sabato 14 novembre 2020

Emma Roberts, la gravidanza difficile e i problemi di fertilità

 L'attrice americana in attesa del primo figlio: «Mi sentivo come se avessi fatto qualcosa di sbagliato, il confronto con altre donne è stato fondamentale. Poi sono rimasta incinta quando ho smesso di pensarci»

Dall’endometriosi mai diagnosticata al congelamento degli ovociti. Emma Roberts, prima donna incinta sulla copertina di Cosmopolitan US, sorride e abbraccia il suo pancione, consapevole di quanto sia stato faticoso il viaggio per arrivare fino lì. L’attrice americana, nipote della più celebre Julia, quando ha deciso di diventare madre è stata infatti costretta ad interfacciarsi con una malattia ginecologica che conosceva poco.

«Sono entrata in un nuovo mondo fatto di conversazioni sull’endometriosi, sull’infertilità, sugli aborti spontanei e sulla paura di avere figli», racconta Emma, 29 anni, che è stata aiutata proprio dal confronto con le altre donne. «In un primo momento mi sentivo come se avessi fatto qualcosa di “sbagliato”, ma poi è passato quando ho scoperto di non essere da sola. Alcune donne con l’endometriosi possono non avere alcun sintomo».

Inoltre, quando le hanno diagnosticato la patologia, ha seguito il consiglio del suo medico e ha congelato gli ovociti, nel caso – appunto – di voler pianificare una gravidanza: «Da ragazzina ero convinta che a 24 anni avrei avuto un marito e dei figli e sarebbe stato super. Poi sono arrivata a 24 anni e ho ripensato a quando credevo che quest’ora sarei stata una mamma sposata», scherza Emma. Che a breve finalmente avrà un figlio.

Nonostante, appunto, i problemi di fertilità: «Sembra banale, ma sono rimasta incinta quando ho smesso di pensarci», annuncia la star di Hollywood, che è in attesa di un maschietto insieme al collega Garrett Hedlund, suo compagno dal 2019 e sette anni più grande. «Per i primi mesi abbiamo voluto tenere la notizia per noi», conclude, «dicendolo solo alle nostre famiglie e senza fare grandi progetti nel caso non avesse funzionato».

Fonte https://www.vanityfair.it/people/mondo/2020/11/14/emma-roberts-gravidanza-difficile-problemi-di-fertilita-foto

Gravidanza e Coronavirus: la dottoressa Siviero spiega come la Santa Famiglia protegge le mamme

 In questo momento complesso, la gravidanza, e in particolare il parto, rappresentano un fonte di ansia e preoccupazione per le future mamme. La dottoressa Maria Cristina Siviero, neonatologa e infettivologa della Casa di Cura Santa Famiglia, ci ha spiegato tutti i protocolli di sicurezza messi in atto all’interno della clinica per tutelare in ogni aspetto la salute delle mamme e dei bambini.

La Casa di Cura Santa Famiglia accompagna la donna durante tutto il percorso della gravidanza

La clinica Santa Famiglia offre assistenza e supporto completo alle future mamme: “Accompagniamo le donne con dei corsi di preparazione al parto, di allattamento e di svezzamento – racconta la dottoressa Siviero –  In questo momento storico in cui non è possibile fare gli incontri di persona, abbiamo creato dei video-corsi in streaming tenuti dagli stessi operatori che li tenevano in presenza, per mantenere quel rapporto fiduciario che da sempre coltiviamo con le coppie”.

L’obiettivo primario della Casa di Cura Santa Famiglia è quello di essere di conforto alle donne nel momento delicato del parto: “Anche ai tempi della pandemia, svolgendo tutte le analisi necessarie, diamo la possibilità ai papà di entrare in sala parto – dice la dottoressa – Sappiamo quanto è importante per una donna che sta partorendo avere vicino una persona cara”.

Il parto è un momento unico e il rapporto che si instaura tra madre e figlio appartiene solo a loro. Come racconta la dottoressa Siviero: “Nella clinica viene promosso lo skin to skin in sala parto: incoraggiamo la mamma a tenere il proprio bambino appena nato sulla pancia, a contatto con la pelle, e suggeriamo l’allattamento al seno molto precoce, a due ore dal parto, anche in caso di cesareo”.

