Può capitare che durante o dopo un rapporto sessuale si avvertano dolori alle ovaie, o si presenti un dolore più o meno localizzato nella zona pelvica che può manifestarsi in molti modi; sotto forma di bruciore, di dolore acuto che si esaurisce poco dopo il rapporto, oppure di dolore sordo e più o meno prolungato, a volte ancora si manifesta con tensione lombare come il dolore mestruale. In questo ambito vi sono diversi organi che possono irradiare dolore se infiammati o attivati dalla stimolazione meccanica del rapporto ed è complicato distinguere da quale di essi provenga il dolore se non in seguito ad esami specifici. La sensazione soggettiva è “mi fanno male le ovaie”, ma bisogna prendere in considerazione la possibilità che il dolore abbia diverse origini. Proviamo a passare in rassegna le cause di dolore pelvico che evocano un dolore ovarico.
Dolori alle ovaie durante il rapporto: le cause
Per prima cosa durante il rapporto, se non vi è sufficiente lubrificazione, si può generare irritazione della mucosa vaginale con bruciore che poi perdura anche alla fine del rapporto; questo può richiedere una terapia emolliente e reidratante della mucosa per essere eliminato e, se non curato o prevenuto, potrebbe generare la condizione per lo svilupparsi di una vaginite da Candida o una vaginosi batterica. Sempre a carico della mucosa vaginale, in corrispondenza della parete anteriore della vagina vi è poi la vescica, che durante il rapporto può a sua volta essere disturbata dallo stimolo meccanico; nel caso vi sia una cistite batterica in corso il rapporto può diventare molto doloroso, ma anche in assenza di una cistite preesistente già il semplice stimolo meccanico può generare un’infiammazione che a volte si trasforma in una vera e propria cistite cosiddetta post-coitale. Anche in questo caso esistono terapie e strategie preventive per evitare questo fastidioso disagio, ed è importante parlarne senza titubanza con il proprio medico per evitare recidive e situazioni che si possono cronicizzare. In realtà queste prime situazioni sono abbastanza riconoscibili e dovrebbero dare sintomi localizzati e facilmente riconducibili agli organi coinvolti.
È molto più complesso distinguere le sensazioni che derivano dai legamenti uterini e dall’utero stesso, infatti durante il rapporto l’utero riceve una stimolazione meccanica che in alcuni casi può diventare dolorosa, ad esempio nei giorni in cui le ovaie sono in ovulazione l’utero ha una posizione più bassa, la cervice uterina, cioè la parte di viscere che si affaccia in vagina è più sensibile e posizionata in modo da facilitare la risalita degli spermatozoi: questo la può rendere anche più sensibile agli stimoli e richiede una maggior delicatezza durante il rapporto. Lo stesso avviene in prossimità della mestruazione, in questo caso l’ipersensibilità dell’utero è dovuta a una sua congestione, cioè al fatto che l’utero pronto per provocare le mestruazioni ha una maggior vascolarizzazione e la muscolatura è più contratta e reattiva, cosa che diviene massima se il rapporto avviene durante i giorni di flusso.
Anche nei periodi in cui non vi è particolare attivazione degli organi pelvici, ci possono essere comunque posizioni in cui la penetrazione è più profonda e può divenire fastidiosa, l’anatomia reciproca va conosciuta e modulata, è facile che all’inizio di una relazione si possano avere disagi che poi si possono risolvere con il consolidarsi dell’intimità di coppia e della conoscenza reciproca. A volte il giusto grado di abbandono reciproco, di rilassamento fisico e affidamento emotivo risolvono situazioni di disagio e dolore che si ritenevano puramente organiche.
Questo tipo di attenzioni dovranno essere ancora maggiori in pazienti che hanno l’utero conformato in modo che sia rivolto verso la parte posteriore della pelvi, che viene denominato retroverso e, a causa della sua posizione richiede una maggior consapevolezza poiché capita più frequentemente che generi dolore se irritato. Anche nel caso di donne che utilizzano la spirale endouterina come metodo contraccettivo può accadere che l’utero sia più sensibile durante i rapporti, infatti la presenza di un corpo estraneo nella cavità uterina può rendere fastidiose le contrazioni uterine che avvengono fisiologicamente durante il rapporto.
