercatori hanno registrato un tasso di decessi materni inferiore all’un per cento: nel corso della gravidanza o nelle settimane successive al parto, avvenuto in quasi la metà dei casi con un parto cesareo: non sempre però in ragione delle problematiche cardiache. La causa di morte più frequente è stata l’ipertensione polmonare, una condizione con cui è sì possibile convivere, a patto però di arrivare tempestivamente alla diagnosi. Tre le complicanze registrate più di frequente: insufficienza cardiaca, aritmie sopraventricolari e ventricolari. A soffrirne soprattutto le donne che, prima della gravidanza, avevano già un’insufficienza cardiaca, facevano uso di farmaci anticoagulanti o il cui cuore faceva già fatica a pompare il sangue in tutto il corpo (frazione di eiezione ridotta).
Fonte http://www.lastampa.it/2018/09/10/scienza/massima-attenzione-alla-salute-del-cuore-se-siete-in-gravidanza-D5QZnyeNohXfcpR2kOMK0N/pagina.html
A Monaco di Baviera, dove si è svolto il congresso europeo di cardiologia, Jolien Roos-Hesselink, direttore del dipartimento che studia e cura le cardiopatie congenite degli adulti all’Erasmus Medical Center di Rotterdam, ha fatto il punto sulla sicurezza delle gravidanze nelle donne che soffrono di una condizione cardiaca. Al centro della discussione ci si sono stati i dati raccolti per dieci anni all’interno del registro «Ropac», al cui aggiornamento contribuiscono sessanta Paesi. Le statistiche dimostrano che nell’ultimo anno, rispetto al 2007, s’è ridotto il numero di donne decedute durante la dolce attesa. Ma si può lavorare per provare a ridurre anche quell’«1 su 10» che resiste, quasi sempre a causa di un’ipertensione polmonare: le cui conseguenze non sempre vengono previste all’inizio della gestazione.
Se il cuore mette a rischio una donna incinta
La sessione è stata seguita da migliaia di cardiologi e il perché è presto spiegato. Le malattie cardiache rappresentano la causa principale di decesso per le donne durante la gravidanza, anche nei Paesi sviluppati. In tutto il mondo, costituiscono la causa del quindici per cento delle morti materne durante la gravidanza o nel primo periodo post-parto. Mentre altre cause di mortalità materna, come le emorragie e le infezioni, sono in declino, il peso della malattia cardiaca materna è in aumento.
Durante i nove mesi, un cuore già deficitario può avvertire maggiormente la fatica nel pompare più sangue. Questo processo spesso innesca un aumento della frequenza cardiaca, che può essere rischioso nelle donne che hanno già un problema cardiaco: da un’aritmia all’ipertensione, da una valvulopatia a un problema all’aorta.
Per questo motivo, avendo nel tempo anche trattato donne che in passato non sarebbero mai arrivate alla gravidanza e concedendo questa opportunità anche a chi ha ricevuto un trapianto di cuore), oggi gli esperti raccomandano maggiore attenzione rispetto al passato. Un messaggio rivolto a medici di famiglia, ginecologi e cardiologi, per fare in modo che si indaghi sulla salute cardiovascolare di una donna ancor prima dell’inizio della gravidanza.
Attenzione (soprattutto) all’ipertensione polmonare
A Monaco di Baviera, i ricercatori hanno presentato i risultati di un’indagine condotta su 5.739 donne incinte affette da una malattia cardiaca e selezionate da 138 centri sparsi in 53 paesi nel periodo. Più della metà, era nata con una malformazione cardiaca (cardiopatia congenita) e la maggior parte aveva ricevuto una correzione chirurgica in giovane età. La loro vita, fino a quel momento, era scorsa senza particolari sussulti. Ma l’arrivo della gravidanza, in queste situazioni, rappresenta un momento delicato. I ricercatori hanno registrato un tasso di decessi materni inferiore all’un per cento: nel corso della gravidanza o nelle settimane successive al parto, avvenuto in quasi la metà dei casi con un parto cesareo: non sempre però in ragione delle problematiche cardiache. La causa di morte più frequente è stata l’ipertensione polmonare, una condizione con cui è sì possibile convivere, a patto però di arrivare tempestivamente alla diagnosi. Tre le complicanze registrate più di frequente: insufficienza cardiaca, aritmie sopraventricolari e ventricolari. A soffrirne soprattutto le donne che, prima della gravidanza, avevano già un’insufficienza cardiaca, facevano uso di farmaci anticoagulanti o il cui cuore faceva già fatica a pompare il sangue in tutto il corpo (frazione di eiezione ridotta).
Fonte http://www.lastampa.it/2018/09/10/scienza/massima-attenzione-alla-salute-del-cuore-se-siete-in-gravidanza-D5QZnyeNohXfcpR2kOMK0N/pagina.html
Nessun commento:
Posta un commento