Le misure di sicurezza della clinica Santa Famiglia per la tutela delle mamme e dei neonati

La Casa di Cura Santa Famiglia è una struttura protetta: gli operatori sono regolarmente controllati e l’ingresso nella clinica è permesso solo alle donne e a un accompagnatore. “Ogni donna prima di essere ricoverata viene sottoposta a test sierologico e/o tampone rapido – spiega la dottoressa Siviero – All’interno della struttura sono stati creati dei percorsi interamente dedicati alle mamme e nessun estraneo può salire nei reparti di degenza”.

Per tutelare al meglio la salute delle donne e dei neonati, i parenti non possono accedere alla clinica. Questa misura poco piacevole ma necessaria ha dato luogo ad episodi che strappano un tenero sorriso, come racconta la dottoressa: “Quando capita un parto al primo o al secondo piano, se ci affacciamo alla finestra, possiamo vedere i familiari in strada che festeggiano, applaudono e fanno sentire la loro vicinanza anche da lontano”.

I test vengono fatti a tutte le donne che entrano nella struttura, alle future mamme e alle pazienti ginecologiche che devono sottoporsi ad un intervento, entro 58 ore dal ricovero. La clinica ha un protocollo chiaro e definito anche nel caso in cui una donna entri in travaglio prima di aver eseguito il test. Come spiega la Dott.ssa Siviero: “Se una donna entra in travaglio senza aver eseguito il test sierologico, lo facciamo noi prima del ricovero. In caso di positività attiviamo due diversi protocolli sulla base dello stato del travaglio – continua – Se la donna è nella fase iniziale e risulta positiva, viene trasferita in una struttura covid protetta. Se invece il travaglio è troppo avanzato e non è possibile spostare la futura mamma, abbiamo previsto un percorso dedicato in sala parto e d’isolamento in stanza”.

Anche in questo caso è possibile tenere il proprio bambino in stanza, a distanza di sicurezza e, come spiega la dottoressa: “Consigliamo sempre l’allattamento al seno, basta tenere presente alcuni semplici accorgimenti, come l’utilizzo della mascherina e il lavarsi le mani prima di prendere in braccio il bambino”. Diversi studi hanno evidenziato che le particelle di virus presenti nel latte materno sono pressoché nulle e non c‘è quindi alcun rischio per il bambino.

Fonte https://romah24.com/flaminio-parioli/news/gravidanza-e-coronavirus-la-dottoressa-siviero-spiega-come-la-santa-famiglia-protegge-le-mamme-2/

I super food della gravidanza

 Il consiglio per le donne in gravidanza è sempre quello di avere un'alimentazione corretta e completa con il giusto apporto di vitamine, minerali, proteine, carboidrati e grassi essenziali. Sapendo che il ferro e l'acido folico, insieme alle fibre, sono elementi indispensabili per il corretto sviluppo del feto, può essere comodo ricordare gli alimenti che contengono il maggior quantitativo di nutrienti utili, i cosiddetti super food per la gravidanza. Prima di tutto ci sono i fichi, ricchi di calcio, ma anche di fosforo, magnesio e potassio, indispensabili per la formazione di ossa e denti del piccolo. 

L'erba cipollina è ricca di acido folico, ferro, vitamine
Ce B6 e fibre, ed i porri contengono calcio utile a contrastare insonnia, mal di schiena ed irritabilità, disturbi tipici della gravidanza. I carciofi contengono acido folico e fibre, i fagioli borlotti sono ricchi di rame, ferro e fosforo importanti per garantire la formazione delle cellule del sangue, ed il basilico ricco di vitamine e sali minerali. Semi di zucca e di girasole contengono, rispettivamente, potassio, zinco e magnesio utili per l'impiego dei grassi nell'organismo, ed omega 3 e 6, e vitamine K e D necessarie per lo sviluppo del bambino.

Fonte https://www.tio.ch/rubriche/ti-mamme/1473522/gravidanza-food-sviluppo-utili-vitamine

Covid-19, le risposte della pediatra su gravidanza, parto e allattamento

 In tempo di Covid-19 la sicurezza in fatto di gravidanza, parto e salute del neonato non è mai abbastanza. Ecco perché avere delle risposte chiare e precise risulta essenziale per il benessere del bambino e la serenità della mamma.