Dolori alle ovaie dopo un rapporto: l’ovulazione
Ed ecco che tra gli organi da valutare compare finalmente anche l’ovaio, il dolore ovarico più noto è evocato dall’ovulazione, infatti nel momento in cui si rompe il follicolo e viene liberato l’ovulo alcune donne hanno una sensazione dolorosa che può essere così netta da riconoscere anche da quale delle due ovaie provenga; a questo viene aggiunto il dolore irritativo provocato dal liquido che era contenuto nel follicolo che viene liberato nello scavo pelvico e provoca una dolorosa irritazione del peritoneo. Ovviamente nei giorni che precedono e soprattutto in quelli che seguono l’ovulazione questo dolore può essere inasprito dallo stimolo meccanico del rapporto.
Questo sintomo, apparentemente fisiologico, non va sottovalutato: dobbiamo infatti pensare che nel periodo ovulatorio il corpo è più predisposto al rapporto sessuale, deve quindi stupire che proprio in questo momento il rapporto generi dolori, ed è meglio ricorrere ad un’ecografia che escluda la presenza di alterazioni dell’ovaio. Infatti, in alternativa, il dolore all’ovaio vero e proprio è provocato da sofferenza del tessuto ovarico in caso di traumi o torsioni che provochino lo strozzamento del peduncolo vascolare dell’ovaio. Questo organo bilaterale e simmetrico ha la forma di una albicocca, ed è attaccato ad un peduncolo attraverso il quale i vasi sanguigni giungono a nutrirlo; se dovesse esserci una ciste ovarica o una qualche causa di modificazione anatomica dell’ovaio che ne aumenta le dimensioni, il rischio potrebbe essere quello della torsione dell’ovaio sul proprio peduncolo, con ostruzione dei vasi sanguigni, forte dolore e danneggiamento dell’ovaio stesso.
Dolori alle ovaie dopo un rapporto: cisti o endometriosi
Analogamente potrebbe succedere anche con assenza di torsione, se ci fossero cisti ovariche, in particolare della variante endometriosica. L’endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale, quello che solitamente è localizzato all’interno dell’utero, in zone al di fuori dell’utero (sotto forma di cisti ovariche o disseminato nella pelvi). Questo tessuto genera dolore durante il flusso mestruale in quanto è causa di perdite di sangue all’interno della pelvi, ma anche di dolore durante i rapporti poiché provoca uno stato di infiammazione permanente soprattutto se localizzato dietro alla parete vaginale posteriore a livello della zona chiamata cavo del Douglas.
Dolori alle ovaie dopo un rapporto: cosa fare
Ricordiamoci che il dolore è il campanello di allarme che utilizza il nostro corpo per avvertirci se c’è qualche problema, perciò in tutti questi casi è consigliabile consultare il proprio ginecologo. Lo specialista potrà approfondire la causa del dolore con la visita ginecologica, in modo da comprenderne la localizzazione con più precisione, per poi escludere con l’ecografia eventuali cisti ovariche, a questo potrebbe aggiungere l’urinocoltura per valutare la presenza di una cistite ed eventualmente con pap test e tampone vaginale ed endocervicale la presenza di infezioni vaginali o pelviche.
Una volta intuita e diagnosticata la causa si potranno attivare strategie terapeutiche curative o preventive adeguate. Eventuali infezioni possono essere curate e le cisti ovariche gestite con atteggiamenti di osservazione e attesa o chirurgicamente. Tutto ciò che concerne invece il fisiologico funzionamento dell’organismo può essere meglio compreso e quindi gestito grazie alle spiegazioni del medico.
