E’ un elemento potente, in grado di arricchire il soggetto qualora vissuta in modo equilibrato e con serenità.
Ne deriva che il concetto di “sessualità” non può essere considerato separatamente rispetto a quello di “salute”: tutte le esperienze ad esso connesse sono parte integrante dello “stare bene” e sono fortemente influenzate dalla percezione che il singolo ha di se stesso e che gli altri hanno di lui.
La scoperta di un tumore della mammella ed i trattamenti ad esso connessi, necessari per la cura della patologia, sono spesso causa di grandi implicazioni per la donna.
La trasformazione fisica ed emotivo-psicologica alla quale la persona va incontro rischia di interferire con l’immagine che la donna ha del proprio corpo, spesso influenzandola negativamente ed accompagnandosi ad una variazione della percezione della propria sessualità: l’intera identità femminile ed il concetto di sé rischiano di essere messi in discussione. In questo caso, prende avvio una sfida esperienziale che interessa la relazione uomo/donna.
Nonostante sia oggi riconosciuto il grande impatto che la diagnosi di tumore al seno ha sulla donna, si sa ancora poco riguardo alla percezione che il coniuge ha della propria compagna rispetto al sensibile tema dell’immagine sessuale; inoltre, poco note sono anche le implicazioni di tali percezioni sulla donna e sulla relazione di coppia.
Un’indagine qualitativa condotta dalla Dottoressa Lorraine A. Sheppard presso l’Università dell’Australia meridionale (Adelaide) ha ampiamente esplorato questo argomento attraverso l’adozione di interviste semi-strutturate, con l’obiettivo di comprendere le percezioni del coniuge rispetto all’immagine del corpo della compagna e le implicazioni che la diagnosi ed i trattamenti del tumore al seno hanno avuto sulla loro sessualità.
Dai risultati dell’indagine emerge che, in generale, in occasione di una diagnosi di tumore al seno la relazione della coppia è contrassegnata (almeno inizialmente) da un periodo di tensione.
Le donne colpite da questa patologia sviluppano delle reazioni alle modificazioni del proprio corpo condivise tra loro, più o meno marcatamente a seconda dell’età.
Nello specifico, l’elemento che accomuna la maggior parte dei soggetti intervistati è la convinzione che il partner, a fronte dei cambiamenti del corpo in corso di terapia, provi un senso di repulsione verso di lei. Infatti, in seguito all’intervento di mastectomia, si è riscontrato un calo dei rapporti sessuali per un periodo di tempo significativo: le donne trovano difficile accettare la cicatrice sul seno residuante alla chirurgia e tendono erroneamente a pensare che i loro partner siano respinti e disturbati da loro, desiderosi di evitare i rapporti sessuali. Questo “sentire” rafforza poi, a catena, i timori più profondi delle donne e facilita il radicarsi di un’alterazione della percezione del proprio appeal sessuale.
La ricerca ha però rilevato un dato di grande importanza: la scoperta della patologia ha portato molti partner ad avvicinarsi tra loro (in tempi variabili tra le singole coppie), a condividere le sensazioni provate, i dubbi e le paure. Discutere con l’altro anche dei timori circa la sessualità rappresenta un punto cruciale per i componenti della coppia, che possono riscoprire una grande complicità: vivere pienamente la propria sessualità durante la malattia aiuta a migliorare la relazione e la qualità della vita.
Il processo di diagnosi e trattamento del cancro mammario necessita di un cammino che richiede tempo per essere percorso, durante il quale la donna e il compagno possono allearsi lungo un percorso di accettazione del nuovo schema corporeo, di riscoperta della femminilità, lottando contro la fisiologica tendenza a modificare la percezione del proprio intimo essere ed il rapporto con il rispettivo partner.
Pur essendo aspetti importanti dell’esperienza del cancro al seno, i temi dell’immagine del corpo della donna e della sua sessualità spesso non vengono discussi da professionisti del settore sanitario con la paziente e/o con il suo partner, di qui la necessità di sensibilizzare gli operatori verso questa delicata tematica.