Poche e semplici domande a cui daremo risposta
per tranquillizzare i futuri genitori e i loro pargoli. In un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo, una donna in stato interessante come deve comportarsi per la propria salvaguardia e quella del suo bambino? Come avviene il parto in queste circostanze?  E dopo il parto, quando si rientra a casa per la prima volta con il neonato, quali sono le misure precauzionali da adottare?

Le domande sono molte specie se in famiglia si hanno dei casi di infezione da Coronavirus, oppure se è la mamma stessa a risultare positiva al Covid-19. Fare chiarezza su come proteggere il bimbo in questo periodo è un tema molto richiesto ed è fondamentale per i genitori, sapere come agire per la sicurezza di una nuova vita.

Fonte https://www.gravidanzaonline.it/salute/covid-19-gravidanza-parto-allattamento.htm

venerdì 13 novembre 2020

L’importanza di una corretta idratazione durante la gravidanza

 La gravidanza è un momento speciale nella vita di ogni donna, fatto di attesa, gioia ma anche di cambiamento. Il corpo si adatta per permettere la crescita del bambino e questo processo necessita anche di un’adeguata idratazione. L'acqua è fondamentale per eliminare le tossine, aiutare la digestione e garantire il naturale assorbimento delle sostanze nutritive essenziali provenienti dalla nostra alimentazione. Durante la gravidanza queste funzioni acquistano ancora più importanza in quanto un corpo in continuo cambiamento e la crescita di un bambino necessitano di condizioni fisiche ottimali.

Idratazione e gravidanza

L'acqua è inoltre necessaria per produrre il fluido che circonda il bambino e per aiutare ad aumentare il volume del sangue. Il plasma, la fase liquida del sangue, rappresenta circa 3 litri negli adulti. In gravidanza il volume plasmatico aumenta fino al 40-50% al di sopra del valore pre-gravidanza. Questo aumento del volume sanguigno è necessario per la vascolarizzazione della placenta che consente lo scambio materno-fetale di sostanze nutritive e altri composti.

Quanta acqua bere in gravidanza?

“Le donne incinte hanno bisogno di una maggiore assunzione di liquidi a causa di cambiamenti fisiologici nella madre e per la crescita fetale” afferma la Dottoressa Elisabetta Bernardi, Biologa specialista in Scienza dell’Alimentazione e membro dell’Osservatorio Sanpellegrino. “Secondo la SINU – la Società Italiana Nutrizione Umana – l’assunzione adeguata di acqua (ml/die) in gravidanza è di 2350 ml/die circa 10 bicchieri al giorno.

Durante l’allattamento, l’assunzione giornaliera dovrebbe aumentare fino a tredici bicchieri al giorno. Inoltre, se si soffre di nausea mattutina, si perdono dei liquidi extra, quindi è importante cercare di bere un po' di più per rimediare anche a questo inconveniente.” Conclude la Dottoressa Bernardi.

L’idratazione prima del parto

Un recente studio ha analizzato l’impatto di una corretta idratazione sull’ultima fase della gravidanza e il parto. Differenze significative nei livelli di idratazione erano correlate alla differenza di peso e lunghezza del nascituro. Nel gruppo con i livelli più bassi di idratazione erano inferiori al gruppo correttamente idratato rispettivamente di 596,1 g e 1,8 cm.

Una corretta assunzione di acqua aiuta quindi a mantenere efficienti tutti i sistemi fisiologici dell’organismo. Idratandosi correttamente si alleggeriscono le funzioni renali ed è possibile ridurre eventuali infezioni alle vie urinarie. Inoltre, bere molta acqua aiuta la donna a favorire la regolarità intestinale e a combattere la ritenzione idrica.