Non dimentichiamoci che esistono anche dolori post coitali non patologici, infatti può capitare che qualche giorno dopo un rapporto non protetto mirato con attenzione si possono avere dolori dovuti all’annidamento dell’embrione, che si manifestano come piccoli crampi nel basso ventre di origine difficile da individuare. In questo caso basterà aspettare una decina di giorni ed il test di gravidanza darà il suo verdetto.
Fonte https://lines.it/ginecologia/candida-e-problemi-intimi/dolori-alle-ovaie-dopo-un-rapporto-perche
Dolori alle ovaie durante il rapporto: le cause
Per prima cosa durante il rapporto, se non vi è sufficiente lubrificazione, si può generare irritazione della mucosa vaginale con bruciore che poi perdura anche alla fine del rapporto; questo può richiedere una terapia emolliente e reidratante della mucosa per essere eliminato e, se non curato o prevenuto, potrebbe generare la condizione per lo svilupparsi di una vaginite da Candida o una vaginosi batterica. Sempre a carico della mucosa vaginale, in corrispondenza della parete anteriore della vagina vi è poi la vescica, che durante il rapporto può a sua volta essere disturbata dallo stimolo meccanico; nel caso vi sia una cistite batterica in corso il rapporto può diventare molto doloroso, ma anche in assenza di una cistite preesistente già il semplice stimolo meccanico può generare un’infiammazione che a volte si trasforma in una vera e propria cistite cosiddetta post-coitale. Anche in questo caso esistono terapie e strategie preventive per evitare questo fastidioso disagio, ed è importante parlarne senza titubanza con il proprio medico per evitare recidive e situazioni che si possono cronicizzare. In realtà queste prime situazioni sono abbastanza riconoscibili e dovrebbero dare sintomi localizzati e facilmente riconducibili agli organi coinvolti.
È molto più complesso distinguere le sensazioni che derivano dai legamenti uterini e dall’utero stesso, infatti durante il rapporto l’utero riceve una stimolazione meccanica che in alcuni casi può diventare dolorosa, ad esempio nei giorni in cui le ovaie sono in ovulazione l’utero ha una posizione più bassa, la cervice uterina, cioè la parte di viscere che si affaccia in vagina è più sensibile e posizionata in modo da facilitare la risalita degli spermatozoi: questo la può rendere anche più sensibile agli stimoli e richiede una maggior delicatezza durante il rapporto. Lo stesso avviene in prossimità della mestruazione, in questo caso l’ipersensibilità dell’utero è dovuta a una sua congestione, cioè al fatto che l’utero pronto per provocare le mestruazioni ha una maggior vascolarizzazione e la muscolatura è più contratta e reattiva, cosa che diviene massima se il rapporto avviene durante i giorni di flusso.
Anche nei periodi in cui non vi è particolare attivazione degli organi pelvici, ci possono essere comunque posizioni in cui la penetrazione è più profonda e può divenire fastidiosa, l’anatomia reciproca va conosciuta e modulata, è facile che all’inizio di una relazione si possano avere disagi che poi si possono risolvere con il consolidarsi dell’intimità di coppia e della conoscenza reciproca. A volte il giusto grado di abbandono reciproco, di rilassamento fisico e affidamento emotivo risolvono situazioni di disagio e dolore che si ritenevano puramente organiche.
Questo tipo di attenzioni dovranno essere ancora maggiori in pazienti che hanno l’utero conformato in modo che sia rivolto verso la parte posteriore della pelvi, che viene denominato retroverso e, a causa della sua posizione richiede una maggior consapevolezza poiché capita più frequentemente che generi dolore se irritato. Anche nel caso di donne che utilizzano la spirale endouterina come metodo contraccettivo può accadere che l’utero sia più sensibile durante i rapporti, infatti la presenza di un corpo estraneo nella cavità uterina può rendere fastidiose le contrazioni uterine che avvengono fisiologicamente durante il rapporto.
