Secondo lo studio “Maybe Next Month? Temperature Shocks and Dynamic Adjustments in Birth Rates” pubblicato su Demography da un team di ricercatori statunitensi, il tempo più caldo riduce le possibilità di rimanere incinta e il problema peggiorerà causa del riscaldamento globale.
Il team diretto dall’economista Alan Barreca, dell’Institute of the environment and sustainability dell’università della California – Los Angeles (Ucla) e dell’IZA Institute of Labor Economics di Bonn aveva notato che agosto e settembre – nove mesi dopo il periodo più freddo dell’anno – sono i due mesi con il maggior tasso di nascite negli Usa e quindi hanno studiato i dati di 80 anni di nascite negli Stati Uniti alla ricerca della spiegazione di questi trend. Dallo studio pubblicato su Demography emerge che «le alte temperature hanno un significativo effetto negativo sulla fertilità e sui tassi di natalità» e la ricerca prevede che il cambiamento climatico farà aumentare la temperatura e aumenterà il numero e la gravità delle ondate di calore, rendendo più difficile che mai la procreazione nelle aree più colpite.
Barreca sottolinea: «Se si guarda 9 mesi dopo un’ondata di caldo ad agosto, nel successivo mese di maggio, si vede un numero significativamente inferiore di nascite». E non è che le persone fanno meno sesso durante la stagione calda. (un’altra ricerca non pubblicata di Barreca indica che in realtà quando le temperature aumentano le persone fanno più sesso), il calo di nascite è probabilmente dovuto all’effetto del caldo sulla fertilità maschile: «Gli studi dimostrano che a temperature elevate la produzione di sperma cala», Una riduzione della fertilità si è verificata in tutti gli Usa e gli Stati più caldi, come l’Arizona, hanno mostrato le stesse tendenze di quelli più freddi. Secondo Barreca, «Questo può essere dovuto al fatto che quelli che vivono nei climi più caldi sono più adatti al caldo o lo evitano alloggiando all’interno di edifici con l’aria condizionata. In effetti, l’effetto era leggermente più pronunciato negli Stati del nord, dove le persone sono meno preparate alle ondate di calore».
Lo studio ha anche rivelato un “effetto rimbalzo”: i tassi di natalità sono aumentati diversi mesi dopo essere calati a causa del caldo. All’Ucla mettono in guardia: «Alcuni ambientalisti potrebbero essere tentati di leggere i risultati come buone notizie, pensando che gli esseri umani causano le emissioni di carbonio e che tassi di natalità più bassi limiterebbero la crescita della popolazione, il che potrebbe rallentare i cambiamenti climatici». Ma Barreca non è per niente d’accordo: «Esistono modi molto più efficaci per ridurre il tasso di natalità sul pianeta. Fornire alle donne opportunità economiche e accesso al controllo delle nascite ha un effetto molto più grande sul tasso di natalità».
Mentre viene data giustamente molta attenzione alla sovrappopolazione mondiale, il calo dei tassi di natalità e la diminuzione della popolazione sono minacce incombenti sugli Usa, l’Europa occidentale e il Giappone e secondo un rapporto del Centers for Disease Control and Prevention, nel 2017 negli Usa ci sono state meno nascite rispetto a qualsiasi anno dopo il 1978. Barreca fa notare quel che Donald Trump e i suoi imitatori europei e italiani non vogliono che si dica: «I tassi della popolazione sono già così bassi che non saremmo riusciti a mantenere una popolazione stabile se non fosse per l’immigrazione. Anche se i cambiamenti climatici spostassero più nascite dalla primavera ai mesi estivi, sarebbe una cattiva notizia per la salute prenatale. Le donne che partoriscono in agosto o settembre saranno esposte a un clima molto più caldo durante il terzo trimestre e gli studi hanno suggerito che il caldo durante il terzo trimestre di una gravidanza incide negativamente sulla salute del feto, misurata in base al peso alla nascita».
Ma la temperatura è solo una delle tante cose che influiscono sulla fertilità, come spiega concludendo Barreca: «Nonostante sia caldo, l’India e alcune nazioni dell’Africa sub-sahariana hanno ancora alti tassi di natalità. Ma nelle regioni con più alti tassi di povertà e minore accesso all’istruzione e al controllo delle nascite – e senza uguali diritti per le donne – i tassi di natalità tendono ad essere più alti».
