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Accanto all’iniezione di fattori di crescita, per il ringiovanimento ovarico si sta sperimentando anche la cosiddetta frammentazione ovarica (OFFA), che comporta un intervento in laparoscopia durante il quale si estrae una piccolissima parte di corteccia ovarica, che viene ridotto in minuscoli pezzettini, poi reiniettati nelle ovaie per “svegliare” gli ovociti e favorire la genesi di nuovi follicoli.
Una terza tecnica (Augment) si attua invece direttamente sugli ovociti prelevati per una fecondazione in vitro, a cui viene cambiata per così dire la batteria, grazie a un’iniezione di mitocondri – la fonte di energia della cellula – estratti dalla corteccia di rivestimento dell’ovaio.
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Per fermare le lancette dell’orologio biologico, e mettere al riparo il proprio patrimonio fertile dall’inevitabile invecchiamento, o da cure, come la chemioterapia, che possono danneggiarlo irrimediabilmente, c’è infine un’altra possibilità, non terapeutica ma di prevenzione: congelare per tempo i propri ovociti. Gli ovuli vengono prelevati con un piccolo intervento e crioconservati attraverso il tradizionale congelamento lento o la più innovativa vitrificazione. Una volta scongelati, seguiranno la strada di una fecondazione in vitro. Le percentuali di successo, nel caso del social freezing (o per meglio dire Age banking), ossia della scelta fatta da donne sane, dipende molto dall’età del prelievo: quella ideale è tra i 25 e i 35 anni.
Fonte https://www.iodonna.it/benessere/salute-prevenzione/2018/07/10/fertilita-femminile-le-nuove-tecniche-anti-age-per-ringiovanire-le-ovaie/
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