Fonte https://www.inabottle.it/it/benessere/importanza-corretta-idratazione-durante-gravidanza

Covid e gravidanza: più neonati morti e meno parti prematuri

 La «prima ondata» della pandemia ha causato un forte aumento, fino a tre volte, dei bambini nati morti, probabilmente a causa del fatto che le donne hanno saltato le visite durante la gravidanza, mentre sono calati i parti prematuri, forse per effetto del riposo forzato dovuto al lockdown. Lo afferma uno studio coordinato da Mario De Curtis dell'università Sapienza di Roma e pubblicato da Archives Disease in Childhood, condotto sui dati della della regione Lazio, dove vivono circa 5,8 milioni di persone e nascono circa il 10% di tutti i nati italiani.

L'indagine, ha preso in considerazione tutti i nati dei centri nascita del Lazio nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio 2020, paragonando i dati agli stessi osservati nello stesso periodo del 2019. Sono state esaminate tutte le caratteristiche, dalla durata della gestazione al tipo di parto. «Si è osservato - scrivono gli autori - un aumento di tre volte dei nati morti. Questo dato sembrerebbe essere non l'effetto dell'infezione da Covid-19, anche perché l'incidenza della malattia nelle donne in gravidanza nell'Italia centrale, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, è molto bassa (circa 1 per 1000). Sembrerebbe essere la conseguenza del fatto che molte donne, per paura di contrarre l'infezione in Ospedale, non hanno effettuato adeguati controlli in gravidanza».

Lo studio, condotto con Leonardo Villani della Cattolica di Roma e Arianna Polo della Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria della Regione, ha anche verificato una diminuzione dei parti moderatamente pretermine, che rappresentano la gran parte dei nati pretermine. «Il dato può essere interpretato come effetto del riposo forzato, della sospensione del lavoro fuori casa, della ridotta attività fisica a cui sono state costrette anche le donne in gravidanza durante il lockdown - concludono gli autori -. La prevenzione della natimortalità è un dato che dovrebbe essere tenuto presente nei prossimi lockdown che vengono annunciati.

Fonte https://www.giornaledibrescia.it/italia-ed-estero/covid-e-gravidanza-più-neonati-morti-e-meno-parti-prematuri-1.3524195

giovedì 12 novembre 2020

I rischi legati al consumo di caffè in gravidanza

 Durante la gravidanza è normale prestare la massima attenzione all'alimentazione e quindi anche il caffè rientra tra le bevande che bisogna quantomeno ridurre. Procedendo con un consumo moderato (pari circa a 200/300 mg/giorno, 1-3 tazzine di caffè), anche le donne incinta potranno togliersi lo sfizio di bere una bella tazzina di caffè. Le gestanti, inoltre, dovrebbero bere anche una quantità sufficiente di acqua, per contrastare al meglio l'effetto della caffeina che va ed eliminare i liquidi.

Posto che in queste quantità il caffè non risulta dannoso per il feto, la futura mamma potrebbe osservare

un aumento della pressione sanguigna e la frequenza cardiaca leggermente alterata; in alcuni casi può manifestarsi anche un blando effetto diuretico, ma di solito si tratta di nulla di preoccupante.

Alcuni studi stanno cercando di capire se ci sia una relazione tra caffeina ed aborto spontaneo. In generale, i risultati ottenuti sino ad ora, hanno evidenziato che un consumo basso o moderato di caffeina non ne aumenti il rischio. al contrario, ci potrebbe essere un maggior rischio di aborto spontaneo o morte del feto a seguito dell’assunzione di alte quantità di caffeina, soprattutto se in combinazione con fumo o l’alcol.

Una cosa è certa: la caffeina è però in grado di attraversare la placenta, quindi grandi quantità di caffeina sono dannose tanto per il feto quanto per la mamma. Gli esperti hanno evidenziato come i figli di donne che consumano più di 500 mg/dì di caffeina al giorno, abbiano maggiori probabilità di avere una frequenza cardiaca e respiratoria alta, di soffrire di tremori e di rimanere svegli più a lungo nei primi giorni di vita.

Infine, bere caffè o bevande che contengono caffeina, sarebbe deleterio per il peso alla nascita del neonato: per ogni ogni 100 mg di caffeina assunti quotidianamente nel primo trimestre si rilevano neonati che alla nascita pesano mediamente 72 g in meno.


Fonte https://www.alfemminile.com/gravidanza/caffe-in-gravidanza-s4019560.html