Dolori alle ovaie dopo un rapporto: l’ovulazione
Ed ecco che tra gli organi da valutare compare finalmente anche l’ovaio, il dolore ovarico più noto è evocato dall’ovulazione, infatti nel momento in cui si rompe il follicolo e viene liberato l’ovulo alcune donne hanno una sensazione dolorosa che può essere così netta da riconoscere anche da quale delle due ovaie provenga; a questo viene aggiunto il dolore irritativo provocato dal liquido che era contenuto nel follicolo che viene liberato nello scavo pelvico e provoca una dolorosa irritazione del peritoneo. Ovviamente nei giorni che precedono e soprattutto in quelli che seguono l’ovulazione questo dolore può essere inasprito dallo stimolo meccanico del rapporto.
Questo sintomo, apparentemente fisiologico, non va sottovalutato: dobbiamo infatti pensare che nel periodo ovulatorio il corpo è più predisposto al rapporto sessuale, deve quindi stupire che proprio in questo momento il rapporto generi dolori, ed è meglio ricorrere ad un’ecografia che escluda la presenza di alterazioni dell’ovaio. Infatti, in alternativa, il dolore all’ovaio vero e proprio è provocato da sofferenza del tessuto ovarico in caso di traumi o torsioni che provochino lo strozzamento del peduncolo vascolare dell’ovaio. Questo organo bilaterale e simmetrico ha la forma di una albicocca, ed è attaccato ad un peduncolo attraverso il quale i vasi sanguigni giungono a nutrirlo; se dovesse esserci una ciste ovarica o una qualche causa di modificazione anatomica dell’ovaio che ne aumenta le dimensioni, il rischio potrebbe essere quello della torsione dell’ovaio sul proprio peduncolo, con ostruzione dei vasi sanguigni, forte dolore e danneggiamento dell’ovaio stesso.
Dolori alle ovaie dopo un rapporto: cisti o endometriosi
Analogamente potrebbe succedere anche con assenza di torsione, se ci fossero cisti ovariche, in particolare della variante endometriosica. L’endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale, quello che solitamente è localizzato all’interno dell’utero, in zone al di fuori dell’utero (sotto forma di cisti ovariche o disseminato nella pelvi). Questo tessuto genera dolore durante il flusso mestruale in quanto è causa di perdite di sangue all’interno della pelvi, ma anche di dolore durante i rapporti poiché provoca uno stato di infiammazione permanente soprattutto se localizzato dietro alla parete vaginale posteriore a livello della zona chiamata cavo del Douglas.
Dolori alle ovaie dopo un rapporto: cosa fare
Ricordiamoci che il dolore è il campanello di allarme che utilizza il nostro corpo per avvertirci se c’è qualche problema, perciò in tutti questi casi è consigliabile consultare il proprio ginecologo. Lo specialista potrà approfondire la causa del dolore con la visita ginecologica, in modo da comprenderne la localizzazione con più precisione, per poi escludere con l’ecografia eventuali cisti ovariche, a questo potrebbe aggiungere l’urinocoltura per valutare la presenza di una cistite ed eventualmente con pap test e tampone vaginale ed endocervicale la presenza di infezioni vaginali o pelviche.
Una volta intuita e diagnosticata la causa si potranno attivare strategie terapeutiche curative o preventive adeguate. Eventuali infezioni possono essere curate e le cisti ovariche gestite con atteggiamenti di osservazione e attesa o chirurgicamente. Tutto ciò che concerne invece il fisiologico funzionamento dell’organismo può essere meglio compreso e quindi gestito grazie alle spiegazioni del medico.
Non dimentichiamoci che esistono anche dolori post coitali non patologici, infatti può capitare che qualche giorno dopo un rapporto non protetto mirato con attenzione si possono avere dolori dovuti all’annidamento dell’embrione, che si manifestano come piccoli crampi nel basso ventre di origine difficile da individuare. In questo caso basterà aspettare una decina di giorni ed il test di gravidanza darà il suo verdetto.
Fonte https://lines.it/ginecologia/candida-e-problemi-intimi/dolori-alle-ovaie-dopo-un-rapporto-perche
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