Fonte http://www.greenreport.it/news/clima/il-cambiamento-climatico-sta-rendendo-piu-difficile-concepire-bambini/
Il team diretto dall’economista Alan Barreca, dell’Institute of the environment and sustainability dell’università della California – Los Angeles (Ucla) e dell’IZA Institute of Labor Economics di Bonn aveva notato che agosto e settembre – nove mesi dopo il periodo più freddo dell’anno – sono i due mesi con il maggior tasso di nascite negli Usa e quindi hanno studiato i dati di 80 anni di nascite negli Stati Uniti alla ricerca della spiegazione di questi trend. Dallo studio pubblicato su Demography emerge che «le alte temperature hanno un significativo effetto negativo sulla fertilità e sui tassi di natalità» e la ricerca prevede che il cambiamento climatico farà aumentare la temperatura e aumenterà il numero e la gravità delle ondate di calore, rendendo più difficile che mai la procreazione nelle aree più colpite.
Barreca sottolinea: «Se si guarda 9 mesi dopo un’ondata di caldo ad agosto, nel successivo mese di maggio, si vede un numero significativamente inferiore di nascite». E non è che le persone fanno meno sesso durante la stagione calda. (un’altra ricerca non pubblicata di Barreca indica che in realtà quando le temperature aumentano le persone fanno più sesso), il calo di nascite è probabilmente dovuto all’effetto del caldo sulla fertilità maschile: «Gli studi dimostrano che a temperature elevate la produzione di sperma cala», Una riduzione della fertilità si è verificata in tutti gli Usa e gli Stati più caldi, come l’Arizona, hanno mostrato le stesse tendenze di quelli più freddi. Secondo Barreca, «Questo può essere dovuto al fatto che quelli che vivono nei climi più caldi sono più adatti al caldo o lo evitano alloggiando all’interno di edifici con l’aria condizionata. In effetti, l’effetto era leggermente più pronunciato negli Stati del nord, dove le persone sono meno preparate alle ondate di calore».
Lo studio ha anche rivelato un “effetto rimbalzo”: i tassi di natalità sono aumentati diversi mesi dopo essere calati a causa del caldo. All’Ucla mettono in guardia: «Alcuni ambientalisti potrebbero essere tentati di leggere i risultati come buone notizie, pensando che gli esseri umani causano le emissioni di carbonio e che tassi di natalità più bassi limiterebbero la crescita della popolazione, il che potrebbe rallentare i cambiamenti climatici». Ma Barreca non è per niente d’accordo: «Esistono modi molto più efficaci per ridurre il tasso di natalità sul pianeta. Fornire alle donne opportunità economiche e accesso al controllo delle nascite ha un effetto molto più grande sul tasso di natalità».
Mentre viene data giustamente molta attenzione alla sovrappopolazione mondiale, il calo dei tassi di natalità e la diminuzione della popolazione sono minacce incombenti sugli Usa, l’Europa occidentale e il Giappone e secondo un rapporto del Centers for Disease Control and Prevention, nel 2017 negli Usa ci sono state meno nascite rispetto a qualsiasi anno dopo il 1978. Barreca fa notare quel che Donald Trump e i suoi imitatori europei e italiani non vogliono che si dica: «I tassi della popolazione sono già così bassi che non saremmo riusciti a mantenere una popolazione stabile se non fosse per l’immigrazione. Anche se i cambiamenti climatici spostassero più nascite dalla primavera ai mesi estivi, sarebbe una cattiva notizia per la salute prenatale. Le donne che partoriscono in agosto o settembre saranno esposte a un clima molto più caldo durante il terzo trimestre e gli studi hanno suggerito che il caldo durante il terzo trimestre di una gravidanza incide negativamente sulla salute del feto, misurata in base al peso alla nascita».
Ma la temperatura è solo una delle tante cose che influiscono sulla fertilità, come spiega concludendo Barreca: «Nonostante sia caldo, l’India e alcune nazioni dell’Africa sub-sahariana hanno ancora alti tassi di natalità. Ma nelle regioni con più alti tassi di povertà e minore accesso all’istruzione e al controllo delle nascite – e senza uguali diritti per le donne – i tassi di natalità tendono ad essere più alti».
Fonte http://www.greenreport.it/news/clima/il-cambiamento-climatico-sta-rendendo-piu-difficile-concepire-bambini/
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