Fonte http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18248559
Ne deriva che il concetto di “sessualità” non può essere considerato separatamente rispetto a quello di “salute”: tutte le esperienze ad esso connesse sono parte integrante dello “stare bene” e sono fortemente influenzate dalla percezione che il singolo ha di se stesso e che gli altri hanno di lui.
La scoperta di un tumore della mammella ed i trattamenti ad esso connessi, necessari per la cura della patologia, sono spesso causa di grandi implicazioni per la donna.
La trasformazione fisica ed emotivo-psicologica alla quale la persona va incontro rischia di interferire con l’immagine che la donna ha del proprio corpo, spesso influenzandola negativamente ed accompagnandosi ad una variazione della percezione della propria sessualità: l’intera identità femminile ed il concetto di sé rischiano di essere messi in discussione. In questo caso, prende avvio una sfida esperienziale che interessa la relazione uomo/donna.
Nonostante sia oggi riconosciuto il grande impatto che la diagnosi di tumore al seno ha sulla donna, si sa ancora poco riguardo alla percezione che il coniuge ha della propria compagna rispetto al sensibile tema dell’immagine sessuale; inoltre, poco note sono anche le implicazioni di tali percezioni sulla donna e sulla relazione di coppia.
Un’indagine qualitativa condotta dalla Dottoressa Lorraine A. Sheppard presso l’Università dell’Australia meridionale (Adelaide) ha ampiamente esplorato questo argomento attraverso l’adozione di interviste semi-strutturate, con l’obiettivo di comprendere le percezioni del coniuge rispetto all’immagine del corpo della compagna e le implicazioni che la diagnosi ed i trattamenti del tumore al seno hanno avuto sulla loro sessualità.
Dai risultati dell’indagine emerge che, in generale, in occasione di una diagnosi di tumore al seno la relazione della coppia è contrassegnata (almeno inizialmente) da un periodo di tensione.
Le donne colpite da questa patologia sviluppano delle reazioni alle modificazioni del proprio corpo condivise tra loro, più o meno marcatamente a seconda dell’età.
Nello specifico, l’elemento che accomuna la maggior parte dei soggetti intervistati è la convinzione che il partner, a fronte dei cambiamenti del corpo in corso di terapia, provi un senso di repulsione verso di lei. Infatti, in seguito all’intervento di mastectomia, si è riscontrato un calo dei rapporti sessuali per un periodo di tempo significativo: le donne trovano difficile accettare la cicatrice sul seno residuante alla chirurgia e tendono erroneamente a pensare che i loro partner siano respinti e disturbati da loro, desiderosi di evitare i rapporti sessuali. Questo “sentire” rafforza poi, a catena, i timori più profondi delle donne e facilita il radicarsi di un’alterazione della percezione del proprio appeal sessuale.
La ricerca ha però rilevato un dato di grande importanza: la scoperta della patologia ha portato molti partner ad avvicinarsi tra loro (in tempi variabili tra le singole coppie), a condividere le sensazioni provate, i dubbi e le paure. Discutere con l’altro anche dei timori circa la sessualità rappresenta un punto cruciale per i componenti della coppia, che possono riscoprire una grande complicità: vivere pienamente la propria sessualità durante la malattia aiuta a migliorare la relazione e la qualità della vita.
Il processo di diagnosi e trattamento del cancro mammario necessita di un cammino che richiede tempo per essere percorso, durante il quale la donna e il compagno possono allearsi lungo un percorso di accettazione del nuovo schema corporeo, di riscoperta della femminilità, lottando contro la fisiologica tendenza a modificare la percezione del proprio intimo essere ed il rapporto con il rispettivo partner.
Pur essendo aspetti importanti dell’esperienza del cancro al seno, i temi dell’immagine del corpo della donna e della sua sessualità spesso non vengono discussi da professionisti del settore sanitario con la paziente e/o con il suo partner, di qui la necessità di sensibilizzare gli operatori verso questa delicata tematica.
Fonte http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18248559
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